Capitolo 46

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Lucian ne aveva abbattuti nove, perciò ne rimanevano sei. Nonostante Kaya stesse concentrando tutte le sue energie sul dríag calvo, Max, gli altri bastardi le stavano dando del filo da torcere.

Combattere e tenersi lontani dai maghi moribondi sui letti non era per niente facile, ma lei era riuscita a immobilizzare due dríag e un terzo l'aveva colpita sul naso così forte che le lacrimavano gli occhi.

Lucian lanciò un grido camuffato dai denti.
Girarsi a guardarlo fu un terribile errore; Kaya si paralizzò quando vide il sangue colargli sull'avambraccio. Uno degli altri due lo resse come una bestia da domare e l'altro gli chiuse al collo il collare maledetto, mentre il terzo affondava le dita nel taglio profondo sulla spalla.

«Merda!» gridò.
Sollevò il pugno e un vento di polvere e ciottoli soffiò dritto negli occhi del dríag alle spalle di Lucian. Tre contro di lei, altri tre contro di lui.
Max guardava e sembrava che aspettasse una ciotola di popcorn per godersi lo spettacolo.

Dei nove elettrizzati per terra a nessuno fregava niente.

Quella gente faceva schifo.

Il dríag lasciò Lucian per pulirsi il viso e Kaya si diede uno slancio prima che i due bloccati nella pietra si liberassero, ma il tizio che le aveva dato il pugno le afferrò il bacino e l'attirò indietro, sulla canna di una pistola che le bucò la spina dorsale, pronto a sparare.

Kaya guardò Lucian. Lui non se ne era reso conto, lo braccavano come un animale che non poteva essere domato e se solo avesse girato il viso verso di lei avrebbe capito che era finita.
Era finita.
E Kaya voleva solo che Lucian la guardasse un'ultima volta.

«Lu!» lo chiamò.
Egoista.
Lucian abbassò la guardia per puntarle gli occhi addosso.
Kaya gli sorrise, perché andarsene con l'immagine dei suoi occhi scuri e misteriosi non avrebbe fatto troppo male.

Un boato esplose dal basso, l'onda d'urto fu così forte che Kaya fu sballottata da un lato, fuori dalla presa del dríag.
La torre intera tremò e Kaya si chiese se non fosse già troppo tardi; eppure, c'era qualcosa di diverso nell'aria. I maghi nei letti per quanto deboli e moribondi sussultarono al primo sentore del potere che vibrava nella scossa.
"Che succede?"
"Cos'è?"
"Non l'ho mai sentito".
"Com'è possibile?"

Le domande si acquietarono appena l'ondata di potere si dissolse.
Kaya la sentì sulla propria pelle, le rizzò i peli e le fece scivolare dei brividi dalla nuca fin giù alla spina dorsale. La sua magia fece le capriole, come se ogni briciolo del poco etere puro che aveva in corpo fosse attratto da quell'energia.

Non aveva ancora capito cosa fosse successo quando Lucian alzò la mano col bracciale e la magia ne eruppe dal nucleo; le scariche si diramarono dal dispositivo e scansarono Kaya per folgorare il dríag dietro di lei.

Kaya non si lasciò trattenere oltre dall'onda di energia che aveva messo a tacere il brusio di sottofondo; toccò il pavimento, riprendendo possesso sul suo controllo della terra e dalle fessure tra le piastrelle emersero dossi di sabbia dura e spuntoni di pietra che infilzarono i bastardi che avevano osato ferire Lucian.

«Ora basta!» gracchiò una voce.
Kaya saltò dallo spavento quando il primo colpo di pistola esplose.

Lucian gridò. Il panico nella sua voce Kaya non l'aveva mai sentito, nemmeno quando Keith era stato ferito e Lucian l'aveva visto cadere.

Ma il proiettile non aveva colpito lui. E nemmeno lei.

Max sparò altri tre colpi e il silenzio della stanza venne distorto dalle grida di terrore per le quattro pallottole piantate nelle fronti dei primi quattro maghi nei letti. Kaya smise di respirare quando adocchiò il rivolo di sangue sul viso traslucido della donna riccia.

Nethereal, Vol.1 - La Casa della MagiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora