Capitolo 41

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Kaya bussò alla porta due volte, con colpi lievi e gentili, e dall'altro lato la voce arrivò altrettanto pacata, ovattata dal legno della porta.

Aprì piano, in un tentativo incerto, era solo la seconda volta che gli faceva visita e la prima da quando si era risvegliato.

Keith era mezzo seduto nel suo letto, con una parete di cuscini morbidi dietro la schiena. Aveva il viso scavato, gli occhi bassi e i capelli legati alla rinfusa, un sottile strato di barba bionda gli contornava la mandibola e scendeva per la gola tesa.

«Scusa se non sono venuta prima, ma...»
Keith si portò l'indice sulle labbra e le fece cenno di abbassare la voce.
Solo allora Kaya si accorse che l'altra mano di Keith accarezzava piano i capelli di Estelle. La ragazza era seduta su una sedia accanto al letto, ma dormiva con le braccia intrecciate sul materasso e la testa abbandonata a un soffio dal fianco del mago.

Kaya sorrise. «Da quanto è qui?»
«Non se n'è mai andata» sussurrò di rimando lui. Le sistemò una ciocca sulla fronte e poi si voltò. «Siediti.»
«Come ti senti?» in effetti non ricordava l'ultima volta in cui aveva riposato le gambe.
«Fisicamente sto bene, non sento più dolore e credo sia merito suo» disse indicando Estelle. «Vorrei che la smettesse, però, è sempre esausta. Si addormenta laggiù o sulla sedia.»

Kaya seguì lo sguardo di Keith e vide il divanetto sotto la finestra su cui c'era un cuscino stropicciato e un lenzuolo spiegazzato.

«Ti ha preso a cuore» osservò lei. «Con te è facile, Keith.»
Lui abbassò lo sguardo sulla ragazza che dormiva e proprio non riusciva a smettere di accarezzarle i capelli. «Parliamo molto le poche volte in cui siamo entrambi svegli.»
Kaya gli batté una mano sul bicipite. «È una bella cosa.»
Gli occhi dorati si scurirono. «A volte mi chiedo se questo», fece vagare una mano sulla coscia sinistra amputata sotto al ginocchio, «sia il prezzo che io abbia dovuto pagare per averla così vicino» poi scosse la testa. «La cosa che mi spaventa, Kaya, è che credo mi vada bene così.»

Non lo aveva mai visto così serio e tanto preoccupato, sembrava sull'orlo di una crisi di pianto e Keith non piangeva mai, non davanti agli altri.

Adesso gli tremava il labbro. «Kaya, la conosco da così poco. Sono impazzito?»
Dei.
Si allungò oltre il bordo del letto e gli afferrò la mano, Keith era freddo, tremava e aveva la faccia di uno che si era smarrito. «Sei stato ferito perché hai difeso Nate, il resto non c'entra» gli strinse le dita. «Lei è solo la persona giusta al momento giusto. Hai bisogno di lei e non importa da quanto la conosci, avrai modo di parlarle di più, ma nel frattempo non devi allontanarti solo perché hai paura dei sentimenti che stai provando. Non fare questa cazzata, non stavolta, hai capito?»

Keith premette le labbra fra loro e deglutì. «Le ho detto che l'avrei aiutata a cercare sua sorella» scosse la testa e si portò una mano sulla guancia. «Ma come faccio?!» sbottò.
«Keith...»
«La bloccherei!»
«Keith, sh, abbassa la voce.»
«Sono solo un maledetto peso!»

Ma ormai era tardi. Estelle aveva aperto gli occhi e si era messa dritta così in fretta che Keith non ebbe modo di nasconderle le guance bagnate.

Si passò un polso sugli occhi. «Scusa.»
Estelle, però, aggrottò le sopracciglia e fece avanti e indietro con le pupille tra i due maghi. «Hey» salutò, rivolta a Kaya.
Lei le sorrise di rimando, ma la guaritrice aveva già spostato lo sguardo su Keith. «Tutto bene?»
Probabilmente mise a fuoco un po' meglio la vista assonnata, perché d'un tratto la sua espressione cambiò, le labbra incerte si schiusero e le guance timide si tesero. «Cos'è successo?» gli prese il viso tra le mani. «Stai male? Senti dolore?»

Dalle sue mani si diffuse subito la luce dorata della magia di guarigione e Kaya non fece in tempo a fermarla che Estelle stava già cercando i sintomi fantasma del ragazzo.

Nethereal, Vol.1 - La Casa della MagiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora