Capitolo 12

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"Vuoi metterti con me?". Lei li per li perplessa e presa alla sprovvista, ci penso un po', poi facendo un salto con un urlo apparentemente di felicità, mi rispose: "si". Più che un si assomiglio ad uno shi, tipo un sì dolce che ti può dire solo una ragazza che prova qualcosa anche lei è che era stra felice che glielo avessi chiesto. Ed io ero li, che mi ripetevo, è mia adesso, non ha più bisogno di preoccuparsi degli altri, di quello che possono farle, io la proteggerò a qualunque costo. È bellissimo sapere che adesso ho una ragazza stupenda accanto che mi da forza. I suoi capelli, i suoi occhi, il suo sorriso, tutti di lei mi incanta, persino come si muove, le sue curve, la ragazza dei sogni. Passammo tutta un giornata intera a chiederci di svelarci piccoli segreti. Chi l'uno chi l'altro, ci rivelammo segreti intimi, tipo il primo bacio, cosa avevamo fatto con i nostri ex. Fu un pomeriggio stupendo, uno di quelli che non dimentichi. Verso le 8 tornammo a casa, un bacio e via sulla moto pronto a sfrecciare per la strada con un sorriso che ti arriva fino alle orecchie. Per la strada però, qualcosa non andò per il verso giusto. Incominciai ad avere sonnolenza, le palpebre pesanti e molto mal di testa. Non mi era mai successo prima e non capivo affatto cosa mi stesse accadendo. Ero tipo in trans, come calato negli acidi. Incominciai a vedere le cose muoversi, distorgersi la realtà, i lampioni della strada non più dritto ma ondeggiati, era il completo caos. Tutto il mondo si stava plasmando in qualcosa di immateriale è assolutamente non solido, poi il vuoto, una luce mi attraverso e mi ritrovai nell'oscurità, il niente più totale. Aprii gli occhi, e a mia grande sorpresa mi trovai in un letto. Non era il mio però, era un letto molto più grande e molto più alto, mi guardo attorno e vedo una stanza non tanto grande, con accanto a me elly, addormentata su una sedia che mi stringeva la mano. Io di impulso strinsi la sua, lei aprì gli occhi e guardò la mia mano, ci penso un po' su, poi alzò lo sguardo e mi vide, con gli occhi aperti che la guardavo incuriosito e mezzo addormentato. Mi lasciò la mano, si strofinò gli occhi e con un urlo mi saltò al collo piangendo. Non capivo cosa stesse succedendo, quindi con la poca voce che avevo, le chiesi dove ero. Lei con la voce strozzata e gli occhi grondanti di lacrime, incominciò a dirmi cosa era successo.

Quando il mondo crollóDove le storie prendono vita. Scoprilo ora