24. Il re del ballo

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accenno nsfw verso la fine !!

Gli eventi prima del ballo di fine anno non erano diversi da quelli del ballo di mesi prima e l'intero processo ha tormentato Suguru con un intenso disturbo da stress post-traumatico.

"Almeno lasciami pettinarli", si lamentò sua madre, correndo dietro a Suguru.

Si fermò sulla porta, Satoru aspettava pazientemente dall'altra parte. "Sto bene così, mamma" disse, senza preoccuparsi di aspettare la risposta prima di girare la maniglia. Satoru era lì, con gli occhi scintillanti e il sorriso allargato.

"Beh, non sei bellissimo stasera, Sugu?" disse, inclinando la testa di lato e squadrandolo dall'alto in basso. Il semplice movimento fece sciamare le farfalle nello stomaco di Suguru, e lui sbatté forte le palpebre, troppo stordito per rispondere.

La madre di Suguru sbirciò da dietro la porta. "Satoru, convincilo a lasciarmi pettinare i suoi capelli. È la notte del ballo di fine anno, per l'amor di Dio"

"Hai fatto a modo tuo già al ballo di inizio anno" sostenne Suguru, incapace di distogliere lo sguardo da Satoru nemmeno per un secondo.

"Se non mi lasci sistemarti i capelli, lasciami almeno farvi una foto" si lamentò, scomparendo in cucina per prendere la macchina fotografica.

Suguru uscì sulla veranda, lottando contro l'impulso di baciare Satoru sulla soglia. "C'è un modo per convincerti a indossare un abito elegante tutti i giorni della settimana?" chiese Suguru, controllando Satoru. "Sono un po' ossessionato da te"

Satoru arrossì al tramonto, i suoi capelli tinti di arancio e rosa pallido. "Sembra qualcosa che ti direi io" ammise, mettendo timidamente le mani sulle spalle di Suguru. Il tocco gentile lo scioglieva anche attraverso il tessuto della giacca. "Ed anche io sono ossessionato da te"

"Ricordi, siamo solo amici stasera, giusto?" Suguru fece una mezza presa in giro.

Satoru sorrise, il suo sguardo puntato sulle labbra di Suguru. "È sexy, non credi?" chiese. Abbassò la voce, sussurrando ora: "Essere solo amici in pubblico ma molto, molto di più in privato"

Le parole fecero battere il cuore di Suguru nel petto, ma prima che potesse essere d'accordo, sua madre li fece uscire nel cortile. "Posate per me e fate presto", insistette, facendo un vago cenno con le mani. "Siete già in ritardo di dieci minuti"

Satoru passò il braccio attorno alle spalle di Suguru e lo tenne stretto. Il suo pollice massaggiava su e giù il braccio di Suguru, ed era così distraente. La fotocamera lampeggiò, ma Suguru non la stava guardando. I suoi occhi erano incollati su Satoru, l'acutezza della sua mascella, l'angolo della sua bocca, le sottili lentiggini nascoste nella sua pelle pallida...

"Suguru, almeno guardami, per favore", si lamentò sua madre. "Non devi nemmeno sorridere. Basta guardare la telecamera"

Satoru rise, guardandosi oltre. "Per cosa mi stai fissando?" chiese. "È scortese"

Lo sguardo di Suguru si spostò verso sua madre, un sorriso preparato si diffuse sul suo viso. "Non ti stavo fissando", disse tra i denti.

"Sì, certo che non lo stavi facendo"

"Sarebbe bello se voi due guardaste la telecamera contemporaneamente!" gridò sua madre, scattando per attirare l'attenzione di Satoru.

Dopo tre flash consecutivi, lasciò la macchina fotografica appesa al collo. "Va bene, allora", disse, avvicinandosi a Suguru e riposizionando la sua frangia. "C'è un modo in cui posso convincerti a lasciarmi sistemare i tuoi capelli?"

"No, mamma, ce ne andiamo" disse Suguru, allontanando le mani con uno schiaffo.

"Va bene", disse, delusa. "Divertitevi e basta"

(WHEN FACING) THE THINGS WE TURN AWAY FROM ─ stsgDove le storie prendono vita. Scoprilo ora