Capitolo 1

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CRYS

Quando l'estate ricomincia c'è sempre qualcosa nell'aria che mi rigenera l'anima. Non so cosa possa essere, se l'odore del mare, il dolce suono delle onde che si infrangono sulla riva, il calore del sole che ti scotta la pelle o le notti stellate sulla spiaggia.

So solo che, quel qualcosa, mi fa sentire viva.

La penultima lezione di oggi è terminata. Mancano un paio d'ore alla prossima, e mentre esco dall'aula magna con il solo e unico obiettivo di raggiungere i giardini dell'università, ecco che Sarah e Tyler mi vengono dietro cominciando a bisticciare tra di loro.

Anzi, cominciare è un parolone... già durante la lezione stavano litigando collezionando occhiatacce da parte di altri studenti.

"Se i tuoi stupidi amici provano a far scoppiare l'ennesima rissa giuro che me ne vado."
"Insomma Sarah, io che colpa posso avere se quelli si divertono così?"
"Fagli capire che non è quello il modo di divertirsi!" Sbotta la mia migliore amica. "Ci sono miliardi di altri modi per farlo. Piuttosto, Crys... passo a prenderti alle otto. Puntuale." Sarah mi lancia un'occhiata minacciosa, come se già sapesse che sarò in perfetto ritardo.
"Per venire ti sto facendo un favore, se mi chiedi pure di essere puntuale..." Sospiro sconfitta.
"È la festa di inizio estate, davvero vuoi rinunciare a una serata in spiaggia? La prima, oltretutto!"
"Sì, e forse anche l'ultima. Ti ricordo che inizia la sessione estiva." Sbuffo al solo pensiero.
"Come sei drammatica! Vorrà dire che tra un esame e l'altro ci faremo dei bei piña colada in riva al mare!" Ridacchia lei tirandomi una gomitata al fianco.
"Giusto appunto per ricordarci meglio tutto quello che studieremo!" Ironizzo cercando di imitare la sua risatina.
"E se ti dicessi che Noah vorrebbe provarci con te?" Ridacchia Tyler.

Noah Baker, uno dei migliori amici di Tyler, nonché quello che ci proverebbe pure con una bambola gonfiabile.

"Allora in quel caso me ne starò sicuramente a casa." Dico con tono disprezzante.
"Chiudi quella cavolo di bocca, Tyler!" Sbotta Sarah.
"Ok, come non detto."

Ad un tratto ci fermiamo sul posto, nel bel mezzo del corridoio della nostra immensa università. Pochi metri più avanti, sulla destra, vediamo aprirsi la porta dell'ufficio del Rettore. Da questa ne esce una figura alta, vestita di nero, con un cappellino scuro a coprirgli il viso.

Quello... è Eita.

"No... non guardatelo!" Sarah mi si aggrappa al braccio nascondendo terrorizzata il viso nella mia spalla. E ho già capito dove vuole andare a parare.

Quando inizia con questa storia giuro che non la sopporto.

"Falla finita..." Sospiro paziente tentando di togliermela di dosso.
"Prima o poi passeranno alle maniere forti?" Domanda Tyler. "Voglio dire... è sempre la stessa storia, ogni giorno."
"Non lo so." Rispondo guardando Eita allontanarsi con la presa salda sul suo zaino mezzo aperto. "Ma mi chiedo perché lo faccia..."

Eita è il ragazzo più tranquillo e silenzioso dell'intera università. Credo di non averlo mai beccato in compagnia di qualcuno. Non che durante le lezioni l'abbia mai visto, dal momento che frequentiamo corsi diversi. Ma se così fosse, se davvero avesse qualche amico, sarebbe più che normale vederlo con qualcuno di questi nella pausa pranzo o nelle ore libere.

Eppure non capita mai.

Dal Rettore non ci finisce per via di una cattiva condotta, anzi. È sempre stato estremamente introverso e distaccato con tutti, motivo per cui è davvero difficile che possa cacciarsi nei guai o assumere un comportamento rissoso. O per lo meno, che io sappia.

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