Capitolo 9

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CRYS

La prima ora di lezione l'ho passata a osservare il tic di Sarah alla gamba.

La conosco meglio di chiunque altro al mondo.

È nervosa.

Nervosa e preoccupata.
Forse anche pentita.

"Senti, non ce la faccio." Mi bisbiglia per non recare fastidio alla lezione.

Senza risponderle le rivolgo uno sguardo serio, che la intima a spiegarsi meglio.

"Cosa diavolo è successo quella sera?" Mormora in preda a una crisi isterica, riferendosi a quando sono caduta dagli scogli e non presentandomi a casa sua.

Dopo un grosso sospiro che prendo per calmarmi le rispondo sottovoce.

"Hai intenzione di criticare tutto quello che dirò?"
"No." Dice, con un sbuffo appesantito.
"Nemmeno se si tratta di Eita?" Insisto.
"Ti ho detto di no...!" Al tono di voce di Sarah alcuni studenti si girano nella nostra direzione bisbigliando dei rumorosi shh spazientiti.

A questi ricambio uno sguardo fulmineo, per poi fare cenno a Sarah di andarcene. Entrambe raccogliamo tutte le nostre cose, per poi uscire dall'aula e raggiungere i giardini esterni.

"Adesso ti sei decisa a volermi ascoltare?"
"Crys, ti prego non iniziare col piede di guerra!" Sbuffa Sarah sedendosi su una panchina.
"No, no... era solo una domanda." Rispondo, con tono sarcastico. "D'altronde non sei stata tu a prendertela per prima, stamattina."
"Forse tu non ti rendi conto che è da giorni che non ti si può parlare." Contesta, cercando però di contenersi. "Non so che diavolo ti prenda, ma non hai mai reagito così male prima d'ora quando si parlava di quel ragazzo."
"Per lo meno ti sei sforzata di chiamarlo ragazzo. È un miglioramento."

Alla mia battuta Sarah si ammutolisce, fissandomi arresa. È a questo punto che mi accorgo che forse sto esagerando.

"Scusa." Sospiro, sedendomi accanto a lei. "Hai ragione, non so cosa mi prenda."

O forse lo so benissimo...

Non posso dire di conoscere Eita, ma non è sicuramente il mostro spaventoso che descrivono tutti.

E questa cosa mi fa imbestialire.

"Da chi prenderemo ora tutti gli appunti di questa lezione?" Domanda dal nulla.
"Che c'entra ora?"
"C'entra che non ho fatto altro che pensare a quando mi hai detto che sei caduta dagli scogli. E poi quella ferita..."

Capisco solo ora che col fatto degli appunti stava solo cercando di essere ironica e alleggerire la tensione che si è creata tra noi.

"Ho avuto paura, diavolo. E no, non di lui..." Sarah fa una piccola pausa, dove sembra trovare coraggio. "Non di... Eita." Quando la sento pronunciare il suo nome percepisco lo stomaco attorcigliarsi. "Mi sono spaventata per te, Crys." Sarah mi guarda con profonda sincerità, e quei suoi occhi lucidi mi stringono il cuore in una stretta straziante.

Mi manca parlare con lei, confidarmi con lei.
Ma quando si tratta di Eita è sempre stata terrorizzata, e in questi giorni sono successe troppe cose tutte assieme che riguardano proprio lui.

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