Capitolo 8

956 57 28
                                    

CRYS

Due occhi dorati mi stanno fissando nel buio della notte. Mi fissano, come se intorno a noi non ci fosse nient'altro.

Quella leggenda...

Se incroci il suo sguardo... muori.

Io li ho incrociati quegli occhi.

Li ho incrociati più volte.

E piuttosto che uccidermi mi hanno smosso qualcosa dentro. Qualcosa che mi ha fatto sentire tutt'altro che morta.

"Crys..." Una voce dolce mi chiama con un sussurro.

Sbatto più volte le palpebre per cercare di aprire gli occhi e abituarli alla luce. Mi sollevo sui gomiti, mettendomi a sedere sul morbido futon al centro della stanza.

"Haru..." Mormoro, guardandomi attorno. "Che ore sono?"
"Le nove del mattino."
"Merda, farò tardi in università."
"Preparati, ti porto io."
"Non c'è bisogno, se mi sbrigo riesco a prendere l'autobus."
"Ho detto che ti porto io." Ribatte, arruffandomi dolcemente i capelli.

Poi, nel silenzio della stanza, se ne va verso l'uscita.

"Lo sai che mi dà fastidio recarti così tanti problemi, vero...?" Mormoro prima che possa uscire.

Haru si volta, osservandomi con il suo solito sguardo dolce e protettivo di un padre.

"Tu non sarai mai un problema."

A quelle parole stringo le lenzuola tra i pugni.

Tu non sarai mai un problema...

Ieri, tornata dopo l'incidente in mare, è stata una giornata da dimenticare. Quando la polizia se n'è andata da casa dei miei genitori io e mia madre abbiamo fatto scoppiare una grossa lite. So bene quanto fosse preoccupata, ma le cose che ha detto... hanno smosso dentro di me tutto il rancore che provo nei suoi confronti.

Hai idea della tua irresponsabilità? Pensi mai alle conseguenze delle tue azioni?

Questo mi ha domandato in preda a un attacco di rabbia.

Irresponsabilità...

Conseguenza delle mie azioni...

La tua responsabilità dov'era mentre tradivi tuo marito? Stavi pensando alla conseguenza delle tue azioni, in quel momento?

Chiaramente le ho posto queste domande senza peli sulla lingua.

Tra me e lei finisce sempre così. Lei che cerca di nascondere i suoi errori e io che glieli ricordo da tutta la vita.

È vero, forse non sono una delle migliori figlie che si possano avere... ma lei non è di certo la migliore delle madri.

Al culmine della lite sono uscita di casa.
L'unico a venirmi dietro è stato proprio Haru.
Gli ho chiesto ciò che ho sempre preferito evitare per cercare di mantenere ancora un rapporto decente con i miei: venire a vivere da lui.

All'inizio era titubante, ma solo per paura che non avrei più risolto con mia madre. Poi ha accettato, a una condizione: che tornassi da lei almeno un paio di volte alla settimana.

Lost crystalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora