Capitolo 4

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CRYS

Apro gli occhi totalmente rintontita dalla nottata.
Mi allungo con fatica alla ricerca del mio telefono e quando guardo l'ora prendo un sospiro di sollievo: sono quasi le otto.

Mi sono svegliata anche fin troppo presto per essere tornata a casa all'una del mattino.

Mi alzo dal letto svogliatamente e, ancora assonnata, mi dirigo verso il bagno per guardarmi allo specchio: gli occhi gonfi e i capelli completamente in disordine per poco non mi fanno venire un infarto.

Dopo aver liberato la vescica da qualsiasi tipo di liquido io sia stata costretta a bere ieri sera, mi butto sotto un getto d'acqua fresca e dopo una doccia veloce ma rigenerante esco per tornare in camera mia con l'asciugamano in testa. Apro l'armadio e infilo degli shorts e una maglietta bianca larga e lunga fino alle cosce con qualche scritta nera sopra. Poi, dopo aver visto il sole fuori dalla finestra, decido di lasciare i capelli umidi ma di portarmi dietro un cappellino nero.

Sarah non mi ha ancora scritto, ma sicuramente mi chiederà di vederci per raccontarmi com'è andata con Tyler.

Afferro rapidamente una borsa a tracolla nera, ci infilo tutto ciò che può servirmi oggi senza aver bisogno di fare ritorno a casa: il portafoglio, fazzoletti, cellulare e chiavi di casa.
Esco dalla camera e scendo le scale il più rapidamente possibile. Non faccio neanche in tempo a mettere piede sull'ultimo gradino che Amber, la mia bellissima golden retriever mi travolge con le sue feste.

"Ciao amore mio!" Mi butto su di lei riempiendola di baci ovunque, che mi ricambia con qualche leccata dalla quale cerco di sfuggire trattenendo le risate. "Come sta la mia principessa bellissima?" Le domando con fare giocoso e affettuoso.

Amber accenna dei versetti, cominciando a girare su se stessa e a saltarmi addosso tutta felice.

Poi, improvvisamente, una voce femminile compare dalla cucina.

"Crys."

Mia madre.

"Fate colazione con noi?" Chiede dolcemente guardandosi attorno.

Starà sicuramente cercando Sarah, ma ovviamente non sa che non è rimasta a dormire.

"Sarah non c'è, e io sto uscendo." Taglio corto cercando di non sembrare troppo scorbutica.

Da ragazzina ho instaurato un orribile rapporto sia con lei sia con mio padre. Ad oggi cerco di mantenere la pace in casa parlandoci il meno possibile e con le dovute distanze.

"Oh, capisco... dove stai andando?"
"Da Haru." Rispondo, pur sapendo che ogni volta che pronuncio il suo nome per lei è più che un colpo al cuore.

Ma è così che dev'essere.
Un colpo al cuore, diretto.
Come quello che avrà lasciato anche lei a Haru.

"Crys." Questa volta è mio padre a chiamarmi dalla cucina.

Giro la testa nella sua direzione e lo guardo quasi impassibile. È già seduto a tavola, nonostante starà sicuramente aspettando mia madre per fare colazione con lei.

"Dimmi."
"Il rifugio sulla strada principale ha bisogno di un farmaco che ho in clinica. Oggi ho troppi clienti, avrei bisogno che lo portassi tu." Mi dice con distacco.
"Dammi le chiavi."

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