Capitolo 6.

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Ero parecchio affaticata, non lo nego. Un po' per il freddo destabilizzante che si stava espandendo sul mio corpo, sia per via del dolore alle ossa causato dalla cavalcata fatta nel pomeriggio. Forse non era stata la scelta più saggia scegliere di cavalcare nuovamente per tornare nel bosco, avrebbe avuto più senso farsela a piedi. Certo, ci avrei messo più tempo, ma almeno mi sarei stancata di meno. Ad ogni modo, penso sia scontato specificare che avevo deciso di intraprendere quel folle viaggio da sola. Prima di uscire, mi ero assicurata che Reep dormisse profondamente ai piedi del mio letto, giusto per non correre il rischio di svegliarlo. Conoscendolo, se si fosse accorto di quello che stavo facendo, pur di fermarmi mi avrebbe minacciato di raccontare tutto a Kezia, nonostante non sarebbe stato affatto da lui fare la spia su qualcosa che facevo di nascosto.

Non avevo chiesto a nessuno di venire con me, né a Katherine, che di certo non mi avrebbe assecondata stavolta, né ad Orejus, nonostante le promessa che gli avevo fatto riguardo l'avvertirlo prima di uscire dal Castello. Ero piuttosto in ansia, non dovevo assolutamente essere scoperta, o chissà cosa sarebbe successo. Uscita dal castello senza permesso per la seconda volta in un giorno: Kezia sarebbe stata capace di incatenarmi al letto di camera mia.

Sospirai, sforzandomi di cacciare via quei brutti pensieri. Non ne avevo di certo bisogno, non in quel momento. Dopotutto sarei soltanto dovuta arrivare nel bosco e recuperare la mia tanto amata collana, no? Cosa mai sarebbe potuto andare storto?

Calò il silenzio più assoluto nella mia mente, ero completamente concentrata sul ritrovare la strada giusta per arrivare a destinazione; c'era un gran buio, non si sarebbe potuto vedere quasi niente se non fosse stato per qualche lampione dal colore grigiastro posizionato al centro di una stradina immersa nella foresta.

Cavalcai per un'altra ventina di minuti a massima velocità, tenendomi lontana dal sentiero principale, giusto per essere certa di non essere vista da nessuno, finché non iniziai a prendere coscienza della stanchezza di Ruby, il mio cavallo, che si stava affaticando ogni metro sempre di più, diminuendo passo passo la velocità del suo galoppo. Sospirai e, dopo averle fatto una carezza sul dorso, la feci fermare dietro un grosso pino, scendendo a terra a mia volta. Il posto sembrava più o meno quello in cui ero stata il pomeriggio, avevo persino riconosciuto lo stesso identico lampione sotto il quale stavano la bambina ed il fauno fino a qualche ora prima. Sì, non c'era dubbio, ero arrivata.

Pronunciai una delle tante formule magiche che mi aveva insegnato Kezia negli anni e, con un leggerissimo movimento delle mie mani, lasciai apparire una piccola carota fra di esse, che porsi immediatamente a Ruby. A giudicare dal suo nitrito, apprezzò molto il regalo. Sorrisi impercettibilmente, iniziando a guardare a terra, alla ricerca del mio ciondolo. Dopo circa cinque minuti dall'inizio delle mie ricerche, non troppo lontano da dove mi trovavo, giusto una decina di metri, scorsi un luccichio apparire da sotto un piccolo cumulo di neve. Accennai un ghigno e mi diressi verso di esso a passo svelto; infilai la mia mano fra il ghiaccio sottostante ed estrassi la mia preziosa collana. Era proprio lei. Avrei potuto riconoscere il simbolo del leone dappertutto. La strinsi forte a me, sollevata, e dopo aver ringraziato almeno una ventina di volte il bellissimo cielo che si estendeva sopra la mia testa, colmo di stelle e una luna spettacolare, me l'allacciai immediatamente al collo, spaventata all'idea di perderla di nuovo. A quel punto mi sentii al settimo cielo, era come se mio padre fosse stato di nuovo lì con me, come se improvvisamente mi sentissi di nuovo protetta. Mi venne spontaneo sorridere nuovamente mentre mi stavo riavvicinando a Ruby, pronta a rimettermi in sella e ripartire ma, improvvisamente, sentii un brusio vicino. Come delle... voci.

Mi guardai intorno, eppure non trovai nessuno nelle vicinanze. Aggrottai le sopracciglia e provai a sporgermi nuovamente in avanti, appoggiandomi al grosso pino, lo stesso dietro al quale mi ero nascosta il pomeriggio stesso per osservare di soppiatto la piccola Lucy ed il Fauno Tumnus.

Le Cronache Di Narnia - Il Leone, La Strega e L'Armadio || Edmund PevensieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora