Capitolo 26.

88 7 0
                                    

<<Mh?>>.

Sebastian rise, sfoderando il suo perfetto sorriso a trentadue denti, bianco candido, perfettamente curato.

<<Vi ho domandato se avete bisogno di una mano per allenarvi domani. Credo che la signorina Katherine sia fuori per delle faccende private domani, se ho capito bene, mentre Orejus sta dedicando il massimo delle sue attenzioni all'allenamento degli ultimi fauni. Se vi può interessare, io sono libero domani pomeriggio, così magari potremmo darci la rivincita di oggi>>.

<<Ti ringrazio molto per l'invito, Bash, ma temo di dover rifiutare. Ho promesso ai ragazzi che domani li avrei allenati io stessa per sostituire Kath>>.

<<Oh, beh, non c'è alcun problema, posso comunque darvi una mano, due è sempre meglio di uno, giusto? Vi prego, non ho altro da fare e ve l'ho detto, quei ragazzi mi incuriosiscono particolarmente, voglio aiutarli ad affinare la loro tecnica>> insistette lui, prendendomi delicatamente le mani e sfoggiando una perfetta espressione di supplica, con tanto di occhioni lucidi immessi.

<<D'accordo, per me va più che bene. Hai perfettamente ragione, una mano in più non fa mai male>> gli sorrisi spontaneamente e lui non mancò di ringraziarmi immediatamente, chinandosi per farmi il baciamano, gesto estremamente elegante che mi ero però abituata a vedergli sfoggiare spesso.

<<Non sono stata abbastanza chiara negli ultimi due anni, Sebastian? Almeno dieci metri di distanza da Amberlie, se non vuoi problemi>> ecco la solita arrogante voce di Kastherine che spinse immediatamente kilo stregone ad allontanarsi da me, con l amni alzate in segno di resa.

I tre si avvicinarono a noi, fino a raggiungerci completamente.

Notai le gote di Bash arrossire lievemente, facendomi provare un forte senso di fastidio. Odiavo quando Kath si comportava così. 

<<Kath lo vuoi lasciare in pace?>>.

<<Si, Katherine, lasciali amoreggiare in pace>> aggiunse Pete, divertito dalla scena.

<<Non osare ripeterlo mai più, ti è chiaro figlio di Adamo?>> Peter alzò le mani alle parole di Kath, rivolgendo alla mia migliore amica una fugace occhiata angelica che la stimolò a sfoggiare la sua smorfia più bella.

<<Sono Peter, piacere, tu sei?>>.

<<Sebastian, piacere mio>>.

Per quanto non volessi e stia detestando in questo momento doverlo rivelare anche a voi cari lettori, non riuscii proprio a controllare il mio istinto innato di puntare i miei occhi dritti sul bel volto tormentato di Edmund, che sembrava aver assunto un'espressione ancora più seccata di prima, sempre che fosse possibile.

Mi venne spontaneo rivolgergli un sorriso sincero, noncurante della presenza degli altri ragazzi. Ormai lo avevo conosciuto bene e sapevo che stava facendo tutto il possibile per evitare il contatto fisico con me, cavolo, sembrava davvero furioso. Sentivo uno strano calore espandersi per il mio corpo, un forte fastidio. Non riuscivo proprio a sopportare di essere diventata invisibile per lui. Perché non mi guardava? Perché non mi parlava?

<<Eds ti ho cercato per tutto il pomeriggio, tutto bene?>> non rispose. <<Perché quel muso lungo?>> insistetti.

<<Niente che ti riguardi>> mi rispose secco, facendomi aggrottare immediatamente le sopracciglia, offesa. Ma si può sapere che cosa diavolo gli avevo fatto di tanto grave da farlo allontanare così improvvisamente da me? Mi sembrava di essere ritornati alla mattina in cui lo avevo salvato dalle grinfie di mia madre, l'atteggiamento scorbutico e menefreghista era lo stesso. Quasi come se stesse sfoggiando un'aria di superiorità.

Le Cronache Di Narnia - Il Leone, La Strega e L'Armadio || Edmund PevensieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora