Capitolo 28.

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Fu una delle notti peggiori che mi ricordai di aver mai passato nel corso della mia breve vita. Non solo feci fatica a dormire, continuando a rigirarmi nella mia branda per l'intera durata della notte, ma il forte mal di testa che non sembrava volermi abbandonare, pareva farsi più forte ora dopo ora. Riuscii finalmente a chiudere occhio verso le cinque di mattina, svegliandomi però appena due ore dopo, verso le sette e mezzo.

Quella mattina non avevo proprio voglia di parlare con nessuno, né tantomeno di perdermi in distrazioni, ero ancora mentalmente distrutta dalle parole che mi aveva sputato maleducatamente contro Edmund la sera prima, a cui tra l'altro avevo cercato di pensare il meno possibile per evitare di scoppiare in lacrime ancora una volta, e di certo l'insonnia non aveva aiutato a migliorare il mio mood.

Non persi tempo. Una volta sveglia mi alzai meccanicamente e corsi a guardare le condizioni della mia faccia nello specchio più vicino, seppur fossi già a conoscenza del terribile mostro che avrei visto riflesso di fronte a me, al posto del mio solito viso pulito e pallido.

Sbuffai.

Avevo due spesse occhiaie sotto gli occhi, i quali a loro volta erano terribilmente gonfi ed arrossati. Si vedeva chiaramente lontano un miglio che avevo pianto, cosa che avrei decisamente voluto evitare. Non volevo dare a quello spocchioso la soddisfazione di avermi ferita a tal punto. Fu così che, con la stessa energia di un bradipo addormentato, corsi fuori dalla mia tenda e mi avvicinai all'imbocco del bosco, raggiungendo il torrente più vicino da cui eravamo soliti rimediare l'acqua che bevevamo quotidianamente. Mi abbassai al livello di una piccola sorgente stagnante e, dopo essermi seduta su una roccia proprio accanto, mi sciacquai la faccia più volte, preoccupandomi di idratare alla perfezione ogni angolo del mio volto.

<<Acqua lucente che sfiori i fili d'erba, suoni tra i prati una marcia superba; acqua lenta che scorri dai monti, gorgheggi tra i sassi e ti apri alle fonti, acqua ubbidiente che scorri per questo torrente, bagni la mia pelle l'avvolgi in un velo ammorbidente>> pronunciai questa formula magica in un sussurro e subito mi sentii meglio. Gli occhi avevano improvvisamente smesso di bruciarmi e sentivo la mia pelle molto più fresca, come se avessi appena fatto un tuffo di testa dentro un cumulo di neve. Portai davanti al mio volto il piccolo specchio argenteo che avevo preso prima di uscire dalla mia tenda e osservai attentamente sul mio viso schiarirsi velocemente da ogni segno di stanchezza. Ogni minima ruga, occhiaia o segno di rossore, si dissolse immediatamente. Sorrisi spontaneamente.

Si trattava di una filastrocca che mi aveva fatto imparare a memoria Keisy quando ero più piccola, per iniziare a spiegarmi come controllare il mio potere dei quattro elementi. L'acqua era stato il primissimo elemento naturale sul quale avevo iniziato a lavorare, ed era anche per quello che sapevo padroneggiarlo molto meglio rispetto agli altri tre: terra, fuoco e aria.

Ringraziai il cielo di aver imparato a padroneggiare tanto bene la magia, o chissà che figura ci avrei fatto con Edmund...

Edmund, oh, sentivo una fitta al cuore solo a pensarci. La notte precedente, dopo aver combinato quel gran casino nella foresta, mi ero spaventata a tal punto da ritornare immediatamente indietro e fiondarsi a letto. Non sapevo proprio che cosa stesse a significare, per questo avevo intenzione di leggere il libro che mi aveva procurato Sebastian, il prima possibile. Sentivo che stava succedendo qualcosa di strano ai miei poteri e avevo la necessità di saperne di più. Solo e soltanto in caso io non avessi trovato niente in quel libro, avrei poi consultato Kezia per sapere se avesse idea di che cosa mi stesse accadendo, lei che era sempre così infornata su ogni cosa.

Feci un bel respiro e decisi di abbandonare tutti quei terribili pensieri sulla nottata precedente alle spalle, non volevo affatto che gli altri si accorgessero che c'era qualcosa che non andava. Non mi andava di dargli preoccupazioni, né tantomeno distrazioni di alcun genere. Dovevamo concentrarci solo ed unicamente sulla battaglia, quella era la cosa più importante.

Le Cronache Di Narnia - Il Leone, La Strega e L'Armadio || Edmund PevensieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora