III

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"Lo dite in modo sbagliato. È Wing-gar-dium Levi-o-sa, fate il 'gar' bello lungo".

Ron e Harry mi guardarono con profondo disprezzo mentre procedevo a far levitare la mia piuma sopra le loro teste.

"Non c'è da stupirsi che nessuno la sopporti", sentii Ron borbottare più tardi, mentre li seguivo fuori dall'aula. "È un incubo, davvero".

Questa volta le lacrime cominciarono a scendere prima che potessi allontanarmi.
Urtando accidentalmente Harry, corsi e non mi fermai finché non raggiunsi i bagni delle ragazze, dove rimasi a piangere per il resto della giornata, dimenticando completamente che era Halloween.

Non riuscivo a capire perché Ron e
Harry mi trovassero così fastidiosa. Non era colpa mia se ero così intelligente. E cercavo solo di aiutare.

Ma Ron aveva ragione: non avevo amici, non piacevo a nessuno, a parte agli insegnanti.
E anche in quel caso, sembrava che mi fossi inimicata Piton per ragioni che non riuscivo a capire.

Forse il mondo magico non faceva per me, dopo tutto.

Una conclusione che raggiunsi rapidamente quando arrivò un troll e passai l'intera prova a urlare in un cubicolo come un'eroina tragica invece di usare la bacchetta per difendermi.

"Ehi! Cervello di pisello!" urlò la voce di Ron.

Erano venuti a salvarmi! Guardai Harry e Ron che, eroicamente, abbattevano il troll mettendolo fuori combattimento con l'incantesimo che io avevo insegnato loro!

Pensai di ringraziarli mentendo agli insegnanti, anche se non era necessario.

Comunque sia, sembrava che avesse funzionato. E da allora cominciarono a tollerarmi.

Anche se sospettavo che avesse più a che fare con il fatto che avevano capito che ero brava a fare i compiti.

Comunque, era bello avere finalmente degli amici.

*****

Harry rischiò di morire durante la sua prima partita di Quidditch.

Lo salvai.

(Prendete nota, succede spesso).

****

Tornai a casa per Natale, lasciando Harry e Ron al castello, facendogli promettere che avrebbero usato il tempo per scoprire cosa custodiva quel cane a tre teste.

Insomma, non era affar nostro interferire, ma odiavo pensare che passassero le feste a poltrire.

Mamma e papà continuavano a negare l'esistenza della mia scuola, soprattutto quando non ero in grado di mostrare loro nulla di ciò che avevo imparato.

"Non mi è permesso usare la bacchetta fuori da Hogwarts finché non sarò maggiorenne". Spiegai quando papà mi suggerì di usare i miei nuovi poteri per 'incantare' le decorazioni natalizie giù dalla soffitta.

"Ma non avrai diciotto anni prima di sei anni!". Papà sbottò. "A cosa serve?".

"In realtà, nel mondo dei maghi si diventa maggiorenni a diciassette anni".

Non mi sfuggì lo sguardo che si scambiarono. Era chiaro che pensavano che avessi perso la testa.

*****

"Come sarebbe a dire che non avete trovato nulla?". Mi arrabbiai quando, tornando a scuola, scoprii Ron e Harry sepolti in mezzo a confezioni vuote di Cioccorane.

"Be', ho trovato uno specchio", disse Harry senza aiutare. "Era fantastico: c'era la mia famiglia morta e tutto il resto. Ma poi Silente me l'ha portato via".

White Otter - Dramione // TraduzioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora