Luna Jimlix (Jimin+Felix)

Capitolo 11 "Altri 9 giorni"

Jimin e Felix si erano nascosti dietro ad una parete per osservare meglio la scena, non si erano minimamente preoccupati dei visitatori che passavano e li fissavano incuriositi, la loro attenzione era tutta rivolta ai due a poca distanza.

"Sai chi è quello con tuo cugino vero?"
Sussurrò Felix osservandoli senza voltarsi verso di lui, era fin troppo vicino, se si girava era spacciato, non sarebbe riuscito a parlare, sarebbe solo rimasto a fissarlo, quasi in contemplazione.

"Lo conosco perché mio cugino mi ha parlato fino alla nausea del famoso critico d'arte Yoongi".
Disse a tono basso ridacchiando.

"Sembrano....conoscersi abbastanza bene".
Disse l'opposto notando che entrambi sembravano a proprio agio mentre dialogavano.

"In effetti".
Concordò Jimin notando la stessa cosa.

Poco dopo videro Hobi accarezzare il braccio al critico, lui non cercò  minimamente di scansarsi o allontanarsi, anzi di rimando gli sorrise, ed era una cosa abbastanza strana , lui oltre ad essere conosciuto per il suo lavoro era anche famoso per la sua freddezza, sempre staccato e sempre serio, in quel momento però sembrava l'esatto opposto del suo profilo conosciuto.

"Sembrano conoscersi decisamente bene ".
Ghignò Jimin riprendendo la frase precedente dell' opposto.

"Stanno decisamente flirtando".
Disse Felix voltandosi, dimenticando tutte le precauzioni e trovandosi così a pochi centimetri dal volto di Jimin.

"Beati loro, li invidio".
Disse Jimin alternando lo sguardo dalle labbra ai suoi occhi.

Felix percepì benissimo la tensione che si era creata dopo quella frase, nessuno dei due stava più prestando attenzione al pittore e al critico, erano troppo presi a guardarsi.

"A questa distanza le due lentiggini sono ancora più carine".
Disse Jimin osando toccarle  leggermente con un dito guardandole.

L'opposto poteva sentire la sua pelle quasi bruciare per il tocco e per il complimento, ma non li permise di andare oltre, non si sarebbe fatto fregare così facilmente, perché lui non riusciva a non pensare di non essere preso in giro.
Prese la mano di Jimin che si sorprese, si aspettava una svolta, ma capì che non era così, la conferma la ricevette quando quel gesto era chiaro che era stato fatto solo con l'intenzione di creare distanza tra di loro.

"Si è fatto tardi, salutiamo tuo cugino e mi riporti a casa?"
Dice Felix non riuscendo nemmeno a guardarlo in volto, non voleva vedere la delusione nei suoi occhi.

"Come vuoi".
Dice Jimin amareggiato, si era illuso troppo facilmente, ma infine aveva altri nove giorni per poterlo conquistare, non poteva già abbattersi dopo il primo giorno.

Tesi come una corda di violino si avvicinarono ai due che prima stavano osservando, tossirono per far notare la loro presenza, gli opposti cercarono maldestramente di ricomporsi un attimo, un modo per mascherare la fin troppo conoscenza era allontanarsi leggermente, il primo presentò Il critico con professionalità, i due stettero al gioco non facendo trapelare che avevano già visto più del dovuto, quindi si limitarono a salutarli per poi uscire dalla mostra.
Tutto il tragitto continuò ad essere silenzioso come l'andata, ognuno perso nei suoi pensieri, con la coda dell'occhio Jimin osservava il passeggero che fissava ciò che accadeva al di fuori dell'abitacolo, si vedeva che non vedeva l'ora di arrivare a destinazione.
Infatti uscì dall'auto quasi fuggendo, salutando rapidamente ed entrando subito nel cancello, non lasciò a Jimin nemmeno il tempo di ricambiare il saluto.

-Se ti piace così tanto correre preparati mio caro, il prossimo appuntamento sarà una bella corsetta. Vedrai che so correre più veloce di te, non mi sfuggirai-.
Pensò Jimin tornando verso casa.

Anche se la mostra non era andata così bene non si sentiva abbattuto, aveva percepito che anche se si allontanava non era esattamente ciò che desiderava, come se si costringesse a farlo.
Quindi con questa sensazione decisa in testa non poteva che essere solo più determinato a metterlo in un angolo, a portarlo ad arrendersi, le sue paure dovevano sparire.