|onzième|

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Nessuno, ma proprio nessuno sa dove sono diretta. E per nessuno intendo Julie, Colette e Leon che ho radunato a casa mia per scegliere l'outfit e il comportamento che avrei sfoggiato stasera -ovvero dieci minuti fa- al ristorante per ricconi col nome di quello che penso sia il proprietario: Le vent d'Armor.

Colette non ha perso tempo e si è messa subito a fare ricerche, non ha trovato una recensione negativa. Il cibo è ottimo e raffinato, lo staff è cordiale, lo chef è attentissimo ai dettagli e chi più ne ha più ne metta.

Forse mi comporto così perché non voglio ammettere che io non sono mai stata in un ristorante di un certo lusso.
Non ho idea di cosa aspettarmi, né di come comportarmi.
Ha detto che offriva lui, ma se vuole dividere? Io non ho abbastanza soldi soprattutto se devo pagare per far scarcerare Aaron da Woburn.
E, infondo, mi preoccupa anche il fatto che non esco con un ragazzo da almeno due anni e non scopo con qualcuno da quattro passati. Penso sia proprio per questo che ieri ho mandato tutto a puttane.

Ovviamente né Mel né Nova mi hanno più richiamata e quando mi sono presentata sotto il Vis qualche ora fa non c'era nessuno dei due.
Ma adesso penso solo a questa uscita e basta, mi farebbe bene staccare un po' la testa da tutto.

Sono obbligata a premere sul freno quando una lunga fila di macchine è appostata vicino al marciapiede e si sposta con lentezza, vedo da qui l'insegna blu del Le vent d'Armor e penso funzioni esattamente come nei film, dove lasci la macchina a quello che se ne deve occupare e te fai la tua entrata ad effetto nel ristorante.

Ma quando sono quasi arrivata davanti all'entrata del ristorante e vedo che nessuno sta scendendo dalla sua macchina per lasciarla a quel dipendente che non è presente sotto l'insegna, mi rendo conto che quei film sono di produzione americana e non francese.

Poi non ne ho idea se esistono davvero posti di quel tipo.

Infrango il codice stradale e mi inserisco nell'altra corsia in velocità, rischiando anche di tamponare la macchina che la stava già percorrendo.

Sbuffo, questa serata non sta iniziando bene e inoltre il vestito che indosso mi sta prudendo sul seno scoperto dandomi un fastidio enorme. Non ce la posso fare.

Trovo parcheggio altri cinque minuti dopo, parcheggio che non si potrebbe chiamare tale e che mi fa rischiare di prendere una multa. Ma sorpasso tutti i dettagli che mi suggeriscono di tornarmene a casa e di lasciar perdere.

Quando arrivo davani a Le vent d'Armor vedo il bel ragazzo moro ad aspettarmi sotto un lampione.
Non appena mi nota si avvicina a me e fa subito per prendermi la mano.

Mi fa fare un giro su me stessa e quando mi fermo sorride soddisfatto.

<<Tieni, tesoro, ti ho preso questo>> dice porgendomi un bouquet di tulipani che non avevo mai visto prima e non pensavo esistessero.

<<Questa particolare specie di tulipani che, come vedi, ha le basi dei petali rosse e le punte bianche. Si chiama Tulipano Screziato e rispecchia la lucentezza degli occhi di chi lo riceve in dono. Richiama la bellezza del tuo sguardo>> dice ad un passo da me.

Prendo il mazzo di fiori in mano e sono estasiata. Davvero molto.

<<Bè, grazie mille sconosciuto>> rispondo, senza il tono astioso che avrei dovuto avere per l'inizio serata.

Lui ridacchia alle mie parole e allunga la mano destra: <<Piacere sono André Smith>> dice mentre ricambio la stretta.

<<Sei americano?>> dico sorpresa, dato che dal suo accendo non si nota minimamente la possibilità di essere straniero.

Vis a ViesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora