|treizième|

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Sono le cinque di pomeriggio, oggi è tre Novembre e qui alla libreria Douce Lecture non dovrei starci ma stamane mi ha chiamato il proprietario dicendomi che ci sarebbe stata una presentazione di un libro e infatti c'è più gente qui che in un centro commerciale di sabato pomeriggio.

Il problema non è il fatto che mi abbia occupato il pomeriggio, o la gente che riempie questo spazio non troppo grande... ma chi è la soggetta che ha messo nero su bianco un libro dal titolo "Come si scopre il gossip" e anche gli altri due soggetti che sono qui vicino a me alla cassa e la guardano firmare copie su copie.

Proprio no, non mi va adesso di stare nello stesso posto di Chase, André e quella svitata riccona di Sheila.

<<Oh... emh.. tu, tu cara mi prendi un'altra bottiglietta d'acqua>> dice mentre sta a pochi metri da me, circondata da ragazze tra i dieci e i tredici anni e fa finta di non ricordare il mio nome.

Non me la filo di striscio, anzi faccio finta di star leggendo sul telefono un qualcosa di davvero troppo importante per darle retta.
<<Ho detto a te moretta!>> dice la sua voce molto più vicino a prima; infatti quando alzo la testa dallo schermo del cellulare mi trovo il suo faccione ancora abbronzato a pochi centimetri dal mio volto.

<<Pensavo parlassi di te in terza persona in realtà. Scusami Sheila>> le dico con il tono più calmo e innocente che riesco a farmi uscire.

<<Ebbene va'!>> esclama ancora più forte, tanto da farci guardare da tutti i presenti in libreria.

<<Le bottigliette d'acqua si trovano nello stanzino, seconda porta dopo la sezione psicologia. Prego>>
E nel sentire le mie parole il suo volto diventa ancora più scuro, scuro dalla rabbia.
Non sono l'unica ad aver notato la sua reazione negativa infatti una figura affianca quella di Sheila dietro al bancone e mi torreggia con disapprovazione.

<<Avril puoi andare tu per favore. Qui Sheila deve finire la presentazione e il firmacopie.>>

I due occhi scuri di Chase oggi sono tendenti al nero pece, ma nonostante la loro sfumatura macabra sono stupendi.

<<Certamente Chase... Tu cara non sforzarti troppo però!>> dico continuando a prendere per il culo l' informatrice de Paris, che si è allontanata un po' dalla cassa con la sua aria superba.
Ma non mi alzo dalla mia postazione dietro alla cassa e vedo negli occhi di Chase che la calma che mi ha mostrato era solo apparenza.

<<Non è mio compito garantirle da bere o da mangiare. Ripeto: Non. È. Mio. Compito>> dico scandendo ogni parola nell'ultima frase.
Sheila mi guarda indispettita, probabilmente andrà da chi gestisce la libreria a lamentarsi di me; che lo faccia.
Io voglio fare l'ostetrica non la commessa in una libreria.

Sheila pianta i palmi sul bancone della cassa e abbassa il collo in modo da avvicinarsi il più possibile a me, Chase sembra indifferente, non si muove di un millimetro.

<<Ascoltami bene. O mi vai a prendere quella bottiglietta d'acqua e smetti di lamentarti oppure vado a fare un paio di chiamate e non solo al pezzente che ti ha assunta qui...>> e quando ha finito la sua minaccia stile bambina di dodici anni si allontana da me, da Chase e da André e si rimette a fare foto e firmare libri.

<<Avril...>> Chase sussurra il mio nome in tono contrariato ma io lo ignoro e al posto di guardarlo, fisso la mia attenzione su André che non ha minimamente seguito la scena e neanche ci presta la minima attenzione, non so che fare con questo ragazzo.

Poi realizzo, realizzo che io e Sheila stavamo avendo una conversazione in francese e Chase che non parla francese, mi ha risposto in francese.

Nonostante i miei occhi siano su André, perso nell'osservare le ragazzine in libreria con Come si scopre il gossip in mano, la mia mente è completamente focalizzata su Chase e su questo dettaglio del quale non ci ho mai fatto caso.

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