7 CAPITOLO

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JUNGKOOK'S POV

Otto anni. Erano passati 8 fottuti anni dall'ultima volta che l'avevo visto. 2922 giorni dall'ultima volta che avevo sentito la sua voce.

“Ti posso spiegare Jungkook, hai frainteso, non raccontarlo alla mamma”. Ero piccolo certo, ma non stupido. Cos'è che avevo frainteso esattamente? L'avevo trovato a fare cose sconce nel mio letto insieme ad un'altra donna. Era tutto così chiaro e cristallino che mi chiesi con quale coraggio si era permesso di dirmi che avevo frainteso e che per questo non dovevo dire nulla.

Dopo che eravamo partiti per Seoul non l'avevamo né più visto né sentito. Non capivo se la cosa mi rendesse più felice o demoralizzato, ma comprendevo il fatto che avevamo perso le sue tracce perché lui voleva appositamente che non lo trovassimo.

La mia mente aveva provato a scacciare l'immagine di loro due stesi nudi nel letto per anni, ma non c'era stata notte, i primi tempi, che non la rivedessi e rivivessi in loop. Mi svegliavo sudato, con il respiro corto e le lacrime che non smettevano di scendere copiose dagli occhi. Mi sentivo intrappolato in un incubo, convinto che non sarei mai più riuscito ad uscirne.

“Ho sbagliato qualcosa? È stata colpa mia se se n'è andato? Non sono stato un bravo bambino, un bravo figlio?” La mia mente si era convita che se avessi trovato almeno un singolo motivo dietro le cose orribili che aveva fatto, sarei riuscito a mettermi l'anima in pace e ad andare avanti con la mia vita.

Persino incolparmi era diventata un'opzione plausibile, perché il dolore lancinante che provavo all'altezza del petto ogni qualvolta il suo ricordo tornasse a galla, era diventato troppo pesante da sopportare, ed io ero diventato terribilmente stanco e provato.

Perché? Perché cazzo le cose erano andate in quel modo? Perché non potevo essere, vivere e sentirmi come un normale bambino di 9 anni? Era l'unica cosa a cui riuscivo a pensare e le uniche domande che continuavo a pormi giorno dopo giorno.

Perché Jieun si e mia madre no? Perché scegliere di avere un'altra famiglia pur sapendo di averne già una che ti amava incondizionatamente? 

La mia mente era invasa di domande, ma a nessuna di loro riuscì mai a trovare una risposta. Non ci riuscì semplicemente perché non esistevano. Niente di ciò che conoscevo sarebbe bastato per giustificare la cattiveria e l'indifferenza che ci aveva riservato.

Mi aveva abbandonato privandomi del suo affetto, mi aveva reso cinico e diffidente nei confronti degli altri quando ero solo un bambino e per questo avrei dovuto odiarlo. Per questo ma anche per non aver mai trovato il coraggio di guardarmi negli occhi e dirmi che mi voleva bene.

Avrei dovuto è vero, fino a consumarmi, fino a non far rimanere dentro di me nemmeno un briciolo di pietà o compassione, eppure non ci sono mai riuscito. Avrei dovuto odiare lui e invece avevo finito per odiare me stesso, affibbiandomi colpe che chiaramente non mi appartenevano.

Ma non ho mai saputo né provato a fare diversamente. Questa era la mia via di fuga, il metodo più facile per cercare di non affrontare il dolore, per scappare. Giustificare le sue azioni condannando le mie.

Per anni mi sono convinto di questa cosa e per anni ho provato a respingere le convinzioni dell'unica persona a cui ne avevo parlato. L'unica persona alla quale avevo dato in mano il mio cuore pregando ogni giorno che non lo distruggesse.

Quella stessa persona che aveva condiviso con me i momenti più belli dopo essermi stato accanto in quelli che erano diventati un incubo. Colui a cui avevo riversato tutta la rabbia e la frustrazione che covavo dentro perché il macigno che gravava sul mio petto era diventato insopportabile da reggere da solo.

Our stupid Love Bet || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora