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JUNGKOOK' S POV

Se quella sera credevo di aver raggiunto il massimo picco d'imbarazzo, i giorni dopo furono anche peggio. La mattina successiva alla festa, io e Taehyung ci svegliammo contemporaneamente per colpa della luce del sole che entrando dalle tapparelle ci aveva graffiato gli occhi.

Dopo iniziali minuti di confusione avevamo preso coscienza di quanto fosse accaduto e senza che ci dicessimo niente, raccogliemmo i nostri vestiti e lasciammo la villa in completo silenzio. Anche il viaggio in macchina era stato silenzioso.

Era come se ci mancassero le parole per affrontare quell'argomento. Era un qualcosa di ancora troppo fresco e imbarazzante, a stento riuscivo a guardarlo in faccia.

Per quanto la mia mente si rifiutasse anche solo di pensarci, ero maledettamente curioso di sapere se a lui era piaciuto quello che avevamo fatto.

Ad ogni modo, le mie domande non trovarono risposta dato che non glielo chiesi. O meglio, non ne abbi mai effettivamente il coraggio.

Inizialmente era stato difficile riabituarci alla presenza l'uno dell'altro senza dover per forza scappare da un'altra parte pur di non rendere troppo palese che ci fosse qualcosa che non andava. Ci sentivamo impacciati persino a stare da soli nella stessa stanza.

Nonostante fu una delle migliori esperienze che avessi mai vissuto, da una parte me ne pentì. Non ci parlavamo più spontaneamente, evitavamo di vederci, avevamo persino cambiato orario di lezioni pur di non dover tornare insieme a scuola.

A saperlo, non avrei mai lasciato che accadesse.

Mi ero stufato. Mi mancava il mio migliore amico. Alla fine, per quanto potesse essere imbarazzante, non era stato nulla di irreparabile. Eravamo ubriachi, la situazione ci era sfuggita di mano e senza che ce ne rendessimo conto eravamo finiti a letto insieme.

Nulla di più nulla di meno. E volevo che lo sapesse, volevo che sapesse che nonostante quello che era successo, niente tra di noi sarebbe cambiato.

Che io ero sempre Jungkook e lui sempre Taehyung. Che noi eravamo ancora noi.

Così decisi che quel giorno l'avremmo passato insieme facendo le solite cose. Lui sarebbe venuto a casa mia, avremmo ordinato cibo cinese e l'avremmo mangiato guardando un film divertente.

E così fu.

Avevo telefonato il mio capo per chiedergli un giorno di permesso, e poi, una volta tornato a casa, chiamai Taehyung. Pensai che non avrebbe più risposto dato che gli squilli si stavano prolungando più del previsto, ma alla fine la sua voce fece capolino dall'altra parte del telefono e non potei fare a meno di tirare un sospiro di sollievo.

<<Tae, ehi>> Mi sentivo nervoso come quando l'avevo chiamato quel giorno a scuola. Era stato prima della festa, prima che il disagio presente tra di noi fosse così palpabile da poter essere tagliato con un coltello.

<<Koo, ehi, dimmi>> Nonostante potessi percepire un punta di agitazione, la sua voce era leggera, soffice. Mi trasmetteva calma.

<<Hai tanto da fare oggi?>> Indugiò prima di rispondere. Non sapeva se dirmi una bugia e quindi continuare a scappare, oppure dirmi la verità e provare ad affrontarmi, a venire a patti con il fatto che ormai non potevamo più tornare indietro e che l'unica cosa da fare era guardare avanti.

Our stupid Love Bet || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora