CAPITOLO 1: TRADIMENTO

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Quella mattina Antonio Antonelli si sveglió più irrequieto del solito. Nonostante fossero già le nove del mattino, la stanza era ancora avvolta dalle tenebre. Scostando la sottile tenda vicino al comodino, vide un enorme nuvolone nero incombere minaccioso nel cielo, pronto a riversare la sua furia su tutta la città.

<< Che giornata di merda... >> disse affondando nuovamente il viso sul cuscino.

Fortunatamente quello era il suo giorno libero. La sera prima venne costretto a partecipare ad una cena aziendale in compagnia di tutti i colleghi e di alcuni importanti clienti. Antonio odiava quel genere di eventi e cosí decise di concedersi più bicchieri di vino e di amari possibile. A fine serata era talmente ubriaco da non ricordarsi nemmeno chi lo avesse riaccompagnato a casa.

<< Cazzo... adesso chi la sente a Beatrice >> pensò voltandosi e iniziando a fissare il soffitto.

Beatrice era la sua sponsor agli alcolisti anonimi. Antonio inizió a bere a dodici anni, quando perse sua madre a causa di un'aneurisma. Il padre invece non lo aveva mai conosciuto. Abbandonò la madre all'ottavo mese di gravidanza e non si fece mai più vivo.

Erano ormai due anni e mezzo che Antonio non toccava una goccia di alcol. Pensava di essere riuscito finalmente a trovare un equilibrio sia fisico che mentale, ma si sbagliava. Quell'infida malattia si annidava ancora all'interno del suo cervello, assopita per tutto quel tempo in attesa di poterlo aggredire di nuovo e ributtarlo in fondo al baratro.

<< Sarà meglio inviarle subito un messaggio. >>

Dopo essersi fatto una doccia ristoratrice, andò in cucina per gustarsi una ricca colazione accompagnata da un'abbondante tazza di caffè amaro. Una volta seduto e impegnato a spalmare la marmellata su una fetta di pane tostato, prese in mano il telefono. Notò di aver ricevuto una dozzina di chiamate da parte di un numero sconosciuto.

<< Chi cazzo sarà? >> si domandò.

Richiamó il numero. Gli rispose una voce femminile: << Studio legale Sorrentino, mi dica. >>

<< Salve ho ricevuto diverse telefonate da questo numero... ma penso che ci sia stato un errore. >> le fece eco Antonio

<< Potrebbe dirmi il suo nome, per piacere? >> chiese con voce nasale la donna.

<< Antonio Antonelli >>

<< Le passo subito l'avvocato Sorrentino, attenda in linea...>>

Antonio tentò inutilmente di bloccare la donna.

<< Pronto signor Antonelli, sono Domenico Sorrentino. È un vero piacere fare la sua conoscenza >> si presentó un uomo dal marcato accento napoletano.

<< Salve... >> rispose Antonio a disagio << come stavo cercando di dire alla sua segretaria, penso che ci sia stato un errore. >>

<< Nessun errore signor Antonelli. La chiamo per una questione delicata. Si tratta di una faccenda di eredità. >>

<< Eredità? Ma io non ho nessun parente prossimo avvocato! Glielo ripeto, deve esserci un errore. Un caso di omonimia suppongo. >>

<< Lei è Antonio Antonelli, nato il 28 Ottobre del 1997? Figlio di Celeste Antonelli? >>

<< Sì, sono io >> rispose irrigidendosi.

<< Allora lei è proprio la persona che stavo cercando. >>  << Suo padre è venuto a mancare qualche settimana fa. Le mie più sincere condoglianze. >>

<< Non servono. Io non ho mai avuto un padre >> rispose secco Antonio.

<< Ecco vede a quanto pare... >> l'avvocato tentò di riprendere il discorso, imbarazzato da quella dichiarazione inaspettata: << ... suo padre l'ha designata come unico beneficiario nel suo testamento. >>

<< Come le ho già detto prima, io non ho un padre. Non l'ho mai avuto. Non voglio niente da quell'uomo è chiaro? >> urló Antonio sbattendo forte un pugno sul tavolino. Il caffè si sparse su tutta la superficie di plastica color crema, iniziando a gocciolare sul pavimento da più lati.

<< Ci pensi con calma signor Antonelli. Io, intanto, le invio a casa tutta la documentazione, così potrà visionarla e prendersi il tempo necessario per schiarirsi le idee. >>

<< Io non voglio... >> tentò di replicare Antonio contrariato, ma l'avvocato pose fine bruscamente alla conversazione interrompendo la telefonata.

<< Ho proprio bisogno di un drink cazzo... >> sbuffó Antonio portandosi le mani agli occhi.

<< Sarà meglio chiamare subito Beatrice, prima di fare un'altra stronzata come quella di ieri sera. >>

EREDITÀ DI FAMIGLIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora