CAPITOLO 13: LA NOTTE DELLE STREGHE

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Tutto era calmo. Il vento era cessato. Un tombale silenzio dominava sulla vallata. Neanche il bosco faceva alcun rumore. Neppure il verso di un animale notturno impegnato nella caccia, o di ritorno al sicuro nella propria tana.

Una leggera foschia stava iniziando a calare, rendendo la notte ancora più fredda.

Alcune luci blu stavano eseguendo infinite giravolte, all'interno di tetraeadriche cupole di plastica. Poggiavano su una fredda creatura di metallo, dalle bizzarre zampe di gomma circolari.

«Mi dispiace signor Antonelli, ma non ci sono prove che dimostrino la presenza di terzi all'interno della sua abitazione» disse rigidamente un carabiniere.»

«E io vi ripeto che una donna si è aggirata da queste parti negli ultimi giorni. L'ho vista l'altra notte che se ne stava immobile a fissarmi in mezzo al campo, mentre imperversava un violento temporale. Oggi è entrata in casa mia, riducendola in questo stato» replicó Antonio con fermezza, indicando il soggiorno devastato dal disordine. «Quale altra spiegazione potreste dare a questa baraonda?»

«Signor Antonelli, le consiglio caldamente di non peggiorare la sua situazione.»

«In che modo potrei peggiorarla, mi scusi?»

«Il mio collega ha trovato queste, rovesciate sul pavimento della cucina» affermó il gendarme in tono accusatorio. Teneva in mano una busta di plastica sigillata, al cui interno erano state riposte le tre bottiglie di vodka comperate qualche giorno prima all'alimentari del vecchio Biagio.

«Non le ho nemmeno aperte quelle dannate bottiglie» replicò Antonio, paonazzo di rabbia.

«Signor Antonelli...»

«Se Antonio dice di non aver aperto quelle bottiglie, allora non le ha aperte!» lo interruppe bruscamente Cordelia.

«Cordelia!» tuonó con voce profonda Augusto, il padre della giovane.
«I carabinieri stanno facendo solo il loro dovere.»

«La ringrazio, signore!» esclamò, mostrando il saluto militare.

Il padre di Cordelia era il sindaco di Boscofosco da ormai tre anni. Era noto, ma soprattutto apprezzato da tutto il villaggio, proprio per la sua integerrima moralità e forte disciplina.

«Papà... accusare uno come noi di aver bevuto, quando invece è il contrario, è un gesto grave oltre che oltraggioso. Potrebbe spingere una persona ad attaccarsi di nuovo alla bottiglia» gli rispose con la stessa forza d'animo Cordelia, fissandolo negli occhi.

Antonio si sentiva a disagio e amareggiato per essere stato responsabile di quella lite familiare.

«Calmatevi voi due. State facendo una pessima figura» li rimproveró Melissa.
«Lasciate fare a me. Antonio guardami negli occhi e dimmi la verità»

«Signora, glielo giuro. Non ho toccato quelle bottiglie» disse lui, venendo quasi ipnotizzato da due profondi occhi grigio-azzurri.

«Sta dicendo la verità, caro» disse la donna rivolgendosi al marito.

Dopo una trentina di minuti, le forze dell'ordine se ne andarono, lasciando Antonio in compagnia della famiglia di Cordelia.

«Come avete fatto a sapere che ero nei guai?» domandó Antonio incuriosito.

«Questo è un piccolo villaggio. Non appena hai telefonato alla caserma, la notizia si è diffusa a macchia d'olio. Così li ho costretti a venire qui» rispose amabilmente Cordelia.

«Che disastro! Ma chi puó essere stato a combinare un tale macello?» intervenne Melissa.

«Non ne ho idea, signora. E tutta questa storia non mi piace per nulla. Non credo che riuscirò a chiudere occhio stanotte, sapendo che in qualsiasi momento potrebbe ritornare quella pazza.»

EREDITÀ DI FAMIGLIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora