Antonio stava dormendo. La testa era appoggiata, sopra le braccia conserte, su una morbida coperta di colore bianco. Di fianco, distesa sul letto, giaceva Cordelia ancora incosciente, attaccata a un respiratore. La notte di Halloween qualcuno la aggredì, dopo aver manomesso l'impianto elettrico ed essersi intrufolato in casa.
Antonio la trovò accasciata a terra, con chiari segni di strangolamento sul collo. Alcune gocce di sangue furono rinvenute, ma nessuna ferita era presente sul corpo e neppure il DNA corrispondeva al suo. Il Corpo dei Carabinieri brancolava nel buio.
Un gruppo di ragazzini, usciti per l'usanza tradizionale di dolcetto o scherzetto, dichiarò di aver visto una persona scappare dalla casa del sindaco e dirigersi verso l'oscurità del bosco. La misteriosa figura indossava un lungo abito nero e aveva una massa voluminosa di capelli color rosso fuoco. I gendarmi, tuttavia, non diedero credito alle parole dei quattro giovani a causa della loro fama di bugiardi e a piccoli atti di vandalismo.
Una mano dai lineamenti fini si appoggiò alla sua schiena. Antonio si svegliò, accennando un piccolo sobbalzo. Una piacevole fragranza all'arancia avvolse i suoi recettori olfattivi. Era un profumo familiare. Si voltò e vide il volto stanco e afflitto di Melissa.
«Antonio perché non vai a casa a riposarti un po'? Rimarremo io e mio marito accanto a Cordelia.»
«No!», esclamò con decisione «Devo starle accanto. Voglio essere presente quando si sveglierà. Le devo chiedere scusa per non averla...» le parole gli si strozzarono in gola.
«Caro...te lo abbiamo già detto. Non è stata colpa tua.»
«L'ho lasciata da sola. Se fossi stato con lei, avrei potuto proteggerla e non sarebbe in queste condizioni.»
Melissa non replicò. Un silenzio impregnato di dolore si diffuse per tutta la stanza. Antonio si volse verso Cordelia, contemplandola come un credente di fronte a una santa. Prese la mano sinistra tra le sue, iniziando ad accudirla con dolci carezze.
Bussarono alla porta. Erano gli stessi carabinieri conosciuti qualche settimana prima.
«Buongiorno», dissero all'unisono entrando nella stanza a testa china.
«Ci sono novità?» domandò Melissa in fremente agitazione.
«Abbiamo trovato qualcosa signora. Vorremmo per questo che gentilmente lei, suo marito e il signor Antonelli ci seguiate in caserma per una verifica.»
Antonio non li degnò neanche di uno sguardo. Rimase immobile come una statua di marmo nella sua posizione contemplativa, continuando ad accarezzare la mano di Cordelia, quasi a volerne stimolare il risveglio.
«Antonio... dobbiamo andare...» disse Melissa avvicinandosi.
«Io non vado da nessuna parte» rispose irremovibile.
«Signor Antonelli la nostra non è una richiesta. È un ordine!» tuonò uno dei militari. «Se non viene di sua spontanea volontà, la trascineremo con la forza.»
«Arrestatemi, allora. Non abbandonerò un'altra volta Cordelia.»
Melissa si mise al suo fianco e si inginocchiò: «Antonio ti prego. Fallo per me... Anzi fallo per mia figlia. Se tieni davvero a lei, dobbiamo fare quello che ci hanno ordinato, senza opporci. È necessaria la collaborazione di tutti per poter catturare la persona responsabile. Non vuoi che Cordelia abbia giustizia?»
Gli occhi di Antonio si inumidirono. Si alzò dalla sedia, ormai diventata parte integrante del suo corpo. Si avvicinò al volto della ragazza e le baciò la fronte. Scese lentamente, raggiungendo l'orecchio: «Torno presto» le sussurrò.
Una volta giunti in caserma, Antonio e i genitori di Cordelia vennero condotti all'interno di una piccola stanza, arredata con un paio di sedie e un tavolo rettangolare di metallo; sopra quest'ultimo, era stato disposto un computer portatile.
«Abbiamo analizzato attentamente le registrazioni delle vostre telecamere di sicurezza. A quanto pare, il gruppo di ragazzini, venuto a testimoniare, ha dichiarato il vero» introdusse un carabiniere.
Premendo un tasto della tastiera, venne avviato un video opportunamente preparato. Tutti i presenti iniziarono a guardare con grande attenzione ogni singolo fotogramma. Dopo pochi secondi, si palesò la responsabile di tutta la loro sofferenza. Era una donna, proprio come era stata descritta dalla banda di monelli. Nella registrazione era stata impressa di spalle, mentre si avvicinava lentamente alla casa, per poi sparire dal raggio d'azione della telecamera.
«È la stessa donna che mi perseguita. Ve lo avevo detto che non me l'ero immaginata» asserì Antonio.
«Non c'è altro agente?» chiese in tono malinconico Melissa.
«Sì, signora. Abbiamo altri video in cui la sospettata è stata immortalata; purtroppo, nella maggior parte di essi non si riesce a vederne il volto.»
«Nella maggior parte? Significa che, almeno in uno, è stata registrata la sua faccia da culo!» proruppe infervorato Antonio.
Augusto lo fulminò con severità, così come i due carabinieri.
«Scusatemi» aggiunse imbarazzato.
«Comunque sì, in un video è stato possibile vedere il volto della donna per pochi secondi.»
Dopo un paio di click, un nuovo video venne fatto partire. Era della telecamera posizionata poco distante dalla porta sul retro. Proprio come anticipato dal gendarme, il volto della misteriosa donna fu visibile per pochi secondi.
«Non si vede praticamente nulla» disse sconfortata Melissa.
«I nostri tecnici hanno lavorato a lungo, e sono riusciti a catturare il giusto istante della sua apparizione e a migliore la qualità dell'immagine. Tra poco vi mostrerò il suo volto.»
Sempre dopo un paio di click, un volto femminile di poco più di quarant'anni apparve sullo schermo.
«Avete mai visto questa donna?» domandò il militare.
Melissa e Augusto scossero la testa amareggiati.
Antonio si irrigidì.
«N... no...non... non è possibile» disse balbettando e con voce tremante.
«Antonio conosci quella donna?» domandò il padre di Cordelia, finalmente destatosi da un autoimposto voto di silenzio.
«N... No... N... No...» continuò quasi ipnotizzato.
Antonio iniziò a tremare, come se fosse in preda ad un attacco epilettico.
«Antonio non ti senti bene?» cercò di tranquillarlo Melissa, prendendogli la mano.
«Non può essere...», due spesse file di lacrime iniziarono a rigargli il volto.
«Figliolo, che ti prende?» chiese Augusto, sinceramente preoccupato per lui.
«Mamma...» emise quasi sussurrando, poco prima di cadere violentemente a terra privo di sensi.
Spazio dell'autore:
Ho deciso di fermarmi per un po' con la stesura di questa storia. Sento che mi imporrei di scrivere a tutti i costi e questo nuocerebbe alla trama a cui tengo molto e che nella mia testa è già pienamente elaborata. Ultimamente è stato un periodo di grandi cambiamenti, finalmente di natura positiva, che richiederanno il mio impegno totale e un notevole investimento di tempo. Spero possiate comprendere la mia scelta. Concludo, augurandovi un arrivederci.
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EREDITÀ DI FAMIGLIA
Mystery / ThrillerUn giovane alcolista di ventisei anni riceve un'eredità inaspettata da un padre mai conosciuto. Dovrà fare i conti con un passato insopportabile che non vuole lasciarlo andare e con un futuro imminente, colmo di insidie e pericoli.