42. Compagni di giochi

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Giulia

Con tutta l'umiltà del mondo, devo ammettere che l'idea della partita di pallavolo è stata un'ottima idea... infatti è stata mia.

Stiamo giocando da circa quindici minuti e mi sto divertendo come non mai. Io e Thomas abbiamo un'intesa che fa paura e per ora siamo in vantaggio.
Non serve neanche parlare, bastano gli sguardi per capirci.

Anche Nicole si sta divertendo parecchio. La vedo ridere animatamente davanti a qualche passaggio ignobile di Alex che, per quanto possa impegnarsi, non arriva al suo livello.
Nicole, come previsto, è bravissima; ogni movimento è perfettamente coordinato, è sicura di sé e sa ciò che fa. A differenza del suo imbranato compagno di giochi.

《Alex, cerca di impegnarti!》lo sgrida Nicole durante una breve pausa acqua. Nel frattempo io e Thomas siamo leggermente distanti da loro, liberi di parlare tra di noi.

《Sai, quando mi hai detto che eri il migliore della squadra di pallavolo non credevo dicessi sul serio》esordisco prendendo un asciugamano dalla borsa che ho portato.

《Mi sottovaluti spesso Giulia, non va bene》risponde fingendosi offeso.

《Chiedo venia. Perdonami, ma non eri molto credibile sovrastato dal tuo immenso ego》ridacchio divertita dalla situazione.

Ride anche lui, per poi prendere la bottiglia che avevo portato per lui e portarsela alle labbra per bere. Quando ho preso l'occorrente ho pensato di prendere due bottiglie d'acqua, non so perché, mi è venuto spontaneo, non ci ho nemmeno pensato, è stato un gesto istintivo che il mio subconscio ha fatto senza neanche rendersene conto.
L'ho fatto e basta.

Lo ammiro ammaliata senza riuscire a distogliere gli occhi da lui. Diamine, è sexy anche mentre beve.

《Ti ringrazio per aver portato l'acqua anche per me》dice quando ha svuotato per metà la bottiglietta.
Gli sorrido sinceramente, contenta della sua frase. Mi fa piacere l'abbia notato. Per me non significano molto le parole, bensì i fatti e sono disposta a dimostrare tutto l'amore del mondo per questo ragazzo.

《Wabi-sabi》mormora tra se, senza smettere di guardarmi.
Sento il suo sguardo sulla pelle come se fosse fuoco che arde su di me.

《Come?》domando smarrita riprendendo contatto della realtà.

《Wabi-sabi. È una parola giapponese. Indica l'accettazione dell'imperfezione delle cose. I giapponesi apprezzano l'immensa bellezza che regna nell'imperfezione perché è proprio quella più vera. Quella più autentica, senza filtri né trucchi》spiega con gli occhi agganciati ai miei.

Non riesco a dire nulla. Mi ha spiazzata. Sia con la sua cultura, sia con il fatto che, per una minima parte, ho l'impressione che ciò che ha detto sia in qualche modo riferito a me.

《Ti rappresenta》dice infatti, come se mi avesse letto nel pensiero.

《Mi stai dicendo che sono imperfetta?》chiedo inarcando un sopracciglio. Anche se mi stesse dicendo che sono imperfetta, detto da lui, per me è un complimento. Ne vado fiera.

《Ti sto dicendo che sei bellissima proprio per questo》risponde dandomi un leggero bacio sulla punta del naso.

Arrossisco di colpo sorridendo come una scema, senza riuscire a smettere di guardarlo negli occhi.
In quegli occhi blu ho trovato casa.

Ci avviciniamo sempre di più finché non siamo a pochi millimetri di distanza, quando una voce ci richiama all'ordine.

《Giulia! Thomas! Venite!》esclama Alex alle nostre spalle.
In questo momento ho la tentazione di maledirlo... o di andare da lui e prenderlo a sassate nelle gengive.
In effetti la seconda possibilità sarebbe molto più divertente.

《Andiamo. Ci stanno aspettando》sussurra Thomas, senza però dare l'intenzione di muoversi.

《Continueranno ad aspettare》affermo tirandolo verso di me per catturare le sue labbra tra le mie.
Non voglio che questo momento finisca. Mai.
Non m'importa nemmeno che adesso chiunque ci possa vedere capisca che stiamo insieme perché so che non avremmo mantenuto a lungo il segreto, anzi, forse lo sanno già tutti.
Purtroppo però, prima o poi dovremmo fare i conti con la distanza che ci dividerà nella grande Milano.
Ora non voglio pensarci.

Una mano picchietta sulla spalla di Thomas, ed è costretto ad allontanarsi scocciato, emettendo un sonoro sbuffo.

《Allora, volete venire a giocare o rimanere qui a fare la coppia innamorata?》sbotta Alex.

《La scelta non è molto difficile dato che giocare con te equivale a giocare con un cavallo》lo ammonisce Thomas.

《Non dire così, Thomas.
I cavalli giocano molto meglio》mi aggiungo io scatenando la risata vivace di Nicole.

È una gioia vederla di nuovo ridere. Quando sta male, il mio cuore piange con lei e vederla ridere illumina le mie giornate.

《Questo è bullismo, lo sapete? Siete proprio delle brutte persone!》esclama Alex seccato, mentre noi ridiamo sempre di più.
Sa che stiamo scherzando, non ci prende sul serio, però è sempre divertente vederlo arrabbiato.

《Brutte persone che sanno giocare a pallavolo》replica Nicole tra una risata e l'altra.

《Avete intenzione di sfottermi ancora per molto o possiamo andare a giocare?》esclama spazientito.

《Vuoi davvero sapere la risposta?》domando sarcastica riprendendo fiato dopo le tante risate.

《Credo di no. Muoviamoci》risponde secco avviandosi verso il campo.

Lo seguiamo e Nicole si affianca a lui, probabilmente di proposito, per lasciarci un minuto di privacy.

《Sei davvero bella mentre giochi a pallavolo, lo sapevi?》commenta Thomas lasciandomi un leggero bacio sul collo e aspirando a fondo come se il mio profumo fosse il suo ossigeno.

《Wow! Mi stai viziando con tutti questi complimenti. Sarà difficile farne a meno poi》rispondo mentre sento il mio sorriso sbiadire lentamente al pensiero di Thomas lontano da me.
Probabilmente non sa che sto riflettendo molto sul fatto che non potremo più stare insieme tutti i giorni a Milano e la cosa mi angoscia particolarmente.
Forse Thomas non ci sta pensando adesso, ma prima o poi dovrà farci i conti anche lui.

《Non voglio che le nostre strade si dividano, Thomas》ammetto a voce bassa.

《Perché dovrebbero?》risponde lui confuso.

《Perché, sai, nella grande città... ho paura che poi ti scorderai di me》mormoro afflitta.

《Non ti lascerò mai andare, Giulia. Qualunque sia la distanza, qualunque siano i problemi che ci vogliono separare, io non ti lascerò mai andare. Ricordalo sempre. Va bene?》

Detto questo, mi bacia come solo lui sa fare e torniamo a giocare, mentre l'angoscia che mi stritolava lo stomaco si è dissolta come neve al sole.

La partita va avanti per venti minuti e l'esito ha lasciato sbalordite sia me che Nicole...
Abbiamo vinto io e Thomas.

Alex già immaginava di avere ben poche possibilità, nonostante questo, sperava ancora in un miracolo.

《Wow ragazzi! Siete proprio bravi!》si complimenta Nicole.

《Sì, siete un po' come "Mila e Shiro", però a Francavilla anziché in Cina》commenta Alex.

Dopo qualche risata e svariate battute penose di Alex, prendo Nicole in disparte per sapere come si sente. Sono stata in pensiero tutto il tempo.

《Come stai?》domando preoccupata.

《Ti devo ringraziare, Giulia. Mi hai aiutato davvero. Con le tue parole, con tutto ciò che hai fatto per farmi sentire meglio, ma soprattutto perché mi hai fatto capire qual è la scelta giusta da fare. Grazie》dice sorridendomi.

Nel petto si pervade immediatamente una sensazione di benessere e di calore, che aumenta a dismisura quando mi abbraccia stringendomi con tutta la forza che ha.

《Ok, ok, così però mi strozzi》rido accarezzandole la schiena.

《Farei di tutto per voi. Lo sai》mormoro sorridendo di riflesso.

《Adesso so finalmente cosa dire a Jack》annuncia decisa.

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