Da piccolo mi piaceva respirare l'aria di montagna, o vedermi il riflesso imperfetto del viso dopo essermi immesso fino alle ginocchia nell'acqua gelida di un lago e aver lasciato cadere un sassolino sotto a me.
Le sinuose linee circolari che carezzavano il mio riflesso mi facevano riflettere sul relativismo (parola al tempo sconosciuta) delle prospettive.
Voi che vi mantecate il labbro di parole circa le ampie vedute, le prospettive future, sappiate che farvi saggi o futurologi non placherà l'insaziabile desiderio di ricerca che risiede nel cuore di ogni fottuto essere umano o hollow che sia.Anche noi Espada abbiamo dei sentimenti che forgiano il cuore delle nostre lame proprio come voi shinigami fate con le vostre. Anche noi abbiamo la necessità di donargli un nome.
Fu nel cuore della notte che scoprii Murciélago. Fu in mezzo al deserto dell'hueco mundo che appresi davvero qualcosa. Sognavo ancora di montagne e di laghi perché qui l'aria secca ti penetra la pelle e non vi è possibilità se non dopo lunghe distanze di trovare una irrisoria sorgente d'acqua in cui lasciar cadere il sassolino.
Di azioni, gesta e imprese, (scaturite da cosa? ) si impregna il nostro percorso nel Mondo. Il mio era segnato, fin da quando stavo a fissare le Montagne, da questa smania del relativo.
Ho spesso intrapreso due vie, quelle della logica (personale, relativa, circoscritta dalle mie competenze) e quella del sentimento per prendere decisioni. Diffido da chi si affida ad altro. Alle parole di altri, o addirittura a delle esperienze altrui. Mi dirai che chiunque in fondo è così, ma non sai quanto ne ho visti, di zombie.
Non fanno altro che mangiare altri esseri della loro specie, non assorbono, non criticano, non danno giudizio alcuno. Non sanno nemmeno quanto hanno già mangiato, se il loro stomaco è un vuoto senza fondo, la loro testa è la stessa cosa, vuota e senza fondo.
Non ci provano nemmeno a toccare con le dita i punti ove la vita ristagna, per vedere di fare un punto su di una questione, per raggiungere una nuova vetta in cose di loro gradimento.Facile criticare mi dirai.
È più complesso di così. Ogni anima che si rispetti è preda di venti i quali alle volte sono semplicemente incontrollabili, ingestibili ed invisibili.
E sovente cadiamo senza sapere come nei tranelli dei giochi più grandi delle nostre possibilità di comprensione e ci zombifichiamo, tutti, in alcune zone.Ed è lì che entra in gioco il sentimento. Un Espada che si rispetti prova emozioni. Un villain che si rispetti ha accesso al suo stato d'animo, in questa lotta continua è la bilancia del sentimento che arriva laddove quella della logica personale non può comprendere maggiormente.
E alle volte il sentimento mi dice di abbandonarmi allo stato d'Arte. Senza più pensare seguo il mio corpo muoversi verso la rabbia (in me solitamente priva di impulsi voraci verso l'altro), il Ribrezzo, la Sorpresa (elemento senza il quale forse oggi non sarei qui a scrivere) e l'Apatia (elemento che subentra come meccanismo di difesa alle volte, e alle volte come Noia estremamente intensa da cancellare ogni altra emozione).
Resta il fatto che il maggior meccanismo che mi permette di andare avanti è proprio questo moto, questa molla, che mi permette, prima di tutto, di essere qui a dire cosa provo, in ultima analisi, di respirare.