A Pezzi

504 3 0
                                    

L'autocontrollo di Erik era incredibile. Non capivo come facesse a trattenersi dal venire pur essendoci stato molto vicino per due volte. Io non ero mai stata brava a trattenermi anche perché, onestamente, non ne vedevo il motivo.

Mi massaggiai il viso con una mano, mi faceva male a furia di restare con la bocca spalancata e la gola mi dava un leggero fastidio.

Quando l'uomo mi ordinò di sdraiarmi lo guardai male, dal basso verso l'alto. Non ero sicura di riuscire ad andare avanti, mi faceva male anche fra le gambe, non solo la faccia.

"Non sfidarmi, Matilde" mi mise in guardia Erik con voce dura. "Sto esaudendo le tue richieste, dopotutto. Ricordi?".

Parzialmente vero. Gli avevo chiesto di scoparmi, sì ma... "Devi andarci piano!" Mi lamentai aggressivamente. "Non avevo idea tu fossi così..." indicai il suo membro che avevo ancora all'altezza del viso. Nonostante tutto era ancora duro come all'inizio, dritto fino all'ombelico e pulsante.

Un ghigno di puro ego comparve sulle labbra di Erik mentre iniziava ad accarezzarselo con una mano, lentamente. "Mmmh, eppure mi sembrava di avertelo fatto sentire bene prima, mentre mi strofinavo contro il tuo bel culo".

"Dal sentirlo al vederlo e rendersene conto c'è differenza"

"Poco male. Ora lo hai visto e provato. Siamo apposto". Massaggiò la punta, scappellandolo diverse volte. "Ora va' più in su su questo cazzo di letto e sdraiati".

Il suo sguardo era fermo e deciso, pretendeva che si facesse a modo suo senza possibilità di replica. Mi chiesi cosa avrebbe fatto se mi fossi opposta e mi re si conto che l'idea mi eccitava.

Mi alzai e rimasi ferma davanti a lui, senza distogliere lo sguardo dal suo.

"Impertinente fino alla fine, Matilde. Sei sicura di quello che stai facendo?"

Non risposi.

"Non avrai un'altra possibilità di decidere liberamente. Se continui a sfidarmi ora, non ascolterò più le tue richieste".

Deglutii, valutando bene la situazione. E decisi che metterselo contro in quel momento non era l'ideale. Erik era un uomo dominante, credo addirittura a livello peggiori di quello che vedevo ora. Se gli fossi andata contro, probabilmente, ne avrei seriamente pagato le conseguenze.

Abbassai lo sguardo, mi girai ed andai a sdraiarmi nel centro del letto come mi aveva ordinato.

"Saggia scelta, piccola".

Chiusi gli occhi quando sentii il materasso abbassarsi sotto il suo peso mentre si portava sopra di me.

"Guardami".

Aprii gli occhi e lo vidi reggersi sulle braccia, i suoi occhi fissi ancora una volta nei miei.

"Non desidero farti del male, Matilde. Ma se osi sfidarmi ancora una volta in quel modo, giuro su Dio che te ne farò pentire". E dopo qualche secondo aggiunse "Chiaro?"

Annuii, sentendomi debole e fragile con lui per la seconda volta. Mai nessuno, a parte mio padre, era riuscito a farmi sentire così. Non riuscii a trattenermi ed iniziai a piangere silenziosamente, cercando di mantenere il controllo.

L'espressione sul volto di Erik cambiò, si addolcì e sospirò. "Matilde..." si coricò vicino a me, mi abbracciò e mi tenne stretta contro il suo petto. "Va tutto bene" mi ripeté diverse volte.

Non mi sentivo come se andasse tutto bene, anzi. Era come se il mio stupido mondo ed io stessa stessimo crollando a pezzi. Era iniziato anni fa, ero riuscita a tenerlo sotto controllo ma ora era diventato ingestibile. Stava rovinosamente andando in pezzi, velocemente, e forse senza possibilità di ritorno.

_______________________________________

Se vi é piaciuto, fatemi sapere 😊
Se c'è qualcosa di particolare che vorreste vedere mandatemi un messaggio e cercherò di accontentarvi 😉

MatildeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora