Erik continua a toccarmi il seno, lo prende con la mano libera, lo massaggia e sembra quasi soppesarlo. Emette un verso di piacere e soddisfazione mentre si abbassa su di me. Mi sfiora il collo con le labbra senza mai fermarsi, fa su e giù un paio di volte e poi mi lecca dal basso verso l'alto.
"Hai un buon sapore..." ansima sulla mia pelle, mentre un brivido mi attraversa il corpo.
Apro la bocca per parlare ma non riesco ad emettere una sola parola. Sono impietrita.
Erik inizia a mordicchiarmi il collo, proprio dove mi aveva leccata. Provo a dimenarmi ancora ma senza successo. La sua presa sulle mie mani sembra d'acciaio mentre con l'altra mano scende sempre più in basso.
Mi apre le gambe senza troppi sforzi nonostante io le stringa più che posso, poi ci si piazza in mezzo.
Mi scappa un esclamazione di sorpresa quando riprende a strofinare il membro duro come il marmo contro le mie parti più intime e la cosa lo diverte. Lo sento ridere piano contro il mio collo mentre inizia a lasciare baci leggeri su tutta la mia pelle.Tiene la mano libera su una delle mie cosce ma solo per poco. Poi la sposta lentamente fino a raggiungere il sedere e lo stringe con forza. "Mmm, si, io e te ci divertiremo un mondo."
Mi fissa dritto negli occhi, un ghigno di piacere e lussuria sul volto.
Il mio respiro è irregolare, il petto si alza e si abbassa velocemente, lo guardo completamente rapita da quegli occhi come il ghiaccio.C'è un istante, uno solo, in cui tutto si ferma. Erik smette di muoversi, io di combattere. Non capisco cosa succeda ma mi destabilizza. Vedo il suo sguardo diventare perplesso quanto il mio ma poi tutto passa e lui riprende a torturarmi.
Porta la mano libera fra le mie gambe e comincia ad accarezzarmi da sopra i pantaloni con decisione, senza incertezze. Mi dimeno sotto il suo tocco, voglio scappare, urlare ma non riesco a fare nessuna delle due cose.
Lo fisso negli occhi, implorandolo con lo sguardo. Ma quello che vedo è rabbia, una rabbia cieca che non capisco. Ho provato ad ammazzarlo, è vero, ma non mi guardava così fino ad un momento prima.
Cos'era successo in quei pochi secondi?Sento la sua mano infilarsi sotto la stoffa dei miei abiti e torno alla realtà. È riuscito a sbottonarmi i jeans senza problemi ed ora se la sta godendo a passare la mano sui miei slip.
"Ti prego!!" sussurro a stento, sempre più terrorizzata.
Perché non riesco a reagire?
Perché non mi uccide e basta?"Oh, piccola, mi pregherai. Mi pregherai come non hai mai fatto prima, puoi starne certa".
La sua voce è pericolo allo stato puro, morte. Affilata come una lama.
Smetto di respirare, mi blocco senza rendermene conto, mentre la sua mano mi abbassa l'intimo e raggiunge la mia carne sensibile.
Non perde tempo, con due dita mi apre le grandi labbra, trova la mia apertura e mi penetra senza complimenti.Mi scappa un urlo e mi volto da un'altra parte. Non voglio guardarlo, non voglio guardare la sua mano né voglio che lui veda le mie lacrime. Sto riuscendo a trattenermi a stento ma non resisterò a lungo.
Le sue dita si muovono dentro e fuori dalla mia vagina senza pietà, facendomi male. Non si è dato di certo la pena di farmi bagnare ed anche se mi ha messo dentro solo due dita le sento tutte. Strofinano contro la mia carne, si fanno strada dentro di me toccando punti sensibili.
Sento Erik ansimare, si stacca leggermente dal mio corpo per guardare meglio la sua mano. Rallenta il ritmo qualche istante e, stupidamente, inizio a credere che si fermerà.
Invece sento un terzo dito spingere contro la mia vagina. "Cazzo, se sei stretta!" Erik riprende a far entrare ed uscire le dita dal mio corpo, tentando di fare spazio al terzo ma non funziona. Non riesco a bagnarmi nemmeno un po' e la cosa lo irrita. Impreca e decide di usare la forza.
"Ti prego..." supplico ancora.
Ma non mi ascolta.
Spinge il terzo dito dentro di me e riprende a scoparmi così. Con forza, spingendole fino in fondo ogni volta.
Le allarga più che può, facendo tirare la mia carne e mi sembra di bruciare. Urlo davvero, questa volta, e scoppio a piangere.Piango disperata, in preda al panico, dimenandomi contro di lui.
Che si blocca.
Si blocca all'improvviso ma non ho ancora il coraggio di guardarlo. Tengo gli occhi chiusi e aspetto.
Con assoluto stupore, mi lascia andare ed io mio ritrovo in ginocchio sul pavimento. Tremo come una foglia e non riesco a smettere di piangere.
Mi stringo le braccia al petto, singhiozzando malamente a testa bassa. Non riesco a calmarmi, il panico continua ad avere la meglio.
So che ora mi ucciderà, è così che funziona, quindi mi arrendo al mio destino ed aspetto. Non provo a reagire in alcun modo. Attendo e basta.
Ma tutto ciò che sento sono i passi di Erik mentre si allontana ed esce di casa.
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Matilde
RomantizmNon ha mai conosciuto sua madre, morta dandola alla luce. Suo padre l'ha sempre odiata ed incolpata per la prematura morte della moglie. Lei lo chiama Signore, come se fosse un soldato e lui non ha fatto altro che insegnarle ad uccidere. Se proprio...