Parte 4

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[Jisung pov]

"Che cosa hai fatto?" fu la prima cosa che mi disse Bangchan, mi gelò il sangue, se te lo dice una persona qualsiasi non ci pensi molto, ma se te lo dice il tuo leader, ti si gela il sangue. "Che ho fatto?" chiesi impaurito.

"Joseph ieri mi ha tartassato di chiamate, è vero che tu e lui state insieme?" mi domandò. Sbuffai, ora rompe le scatole pure ai miei amici?
"No, era una copertura per farlo andare via" risposi.

"Se fossi in te cercherei di abbassare i toni e ignorare Minho il più possibile".

"Non posso! Ho bisogno di Minho per le ripetizioni, non posso ignorarlo!".

"Va bene, ma basta scene del genere, questo sta male, ho paura per te" spiegò appoggiando una mano sulla mia spalla. Andammo a esercitarci.

A fine lezione andai a casa di Minho.

"Scusa per le mille cose" dissi mentre appoggiavo tutto l'occorrente della chitarra sul divano.

"No si ma fai come se fossi a casa tua" rispose ironico, io non risposi.

Iniziammo a fare le ripetizioni, noiose, troppo, cosa ci trovavano di bello nella matematica per inventarla?

"Comunque" iniziai un discorso. Minho alzò lo sguardo, aveva dei bei occhi. "Non dovremmo più uscire, quel Joseph è pazzo, ho paura che potrebbe finire peggio, non voglio che se la prende con te" spiegai. Lui abbassò lo sguardo e sospirò.

"Non ti preoccupare, con me se le già presa" disse a bassa voce, spalancai gli occhi sorpreso. "In che senso?" chiesi subito. Lui scosse la testa. "Non ti preoccupare, parliamo di altro" rispose. Io invece ero preoccupato ma lasciai scorrere via quei pensieri.

"Posso provarla?" chiese Minho indicando la chitarra.

"Sai suonare?" chiesi.

"No ma vorrei imparare" rispose, scuotendo la testa. Io mi alzai e presi la chitarra.

"Su te la faccio provare!" esclamai.

[Minho's pov]

Appoggiò la chitarra sulle mie gambe, prese le mie mani e le posizionò sulle corde.

"Se schiaccio troppo dimmelo" mi avvertì. Dopo di che con la sua mano mosse le corde e iniziò a illustrarmi tutte le note, era bravo ,sì, ma troppo vicino, ci stava provando con me? Come mai era così "gentile"? io non lo sopportavo!

"Jisung basta!" esclamai. Lui si staccò subito e mi guardò con uno sguardo da cane bastonato.

"Prendi le tue cose e esci da casa mia!" lo intimai. Lui non capiva. "Cosa?" domandò.

"Sei troppo vicino, se ci stai provando con me, io non sono come tutti quei tuoi fan!".

"Per chi mi hai preso?" disse, io mi girai verso di lui, aveva una lacrima che gli rigava il viso. "Io non sono una puttana! Non ci provo con tutti i ragazzi e non montarti la testa! Sto con te solo per matematica!" si fermò, prese le sue cose e si diresse alla porta. "Poi come faccio a provarci con tutti se non ho neanche dato il mio primo bacio?" chiese per poi uscire di casa.

Mi infilai le mani nei capelli, avevo fatto una cazzata.

[Jisung's pov]

Lì vicino c'èra la libreria di mia zia, mi diressi lì, mia zia era lesbica e come me era stata una "celebrità scolastica", perciò poteva capire.

"Jang-Mi" dissi entrando nel negozio, per fortuna non c'èra nessuno. Appoggiai le mie cose in un angolo.

"Amore di zia cosa succede?" disse lei, uscendo dal bancone della cassiera.

Io corsi ad abbracciarla. "Perché tutti pensano che io vada con chiunque?" chiesi, un'altra lacrima uscì dall'altro occhio. Lei mi diede delle carezze sulla testa, "Lo sai, noi non siamo quello che gli altri ci definisco, ma noi siamo quello che noi ci definiamo, devi ricordarlo o diventerai quello che gli altri vogliono" disse. Io non risposi ma mi staccai dall'abbraccio. "Posso andare al piano di sopra a mangiare?" chiesi. Lei indicò il piano di sopra. "Corri!" disse ridendo, io ovviamente corsi, si corre per il cibo non per altre cose.

[Minho's pov]

Entrai nella libreria poco distante da casa mia. Dovevo prendere dei libri, salutai Jang-Mi, la signora che lavorava lì, ormai era come se fosse la mia zia di sangue.

"Minho, ti vedo diverso, cosa è successo?" chiese.

"Ho fatto una minchiata, vorrei chiedere scusa a una persona, ho detto una cosa che neanche pensavo e sono sicuro che lui abbia dei standard più alti di me!" spiegai.

"Più alti di te? Ma se sei un bel ragazzo!".

"Sì ma lui è un ragazzo fighissimo!" sbuffai. "Allora ti spiegò, avevo chiesto di provare la sua chitarra quindi lui si era messo troppo vicino e per questo pensavo che ci provasse con me, quindi gli ho detto di andarsene, ma era ovvio che non ci provava con me!" spiegai.

"Se non ci provava con te perché hai fatto ciò?".

"Ecco nessuno ci ha mai provato con me per cose serie, solo per avere una notte e basta, quindi avevo paura" spiegai mentre mi stavo sedendo, sedendomi notai che c'erano le sue cose: la chitarra.

"Emh- Han Jisung è qui?" chiesi tremante.

"Sì, mio nipote è al piano di sopra!" spiegò lei. "Vi conoscete?" chiese.

"Cazzo! A lui ho fatto ciò!".

"AH?!" sobbalzò lei. "Tu hai fatto piangere mio nipote!".

Mi alzai di scatto e uscì correndo.

"Tu torna qui!" urlò lei.

[Jisung's pov]

"Zia non serve" dissi, avevo sentito tutto, uscì dal negozio. "Minho!" urlai, lui si fermò di scatto e si girò, con una faccia bianchissima, come se avesse visto un morto.

mi avvicinai.

"Ho sentito, emh, scusa per mia zia" dissi, mi grattai dietro la testa.

"Scusa, non volevo, so che tu sei un bravo ragazzo! Scusami veramente!" iniziò a parlare non stop tutto preoccupato. Io sorrisi, era carino quando faceva così, lo abbracciai.

"Va bene, siamo umani, sbagliamo" dissi.

"Grazie Jisung" rispose lui.   

ANGOLO AUTRICE 

 "Lo sai, noi non siamo quello che gli altri ci definisco, ma noi siamo quello che noi ci definiamo, devi ricordarlo o diventerai quello che gli altri vogliono" ricordatelo.

THE NERD TUTORING THE HOTTIE:A MINSUNG STORYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora