Parte 9

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TW: IN QUESTO CAPITOLO C'è DEL LIEVE SMUT

[Minho's pov]

Vedere Jisung cadere mi spaventò tantissimo, mi avvicinai a lui e provai a svegliarlo ma nulla, non sapevo cosa fare, ero così tanto spaventato che mi sentivo il cuore in gola. Corsi sul palco e avvertì gli altri membri.

Quello che successe dopo non fu molto chiaro, passò tutto in poco tempo.

La sera stessa andai a visitare Jisung, presi una sedia e mi sedetti vicino a lui, presi una sua mano e la baciai. "Mi dispiace Jisung, ti prego riprenditi" dissi, sperando che mi sentisse ma non ci fu risposta. Presi il quaderno di matematica e iniziai a leggere alcune nozioni.

"Così passi l'anno e possiamo diventare cantanti insieme" sospirai.

Era tardi, ormai si erano fatte le dieci di sera. Appoggiai il libro e mi addormentai appoggiando la testa sul petto di Jisung. "Ti amo" dissi per poi addormentarmi.

[Jisung's pov]

Mi risvegliai, dove ero? In un ospedale! C'era Minho! Minho era qua! Perché era qua?

Appoggiai la testa, era dolorante, iniziai a pensare a quello che fosse successo, le labbra di Minho, volevo sentirle ancora.

Ero felice di aver trovato qualcuno che aveva una cotta per me, per quello che fossi io e non perché fossi quello "figo" della scuola, sapevo per certo che fosse così, perché se non ci avessero obbligato a stare insieme non ci saremmo mai parlati, avrei perso il mio Minho.

Minho si svegliò.

"Oh mio dio stai bene!" urlò dandomi un bacio sulla fronte.

"Piano piano fa male!" iniziai a ridere.

"Non sai che paura che mi hai fatto! Pensavo di perderti!" disse Minho, dandomi un bacio sulla guancia.

"Jisung" disse una voce profonda, quella di mio padre. Minho si staccò.

Minho non lo sapeva, ma i miei genitori si erano separati da qualche anno, in due anni persi tutti i rapporti possibbili con mio padre, con mia madre stavo bene ma mi sentivo più a mio agio a scuola, lì potevo esser me stesso senza problemi, senza dover seguire il galateo di mia madre e aver paura di esser odiato da mio padre, solo perché sono omosessuale, ecco il vero motivo perché invitammo la fidanzata di mia sorella e Minho solo quando mia madre non c'era e perché non volevo Minho a casa mia.

"Papà" risposi secco. "Mi hanno chiamato, come stai ora?" mi domandò, neanche un abbraccio, un bacio, niente di niente, solo la solita voce bassa e monotona. "Bene ma che strano rispondi alle loro chiamate ma non alla mia" risposi secco. Mio padre ignorò la mia osservazione.

"Chi è lui? Un amico?" chiese indicando Minho.

"Sì" risposi secco, mi faceva male al cuore a definire Minho un amico. "Ora vattene" aggiunsi. Lui annuì e uscì in silenzio.

Minho si sedette a fianco a me. "Lui è tuo padre?" chiese. Io annuì.

"Posso sfogarmi con te?".

"In ogni momento".

sospirai.

"I miei genitori si sono lasciati due anni fa, vivo con mia madre ma con lei mi annoio e mio padre sembra non mi voglia neanche riconoscere, non risponde mai alle mie chiamate e mi fa stare male, sai... scoprire che tuo padre ha cambiato stato da un amico di famiglia non è la cosa migliore, non voglio che lui sappia più nulla su di me, ormai non riesco a parlare più con lui" dissi. Minho prese la mia mano e diede un bacio.

"Sai voglio farti sapere che non è colpa tua, tu non hai fatto nulla di male, ma con le parole non sono bravo, quindi anche io ti racconterò di me così ognuno avrà un pezzo dell'altro. Io ho cambiato scuola perché in quella vecchia mi bullizzavano, avevo così tanta paura di esser bullizzato di nuovo che ogni volta che c'era una festa in questa scuola non ci andavo mai, sai chi era il mio bullo? Joseph" rispose Minho. Io gli accarezzai una guancia.

"Io mi fido di te" gli dissi.

"Pure io mi fido di te" rispose.

Arrivò l'infermiera e che ci avvisò che il periodo della visita era terminato. Minho mi diede un bacio a stampo.

"Riprenditi che dobbiamo studiare matematica..." si bloccò "amico" aggiunse facendo un occhiolino. Io sorrisi. "Va bene amico" risposi per poi dargli un bacio a stampo. Minho prese il libro di matematica e uscì.

Dire la verità sulla mia famiglia a Minho mi fece sentire come se mi fossi svuotato di mille sassolini dalla scarpa.

Una settimana dopo eravamo già sul tavolo del salotto di Minho a fare matematica.

"Su!Jisung concentrati!" si lamentò Minho.

"Ma non ci riesco! Fuori è così bello! Voglio andare a prendere un gelato!" mi lamentai, è vero, volevo fare altro!

"Sì ma ti serve per passare l'anno" sbuffò Minho, poi spalancò gli occhi e sorrise. "Ho una bellissima idea!" disse ammiccando.

"Cosa?" chiesi preoccupato, poteva passare dalla tortura ad andare a fare una passeggiata.

"A ogni equazione giusta, mi slaccio un bottone della camicia, dopo otto equazioni giuste potrai vedere tutto" spiegò facendo un occhiolino, okay non avevo azzeccato il campo della sua idea ma mi piaceva. 

Penso che possiamo darlo per scontato che quei esercizi li feci tutti giusti.

"Però così non posso concentrarmi più!" dissi mordendomi il labbro inferiore.

"Beh se proprio vuoi provare non posso dirti di no" disse Minho, iniziando a sbottonare la mia camicia e facendomi sdraiare sul divano.

"Non me lo aspettavo che fossi così" ammisi arrossendo.

"Beh, è una buona sorpresa no?" domandò per poi iniziare a baciare il mio collo, una sensazione di eccitante camminò per tutta la mia schiena fermandosi in basso, uscì un piccolo verso dalla mia bocca.

Qualcuno entrò. "Oh mio dio che schifo!" urlò Jiwo, era insieme a mia sorella, entrambe si coprirono gli occhi e iniziarono a urlare. La mia vità è così complicata ma la amo.

ANGOLO AUTRICE 

Questo capitolo è quasi tutto su Jisung, ma avere un spin-off su di lui era d'obbligo! 

Spero di aver scritto una bella parte smutt ;).

 (Nel prossimo capitolo ce ne sarà di più).

THE NERD TUTORING THE HOTTIE:A MINSUNG STORYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora