𝟏 - 𝐁𝐑𝐎𝐎𝐊𝐋𝐘𝐍

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Se per baciarti dovessi andare all'inferno, lo farei.
Così potrò poi vantarmi
con i diavoli di aver visto il
paradiso senza mai entrarci.
William Shakespeare

Quand'ero solo una bambina non avevo mai pensato che la mia vita potesse cambiare radicalmente

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Quand'ero solo una bambina non avevo mai pensato che la mia vita potesse cambiare radicalmente.

Ero sempre stata una di quelle bambine chiuse e timide fino al divorzio dei miei genitori.

Avevo iniziato a comportarmi da vera e propria "ragazzina maleducata", come avrebbe detto mia madre, semplicemente per allontanare gli altri. Rispondevo male, facevo finta che le regole per me non esistessero e volevo solo stare fuori casa. E così facevo. Preferivo andare al lago a leggermi un libro e ascoltare musica fino a mezzanotte al posto di cenare con mia madre.

Non volevo la pena degli insegnanti ne tantomeno dei miei compagni di classe. "mi dispiace per i tuoi genitori, Wills". Era la frase che sentivo più spesso e mi faceva avvertire un vuoto allo stomaco, ogni santa volta. Era come rivivere tutte le litigate di quei due.

Dopo il divorzio, mio padre aveva deciso di cambiare stato. Dalla Florida aveva preferito trasferirsi a New York, più precisamente a Brooklyn.

Quello che sapevo di lui era solo che era diventato un avvocato penalista di successo, che veniva pagato settecento dollari l'ora, che possedeva un'azienda di enorme successo che gestiva sua moglie e che aveva una nuova famiglia. Solo una bambina, Adalyn, era anche sua figlia e della sua nuova moglie. Una di quelle che si riempivano di creme per sembrare vent'anni più giovani. La cosa che mi sorprendeva era che con lei funzionava davvero. Non sapevo bene se fossero i filtri che c'erano nelle foto. Non avevo mai visto questa "Frances" dal vivo.

Non mi stavo trasferendo perché ne avevo voglia, ma semplicemente ero stata costretta da mia madre a farlo perché oramai non mi sopportava più. Era un continuo litigare e credevo mi odiasse anche, forse pensava che fossi io la causa del divorzio. Sarebbe stata una spiegazione plausibile, no?

Mi tolsi le cuffiette non appena varcai il nastro rosso dell'aeroporto, interrompendo Roslyn. La mia canzone preferita di tutta la saga di Twilight. Cercai mio padre con lo sguardo, e lo vidi.

Non poteva fare sul serio, Cristo...

Stava sorridendo come un ebete e aveva un cartellone enorme in mano. Sopra di esso vi era scritto: Bentornata principessa di papà!

Non che fosse stato un brutto gesto, ma fatto dell'uomo che non avevo visto da anni e che non avevo sentito quasi mai, diventava ridicolo.

Indossava una di quelle polo nere, gli occhiali da sole rayban erano appesi al colletto e aveva dei pantaloni bianchi, ai piedi invece, dei mocassini neri.

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