𝟔 - 𝐃𝐀𝐍𝐍𝐀𝐓𝐎 𝐄𝐃 𝐄𝐒𝐓𝐑𝐄𝐌𝐎

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PERDONATEMI GLI ERRORI, non ho avuto tempo di revisionare 🥹🖤

Seguii l'agente immobiliare per tutto l'attico enorme che mi stava offrendo

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Seguii l'agente immobiliare per tutto l'attico enorme che mi stava offrendo. Centottanta metri quadrati di pavimento nero lucidato e pareti bianche. L'enorme vetrata dava la vista sui palazzi e il ponte di Brooklyn. Era semplicemente pazzesco.

Il divano a L che si poteva notare appena entrati era di un grigio scuro e si trovava di fronte a una madia nera, dove pensai ci avrei messo la televisione. Lo spazio era davvero vasto, ma vi erano alcune piante agli angoli, che abbellivano il vuoto.

Misi le mani nelle tasche dei jeans e mi godetti la vista di Brooklyn illuminata dalla luce mattutina che avevo di fronte a me, non mi sarei preoccupato del prezzo dell'attico. Avevo già scelto. Sarebbe stata quella casa mia.

Mi ero stancato di condividere la stessa casa con Sergey e dopo l'ultima discussione, mi ero messo a cercare attici senza dirgli niente.

Ero troppo perso nei miei pensieri e la voce dell'agente immobiliare mi fece risvegliare.

Si voltò verso di me con un largo sorriso non appena arrivammo dinnanzi ad una porta in legno levigato nero. «Questo è lo studio», aprì e mi mostrò tutta la stanza.

C'era lo stesso pavimento ed una scrivania nera davanti alla vetrata che dava la vista sulla città. Una libreria bianca era posta dietro la porta, e anche lì c'era una pianta all'angolo della stanza.

Non appena uscimmo, continuammo a camminare per il lungo corridoio fino a quando ci fermammo davanti ad un'altra porta. «Il bagno», disse, aprendo. «Ce n'è un altro nella camera da letto», mi informò.

Vi era una piccola finestra e una grande doccia con le ante in vetro, il lavabo era nero opaco, proprio come le pareti, mentre il marmo sotto di esso era bianco e comprendeva anche un cassetto del medesimo colore della stanza. Il wc era semplicemente bianco.

Mentre guardavo la stanza, l'agente mi fissava interessato, cercando di capire la mia opinione sull'attico.
Non avevo nessuna espressione, non volevo ancora fargli capire che l'avrei preso.

Annuii distaccato e uscimmo dal bagno, camminando ancora un po' prima di entrare nell'ennesimo vano.

«La sua camera da letto».

Era incredibilmente grande, forse più del salotto. La vista era fantastica e il letto matrimoniale era proprio attaccato alla vetrata. Aveva una testiera bianca come il resto della struttura. Un comodino grigio era sistemato al suo fianco, e c'era un'altra scrivania, questa volta bianca, vicina alla parete.

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