𝟐 - 𝐈 𝐆𝐈𝐎𝐂𝐇𝐈 𝐃𝐄𝐋 𝐃𝐈𝐀𝐕𝐎𝐋𝐎

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Quella mattina, i miei occhi si aprirono per colpa della donna delle pulizie, che entrò in camera e spalancò le tende, illuminando tutta la stanza

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Quella mattina, i miei occhi si aprirono per colpa della donna delle pulizie, che entrò in camera e spalancò le tende, illuminando tutta la stanza.

Strinsi gli occhi, così da evitare il fastidio. Non avevo voglia di svegliarmi, avevo troppo sonno e, sinceramente, nemmeno di passare la mia giornata con quegli snob (compreso mio padre).

«Signorina farà tardi a colazione! Sono tutti di sotto ad aspettarla...», la sentii dire. C'era anche un orario per mangiare?

Feci un verso di lamento quando percepii che la donna era fuori dalla mia stanza. Mi passai le mani sul volto guardai il soffitto per almeno tre minuti pensando a cosa fare.

Certo, non avrei potuto fare tardi il primo giorno di scuola, anche se la tentazione c'era.

Sbuffai e mi alzai dal mio letto controvoglia. Andai davanti allo specchio per vedere le mie condizioni. Sembravo uno zombie. Forse più un barbone per la maglia larga che indossavo.

Mi sarebbe convenuto scendere con solo quella addosso? Ma dai...avevo sempre fatto colazione così, perché avrei dovuto cambiare le mie abitudini proprio in quel momento?

Uscii dalla mia stanza e scesi di sotto, passando per tre piani fino ad arrivare al primo, dove vi era la cucina. Avrei dovuto abituarmi. Non credevo che fare tutte quelle rampe di scale appena sveglia fosse sicuro per me.

Appena vidi mio padre e la sua famiglia, mi venne il volta stomaco, erano tutti seduti a tavola e voltati verso di me con un sorriso. Sembrava una di quelle stupide pubblicità di biscotti.

«Pronta per andare a scuola, Ria?» Mio padre allargò le sue labbra rosee in un sorriso sincero.

Annuii, senza espressione, andandomi a sedere a tavola.

Lo sguardo di Klayton era puntato sulle mie gambe nude. Gli rivolsi uno sguardo disgustato. Pervertito.

Presi posto accanto a Juliannah, che mi avvicino un piatto con della crostata. «L'ho preparata io.» Fece, mentre ne mangiava una fetta.

«Vuoi del latte? Magari del succo, o forse del tè...», Vedevo mio padre talmente confuso da sembrare stupido. Odiava quell'aggettivo, soprattutto se attribuito a lui.

«Papà, tranquillo. Mi andrà bene del tè freddo», gli dissi, facendogli notare che avevo la bottiglia tra le mani.

Frances non mi aveva parlato, era troppo occupata a guardare attentamente come mangiava Adelyn, che era tutta sporca di marmellata in viso. Le guance paffutelle erano tutte coperte di essa. Era così carina.

Vidi Juliannah alzarsi in piedi e pulirsi le labbra con un fazzoletto, che poi gettò sul tavolo. «Vado a prepararmi.» Disse.

La sua sagoma sparì dietro la parete bianca, mentre avevo tutta l'attenzione di mio padre su di me.

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