Il giorno dopo, io e zia Tootie facemmo
colazione insieme. Quando ebbe
terminato il caffè, la zia si alzò e posò il
tovagliolo sul tavolo. «Più tardi ho una
riunione con gli amministratori della
Historic Savannah Foundation, ma prima
di prepararmi ho un po' di tempo. Ti
andrebbe di fare una passeggiata nel
Forsyth Park?»
«Certo.»
Prima di uscire di casa, zia Tootie si
mise un cappello di paglia scolorito dal
sole e prese un sacchetto di semi di
girasole dalla dispensa. Andando verso
il parco, chiacchierammo un po' e
gettammo i semi agli uccelli e agli
scoiattoli.
«Zia Tootie, tu hai figli?»
«Io e il mio Taylor non siamo mai
stati benedetti dall'arrivo di figli nostri,
ma nella mia vita c'è comunque
un'adorabile ragazzina.»
«Come si chiama?» domandai, punta
da un'insolita fitta di gelosia.
La zia mi cinse le spalle con un
braccio. «Si chiama Cecelia Rose
Honeycutt.»
Alzai gli occhi su di lei e le sorrisi.
«Savannah è bellissima. Mi piacciono
gli alberi» dissi guardando verso le
chiome drappeggiate di muschio
spagnolo. «Hai sempre vissuto qui?»
La zia si sedette su una panchina
all'ombra e io mi misi accanto a lei.
«Sono nata a Brunswick, in Georgia.
Mio padre aveva una piccola gioielleria
e vivevamo nell'appartamento sopra il
negozio. Mia sorella Lucille ci abita
ancora, si è occupata lei del negozio
dopo che è mancato nostro padre. Taylor
invece era sempre vissuto qui, fin dalla
nascita. Perciò, dopo esserci sposati,
lasciai Brunswick e mi trasferii a casa
sua, in Ardsley Park, a pochi chilometri
da qui. La sua casa mi piaceva
moltissimo, ma era il centro di Savannah
che adoravo. La prima volta che Taylor
mi portò in macchina lungo Gaston
Street, per me fu come arrivare a casa...
quasi fosse quello il posto a cui ero
appartenuta da sempre. Ma c'era
moltissima gente che aveva perso tutto
durante la Depressione e un gran numero
di quelle grandi case antiche era in