2. DANIEL

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- No padre, per l'ultima volta. Non mi sposerò.- provo a convincere mio padre a non obbligarmi a sposarmi, nonché io odi il concetto di matrimonio, ma in questi anni voglio concentrarmi sul lavoro.

- Mi dispiace figliolo, ti sposerai con la figlia degli Scarlet.- contesta la voce profonda dall'altro capo della linea.

Lascio sfuggire uno sbuffo e guardo il cielo nuvoloso, oggi doveva piovere, come negli scorsi giorni, ma alla fine non é successo.

- E dai, abbiamo bisogno di questo, loro hanno bisogno di questo.-

Deglutisco il groppo che avevo in gola e stringo le labbra.

- Te lo prometto che non sarà male.- ritenta mio padre ormai esasperato, i miei genitori cercano di sposarmi da almeno due anni, ovviamente fallendo. In questo momento ho solo bisogno di un caffè.

- E va bene, ora vado. Ciao.- lo saluto allontanando il telefono dell'ultimo modello dall'orecchio e premendo il tasto rosso, poi lo infilo nella tasca dei pantaloni e mi incammino verso la mia Ferrari.


Guido fino a davanti un bar, parcheggio ed esco dalla macchina, esamino il posto che sembra frequentato da studenti universitari e vecchietti.

Mi incammino a passo svelto dentro il bar e arrivo davanti al bancone, dove trovo una donna dai capelli marroni con due occhi verdi taglienti.

- Buongiorno, con cosa vi posso servire oggi?- mi domanda con un sorriso che fa venire il voltastomaco, mi chiedo come faccia dato che saranno le cinque di sera, probabilmente avrà avuto quel sorriso da stamattina.

- Un caffè corto, con due cucchiaini di zucchero.- specifico senza troppi giri di parole, poi la scruto in faccia un'altra volta e mi giro per incamminarmi verso l'uscita, esco dal bar e mi appoggio all'auto parcheggiata davanti, nonché mia.

Dopo un po' di tempo, e direi anche tanto, decido di entrare dentro a dare un'occhiata a cosa sta succedendo.

Ma non faccio in tempo a guardarmi incontro quando metto piede dentro il locale che una figura minuta si schiaccia contro di me.

É la donna dietro al bancone, per poco non cade a terra, ma la cosa che mi fa pestare i nervi é che mi ha appena versato metà bicchiere di caffè bollente addosso.

Tiro un sospiro profondo e la guardo scusarsi, poi prende un panno e me lo porge, ma decido di non perdere tempo, mi levo la giacca dello smoking e tiro fuori il cartellino della mia azienda e le porgo entrambi.

- Portala in lavanderia, e poi in questo posto, se non si toglie la macchia, avrai un bel po' di dollari da darmi.- la avviso, poi le passo accanto per uscire dal bar e incamminarmi verso la mia auto.

Ci entro dentro e mi sfrego i palmi sulla faccia, sospiro e mi guardo intorno, poi afferro il telefono dalla tasca dei pantaloni e telefono a mio fratello minore.

- Pronto?- Alexander risponde al primo squillo, ciò che non mi sorprende, lui é sempre puntuale, ordinato e non si fa mettere i piedi in testa, un po' come me, ma non esattamente.

- Ti dispiacerebbe chiedere a papà quando dobbiamo incontrarci con gli Scarlet?- domando sperando che dica di sì, odio mostrare interesse in cose che non mi piacciono, ma se devo sposarmi, devo conoscere la mia futura moglie, madre dei miei figli.

Sento un silenzio tombale dall'altro capo della linea, poi susseguito un fruscio.

- Mi devi cinquanta dollari.-

- Va bene, tu chiedilo e non appena ti risponde chiamami immediatamente.- specifico prima di attaccare e rimettere il telefono in tasca.

Abbandono la testa contro la sedia in pelle della Ferrari e contemplo le scelte della mia vita, più che altro obblighi.

Dovrò fidanzarmi con un'estranea, sposarmi e farci figli. Spero almeno non sia brutta, preferisco che i miei figli somiglino a me, ma in caso dovessero somigliare a lei, devono farlo per bene, ovvero devono essere belli.


 Spero almeno non sia brutta, preferisco che i miei figli somiglino a me, ma in caso dovessero somigliare a lei, devono farlo per bene, ovvero devono essere belli

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