Dolore nascosto

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Nonno!

Nonno!

Ti prego nonno non andartene! Non puoi farlo!

Nonno!

Non sono pronto a perderti. 

Ti prego!

Non oggi, ti prego!

Ero seduto sul suo letto, con la mia mano accarezzavo le sue.

La sensazione era quella di poter toccare qualcosa al di fuori di un corpo umano.

Avevo come l'impressione di toccare qualcosa di fragile, l'impressione di dover proteggere qualcosa.

Nonno con la tua perdita, quel giorno sono entrate nella mia vita emozioni mai provate prima.

Non ti nego che alcune ancora non riesco a spiegarmele.

Su quel letto eri così pallido, le tue mani erano gelate e pensare che solo qualche giorno prima tu stessi per riprenderti... sembrava stessi di nuovo bene.

Come ho fatto a non realizzare che stessi per andartene?

Eri a letto con le flebo ma non riuscivo a concepire che tu potessi andartene.

Pensavo fosse l'ennesimo malore che avremmo risolto.

Avevamo risolto di tutto.

Anche il giorno in cui inciampando su un gradino mi cadesti davanti e andammo di corsa al pronto soccorso mi misi paura, ma non ho mai pensato che potessi morire...

Tu non lo meritavi...

Stavi da anni combattendo una guerra della quale io sapevo ma allo stesso tempo non ne sapevo nulla.

Da piccolo quando chiedevo cosa fosse quella macchia che avevi in testa mi continuavano a dire che ti eri solo fatto male e che cambiavano argomento mentre tu rimettevi il cappello per coprirla.

Mi dicevano che non potevi stare al sole a causa di quella macchia e io non mi sono mai domandato cosa fosse realmente.

Anche quando poi ha iniziato ad allargarsi e a diventare un vero e proprio buco, risucchiando pian piano strati di pelle, io continuavo a non capire.

Vedevo che te la medicavano ogni due giorni, ma non avevo la più pallida idea di quel che potesse essere.

Pensavo fosse qualcosa che ti eri fatto da giovane e che continuasse a darti fastidio negli anni, ma non avrei mai pensato potesse essere un tumore...

L'ho scoperto solo quando ne hanno parlato dopo la tua morte...

come ho fatto ad essere così stupido da non capire contro cosa stessi lottando.

Mi sento un idiota per non aver mai approfondito la cosa, ma ogni volta che facevo domande mi dicevano sempre fosse tutto ok.

Chiunque ha sempre nascosto a noi che eravamo i tuoi nipoti, il tuo dolore reale.

Perché forse era questo che volevi tu.

Perché nonostante stessi male, non hai mai parlato dei tuoi dolori con noi.

Per noi eri lo specchio della felicità, hai sempre fatto di tutto per farci solo essere felici.

Hai sempre tenuto i colpi che la vita ti sferrava in silenzio.

Non ti sei mai lamentato di nulla.

E non sono parole di convenienza che ti dico solo ora perché non ci sei più, ma sono cose che solo ora sto riuscendo a realizzare e mi dispiace non averlo capito prima per darti più supporto.

Nonno tu sei stato la forma più pura d'amore che io potessi avere come esempio. L'amore che dimostravi nei confronti nostri e verso la nonna, è qualcosa che più vado avanti e più capisco quanto fosse puro e raro.

Per quanto tu stessi male, anche lottando con la morte ogni singolo secondo della tua vita, hai pensato solo alla nostra felicità.

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