Capitolo 5

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"Ti amo Ayrton" e lo baciai. Giocavo con la sua bocca con il suo corpo. Mi piaceva toccare i sui capelli, cosí ricci e morbidi. Erano diversi, erano i migliori. Era come accarezzare un peluche. Lo amo, lo ameró per sempre.
Intanto dietro di me sentivo se sue mani che massaggiavano tutta la mia schiena, fino ad arrivare al mio gludei, lo teneva ben stretto e lo toccava intensamente. Mi faceva salire la voglia, una voglia incessante.
"Non é...meglio...se...mi porti dentro?" cercavo di staccare la bocca per parlare. Ma lui era una ventosa che non poteva far a meno della sua superficie.
"Adesso andiamo"
E continuava a baciarmi, solo io e lui, in mare, con l'acqua che faceva da specchio vederci noi due lí era la cosa piú bella del mondo. Tra le mie gambe sentivo il suo membro diventare duro. Si stava eccitanto. Lo sentivo, e come.
"Ti prego...Ayrton"
"Si...qui é meglio..no?"
Smise di baciarmi, lo guardavo dritta negli occhi, erano lucidi e meravigliosi. Il colore mi ipnotizzava, era come se io in questo momento ero dentro di loro.
"Hey..."
Mi prese in braccio, come se io fossi la sua bambina. Ed io ora ero con il corpo girato verso il mare. Che guardavo quella piccola parte che restava di sole andarsene e risalire in un'altro continente...un'altro giorno, un'altra vita.
Non riusciuscivo a girarmi completamente verso la strada che Ayrton percorreva. So solo che stavamo camminando per lungo tempo e il mare allontanarsi sempre di piú... Come il sole.
Non sentivo piú Ayrton parlare. Cominciavo a preoccuparmi sul serio. Prima ha smesso di baciarmi per guardarmi. Aveva un viso serio, quasi triste. Non capisco. Se le presa. Lui voleva restare lí ed io con la mia domanda l'ho fatto star male. E se non mi parlerà piú? Se non avrà piú bisogno di me? Oddio. Adesso che faccio?.
Restammo in silenzio fino a quando lui mi disse:
"Adesso chiudi gli occhi. Non aprirli fino a quando non te lo dico"
"Ok" che intenzione aveva? Dove mi vuole portare? E se dalla rabbia mi appoggia in cucina e mi lascia li e scappa via? Basta domante di prego. Fai presto Ayrton.
Si sentivano i sui passi camminare su un pavimento in legno. Sembravano i miei della mia camera.
"Dove mi porti?"
"Adesso lo vedrai"
Mi appoggió in una superficie morbida, un materasso. Ecco che voleva fare!
"Puoi aprirli adesso!"
Era la sua stanza. Era enorme con un letto gigantesco,un letto matrimoniale piú grande del normale, era seduta su un copriletto argento e morbido. Intanto Ayrton non c'era, cercavo di vederlo se si era nascosto intorno alla stanza. Il letto era circondato da tappeti blú in lino. Un armadio enorme infondo alla stanza con le vedrate oscurate. E difronte a me c'era un vetró con un mobile appoggiato sotto di color argento. E i muri con un colore chiaro e un bellissimo lampadario al soffitto. Ero in una stanza da favola. E due cantelabbri appoggiati al muro nelle due parti affianco al letto. Ero in un paradiso la stanza piú bella della mia vita. Altro che la mia...un buco! A malapena ho un letto matrimoniale per me stessa. Tutto mio!
Ma ora...che fine ha fatto Ayrton?
Mi guardai intorno e tutto un tratto Ayrton mi prese all'improvviso alle spalle. E mi buttó sul suo letto. Distesa sotto di lui. Lo vedevo con un asciugamano sotto e basta, il suo corpo era cosí bello e possente sopra di me.
"Ecco dove ti ho portato"
"Io...io...non so..."
"Hey, non aver paura"
"Si...m-ma n-non so che f-fare. Io..."
"Tu..."
"Io...Ayrton, io...sono vergine"
"Tranquilla...faccio piano"
"Si...ma...ho paura"
"Non devi aver paura, é il tuo momento"
"Ok..."
"Comunque..."
"Basta parlare Ayrton" e gli appoggiai la mano sulla sua bocca e la feci pian piano scivolare su tutto il corpo arrivando hai pettorali. Poi all'improvviso mi giró velocemente, io ora ero sopra di lui. Avevo le mani sui suoi possenti pettorali, due cuscini, erano bellissimi.
Poi mi guardó e mi accarezzó il viso e con le sue morbide mani mi avvicinó alla sua bocca. Sentivo il suo respiro affannato, il suo profumo ancor piú vicino. E cominció a baciarmi con passione, di nuovo la sua lingua giocava con la mia. Ci girammo e rigirammo varie volte. Sentivo che mi accarezzava tutto il corpo, le sue mani! Poi inizió a baciarmi il collo, erano baci dolci, baci speciali, mi facevano star bene. Solo io e lui. Soli, nella sua stanza. Grazie a Dio che questo é tutto vero.
Tutto un tratto mi avvicinai di nuovo alla sua bocca e lentamente morticchiavo il labbro inferiore, quanto per sbaglio le lo morsi violentemente
"Auc! Che male!"
"Scusami Ayrton, scusami l'ho fatto per sbaglio, perdonami, ti prego"
Mi guardó dritta negli occhi, la sua espressione era arrabbiata, ma tutto un tratto si mise a ridere, una risata che scacciava via tutti i mali.
"Hey! E adesso?!"
"Vieni qua amore!" e inizió a baciarmi per bene, ancora meglio, con tutto il suo amore.
Poi alzó le coperte senza mollare la presa su di me, e ci intrufollammo dentro.
"Pronta?"
Feci un'enorme respiro affondo
"Pronta"
E iniziammo a far l'amore. Sentivo il piacere alle stelle. Solo l'idea che ora sono con lui, mi rendeva ancor piú felice. In quell'istante, quelle poche ore, mi faceva sentire sua. Solo sua. Il modo in cui mi baciava, il modo come mi accarezzava, era la sensazione migliore che abbia mai provato.
Lui.
Mi lasció un paio di succhiotti sul collo. Quando me li faceva, non provavo dolore, ma un'assoluto piacere. Sentire le sue labbra scivolare sul collo e sul mio corpo, un'adrenalina di piacere saliva sulla mia schiena, un brivido fantastico. Il male non esisteva.
Toccare i sui possenti muscoli, sentirsi sua. Non potevo nemmeno immaginare quanto stavo bene.
Giocare con la sua bocca, sentire le sue labbra carnose bagnare le mie. Era il miglior piacere. Il suo respiro cominciava ad affannarsi, mancava poco.
Cominciava ad essere piú energico, non potevo lasciarlo.
La paura cominciava ha salire. Non sapevo che cosa dovesse venire, poi, so solo che abbiamo urlato entrambi, un urlo di assoluto piacere.
Entrambi ci guardammo. Era sudato, le labbra rosse, infuocate, gli occhi ancor piú marroni del solito.
Tutto un tratto cominció a ridere, una risata strana. Non capivo perché.
"Perché ridi?" si mise in parte i capelli.
Erano cosí belli anche da bagnati.
"Perché... Sono felicissimo! Ti amo"
Mi prese di nuovo e mi bació.
"Anch'io... Ti amo" pian piano cercai di mollare la presa, mi mancava il respiro. Cominciavo ad essere sfinita, priva delle mie forze.
"Ti vedo stanca"
"Un po!"
E iniziammo a coccolarci. Com'era bello, ero protetta tra le sue braccia.
"Hey...ti sei addormentata? Non ti sento piú"
"No, no. E che stavo pensando"
"A cosa?"
"Che...io inizieró a lavorare con te... Fianco a fianco"
"Che male c'é! Io sono piú che contento di stare con te anche a lavoro"
"Ma se dopo...litighiamo"
"Per cosa?"
"Sai...problemi di coppia é normalissimo. Tu sei sempre sotto, con le prove le gare, i giri per il mondo. Ti vedevo quando Adriane veniva a vederti"
"Ma é un'altro discorso quello. Vedrai che cambieró. Tranquilla. E poi tu, resterai sempre al mio fianco"
La sua voce era ancor piú sensuale, io non sapevo che fare. Ero ipnotizzata.
"Sempre"
E mi bació in fronte. Poi cominció a sentire la sua mano ad accarezzarmi dolcemente il mio braccio. Io ero appoggiata con tutto il mio corpo sul suo petto. E lui girato a pancia in su che mi teneva ben stretta a lui.
Il suo corpo era cosí caldo, piacevole.
"Che ore sono?" smezzai il silenzio
"Non lo so, adesso guardo"
Ayrton mi lasció un attimo per girarsi e vedere l'orologio sul comodino affianco.
Erano le 8 appena. Era tardi, e la fame inizia a farsi sentire.
"Che ne dici se...andiamo a mangiare qualcosa?"
"Volentieri!"
Si alzó dal letto con energia. E si rimise l'ascugamano in torno alla vita, per poi andare in bagno. Amo il suo corpo.
Mi alzai per andare anch'io in bagno con lui.
Camminai trascinando i piedi. Ero sfinita.
"Posso entrare?" e appoggiai la testa tra la porta e lo spigolo.
"Entra pure"
Era in doccia.
Mi appoggiai al lavandino e mi sistemai i capelli. Il lavandino era in ceramica e il vetro con il bordo oro. Sembra il paradiso questa casa.
"Dove ti porto?"
"Dove vuoi te!"
"Dai dimmi! Qui ad Angra ci sono posti meravigliosi"
Subito dopo avvertí un senso di nausea e giramenti di testa. Non capivo che mi succedesse. Mi accasciai a terra e appoggiai la testa sul muro.
"Hey Elisabel! Che hai? Elisabel?"
Non riuscivo a parlare. Ero bloccata da testa hai piedi.
Poi un ricordo sfuocato, un flashback, dove c'ero io e Ayrton stavamo mangiando , le immagini oltre ad essere sfuocate diventavano viola e blu. Non capivo. Che mi stava capitando. Ero tutta fredda. Impassita. Non parlavo. Ma quel flachback mi aveva presa. Avevo solo l'immagine di quello. Io Ayrton e quel ristorante. Tutto un tratto siamo usciti e una macchina mi investii.
La scena iniziai a ricordarmela ancora di piú. Ayrton chiamó suo fratello che mi sono venuti a prendere. Io ero distesa a terra con una spalla fuori posto. Avevo perso conoscienza. Proprio come ora.
Poi un salto. Ero in ospedale quasi in fin di vita. Ero piena di fili e macchine attorno. Ayrton era vicino a me che mi teneva la mano e pregava. Fuori Leonardo suo fratello con Gerard che guardavano le mie condizioni. Tutto un tratto, subito, aprii gli occhi di scatto. Ed anch'io ora gli ho aperti. Non avevo piú strani giramenti di testa e nausea. Piano piano presi di nuovo conoscienza. E come nel flashback Ayrton era alla mia destra. Ero di nuovo a letto e mi teneva la mano destra.
"Stai bene? Ti sei ripresa?"
"S-si m-mi s-sono ripresa"
Balbettavo ma parlavo. Dio sono viva. Pensavo di essere morta. Questa volta non la scorderó mai.
"Che ti é successo? Tutto un tratto ti sei accasciata a terra?"
"N-niente Ayrton... N-niente"
"Sicura?"
"S-sicura"
"Ti lascio riposare...questa sera non é il massimo uscire, ora,chiudi gli occhi"
"V-va b-bene"
E con la sua mano delicata mi accarezzo dolcemente il viso, come sapeva fare lui, ogni singolo momento.
Lui se ne andó, e mi lasció sola nel letto, guardavo il soffitto illuminato da delle luci fiocche delle lampade. E cercavo di capire questa caduta improvvisa. A me, non era mai capitato. Almeno, no di cadere, di perdere metà delle mie forze. Questo mai. Forse, quello che ho visto, poteva accadere. E quel flash non lo scorderó mai.

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