Capitolo 19

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Uscimmo dalla stanza mano nella mano e scendemmo le scale.
Sentimmo gli altri applaudire e io risi.
"Mi commuovo così" dissi
"Eh ni che dopo non smetti di piangere" disse mio fratello e io lo fulminai con lo sguardo.
"Andiamo dai" disse Rosè ed andammo verso il ristorante, che era in un vecchio castello del paesino.
Quando scendemmo Josh diede la macchina al parcheggiatore ed entrammo, atraversando il tappeto rosso.
"Crane" dissi al cameriere e lui ci concesse in una stanzina privata, con vista sulle montagne e un lamoadario di cristallo enorme sopra il tavolo.
"Wow" dissero in coro Rosè ed Elise.
"Ve lo ho detto, il meglio per mio sorella, poi ovviamente, ma era scontato lei dovrà ricambiare" disse Aaron e risi.
"Eccome, non mi parleresti per mesi se non lo facessi" dissi e lui annuii.
Ci sedemmo e iniziarono a servire i piatti: lasagne, antipasti vari, taglieri, fino ad arrivare al dolce al cioccolato.
"Apri i regali Ash" disse Mark e io anuii.
"Una bambina il giorno di natale" disse Rosè e io sorrisi.
"Allora, iniziamo da Aaron" dissi io s lui mi passó il pacchetto.
Lo scartai e trivai una maglia da calcio, una dei mondiali del brasile.
"Sangue del mio sangue" dissi e lo andai ad abbracciare.
"Grazie fratellone" sussurrai.
"Tu voglio bene sorellina" rispose lui sussurrando.
"Tieni" mi passó Elise. Lo aprii e trovai dei santali col tacco neri, con un fiocco brillantinato davanti.
"Sono stupendi Elise" le dissi, lei ce li aveva bianchi e sapeva che mi piacevano.
"Ora il mio" disse Rosè passandomi una scatola rossa. La aprii e rimasi a bocca aperta.
"Te sei pazza" dissi tirando fuori la borsa della diesel nera.
"Forse si forse no" mi dissi e io sorrisi.
"Graziegraziegrazie" dissi abbracciandola.
"Così non respiro" disse lei e risi.
"Non strozzarmi la fidanzata" disse Mark e io gli feci la linguaccia.
Aprii quello di Mark, dei tacchetti della nike, lo ringraziai a modo nostro: una pacca sulla spalla, ma che oer noi valeva come un abbraccio.
"L'ultimo" dissi aprendo il sacchettino di Chanel di Josh.
C'era un profumo, uno buono.
"Grazie amore" dissi baciandolo.
"Prego principessa" mi disse e io sorrisi.
Passammo il resto della serata a parlare, finchè esausti non tornammo a casa.
Il tempo di entrare in camera, quando Aaron bussó alla porta:
"Ashley" mi disse, non mi chiamava mai col none completo, a meno xhe non sia una cosa importante.
"È per te" mi passó il telefono e lessi io contatto: Magdalisa. Nostra madre.
Respirai e guardai mio fratello. Mi andai a sedere sul letto, quandi dissi ad Aaron:
"Voglio parlarle da sola" stavo tremando, non potevo negarlo, ma volevo farlo da sola.
Erano due anni che non parlavamo.
"Pronto" dissi freddamemte.
"Ashley, tesoro" rispose mia madre. Mi si geló il sangue, ma non per lei, ma quando sentii quella voce. Mio padre.
"Auguri Ashley" disse mia madre.
"Grazie" risposi.
"Ti passo il papà" disse e mi divetti appoggiare alla testiera del letto.
"Ashley" disse. Mi ritornó in mente i momenti in cui urlava il mio nome con Valery dietro e una bottiglia di Whisky in mano.
"Olive" dissi con la freddezza più totale.
"Auguri" disse solo lui.
Non risposi, aspettai una sua risposta, che fu:
"Sappiamo che hai un ragazzo"
"Non sono cose che vi riguardano" dissi io. Avevo fatto 18 anni l'anno scorso, non ero più sotto la loro tutela.
"Va bene, vi arriverà a fe e Aaron una mail, abbiamo bisogno di un aiuto" disse lui.
"No"'risposi solo e riattaccai.
Andai a dire ad Aaron le ultime cose e lui disse:
"Se arriva ti dico" io annuii e poi lo abbracciai.
Tornai in camera e capii che Josh sapeva tutto dal modo in cui mi guardava.
"Sto bene" gli dissi.
"Vieni qua principessa" disse e lo andai ad abbracciare forte. Restammo così per un tempo indefinito, finchè non dissi:
"Jacuzzi" lui annuii e mi andai a mettere il costume.
Entrai dopo Josh e mi sedetti di fianco a lui.
Ares ci venne vicino e lo accarezzai.
Restai a guardare le stelle, quandk Josh disse:
"Grazie" io lo guardai.
"Per cosa?"
"Sei la cosa migliore che mi sia successa nei miei 20 anni di vita".
Aveva un signifucato più profondo di quello che poteva sembrare. Era una dichiarazione d'amore.
Mi sedetti sopra le sue gambe e dissi:
"Josh Axford, mi hai fatto vedere la luce in un mondo buio, ringrazio io te"
Lui mi guardó e mi bació.

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