La mia casa era ormai finita avevo fatto tutto volevo compagnia quindi andai in un canile e comprai un cucciolo , avevo fatto gran parte del lavoro ora era il momento di uscire allo scoperto un pomeriggio ero uscito con il cane a passeggiare lei era nella sua veranda a scrivere la vidi li senti king correre verso di lei io mi affrettai ehi king dove sei lei si chino ad accarezzalo alzo la testa e mi vide non voleva credere a in suo occhi gli aveva lucidi grandi come se avesse visto un fantasma sorrisi in realtà avrei voluto ridere di cuore aveva una faccia davvero divertente ehi ma tu sei qui esultai guardando king , non riusciva a parlare quella espressione , era di quelle che non ti dimentichi facilmente ti rimangono nella mente finché non fanno posto ad altre cose avrei voluto sapere cosa gli frullasse per la testa in questo Momento forse ripeteva a se stessa non è possibile non sta succedendo lui è qui io mi schiari la voce per attirare l' attenzione su di me sbatte le palpebre forse aveva funzionato sfoggia il mio sorriso
Ed eravamo lì, uno di fronte all'altro e lui mi guardava e io lo guardavo. Era impossibile non perdersi in quegli occhi color nocciola. Sembrava esserci un nuovo mondo, il quale nessuno mai era riuscito a varcane la soglia. Probabilmente perché lui non lo aveva mai permesso a nessuno, o forse perché non era neanche a conoscenza di essere una persona così profonda. Forse era quella piccola cicatrice sul labbro superiore a dargli quell'aria da duro, da cattivo ragazzo misterioso quale era, eppure, quella chioma bionda a spazzoletta riusciva ad alleggerire il tutto, facendo sì che sembrasse un ragazzo come tanti, apparentemente. Non riuscivo a pronunciare il mio nome; un po' per l'imbarazzo, un po' perché la sua presenza, il suo sguardo mi pesava addosso come un macigno, rendendomi alquanto nervosa e agitata.
«Amy. » Sussurrai lentamente e con un filo di voce. Ero quasi certa che non avessero inteso bene il mio nome per quanto lo pronunciai piano. La sua mano si sporse verso la mia e con una solida stretta, accennò un rapido e leggero sorriso su quelle labbra cicatrizzate, lasciandomi quasi incantata da tanta bellezza in così poco tempo. « Aaron. » Il tono della sua voce era così deciso e caldo che quasi rabbrividii. Sentivo le gambe tremare, come se stessero per cedere da un momento all'altro. Non mi era mai capitato di provare tante emozioni tutte insieme, probabilmente perché nessuno mai era stato in grado di suscitarmene. L'agitazione aumentava tanto quanto la voglia di voler scappare da quella situazione imbarazzante, potevo percepire l'aria mancarmi nei polmoni e senza rendermene neppure conto mi ritrovai a lasciare la sua mano e correre verso la veranda del salotto. «Scusate. » Pronunciai soltanto nel mentre. Arrivata furori la veranda mi appoggiai contro la ringhiera in ferro, e iniziai a fare lunghi respiri profondi. Cosa diavolo mi stava succedendo? Sentivo un forte calore percorrermi in tutto il corpo e come se non bastasse il mio cuore scalpitava furiosamente quasi volesse uscirmi dal petto. Ero quasi certa che mi stesse prendendo un infarto, o almeno avevo l'opzione che fosse stato un attacco d'ansia e panico. Eppure dentro di me sapevo che era qualcos'altro. Era possibile che due occhi, una sola presenza potessero avere tutto questo potere su una persona?Ciao mi chiamo Aaron tu Lei con una voce sottile disse mi chiamò Amy divenne subito rossa in viso , scusa per il cane lei balletto disse no tranquillo continuando ad giocare con lui , lui è King lei si rivolse verso di lui bel nome dai su cucciolo andiamo a casa king non voleva saperne di ascoltarmi Hey tu andiamo lei sorrideva aveva quello sguardo così luminoso poi camminando verso king lo presi in braccio lui si aggitava alzai gli occhi la.gurdai ci si vede in giro ok disse lei spostando la.ciocca.di capelli in viso mi avviai verso casa sentivo ancora i suoi occhi puntati su di me poi apri la porta ed entrai a casa andai di corsa in finestra senza farmi vedere era lì che fissava la mia casa ancora stupita incredula pensai che quella espressione sarebbe stata presente ogni volta che incrociava il mio viso andai in cucina king aveva fame presi la sua pasta te la meriti tutta amico mi frullavano tanti pensieri in testa adesso lei sa dove sono avevo un misto di euforia eccitazione paura preparai la cena sentivo ridere sicuramente lei era lì con la sua amica a racconta gli attimo per attimo.il nostro primo incontro , non sapevo chi fosse la sua amica ne il nome ma da quel che avevo visto era legata a lei forse perché non conosceva nessun'altra in questa città pesavo a tutto questo mentre ero in cucina a mettere gli ingredienti per un buon panino poi lo presi e lo portai con la birra sul divano accesi la TV e cominciai a mangiare .

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One Love ..
RandomAaron sempre circondato da gente, impostando la sua vita in base al suo lavoro sempre in corsa ma un momento per chiarirsi le idee voleva riscoprire un altro aspetto di se un altro modo di vedere le cose come una persona qualunque scelse lei per i...