18. ma infondo.. cos'è la normalità?

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*skipe time:una settimana dopo*

sentivo vociferare al piano di sotto,

udivo mille voci quando in realtà erano solo quattro;

al posto di parole sentivo incomprensibili versi,
al posto di risate sentivo solo assordanti rumori.

ero confusa..

*pov:bill*

<chiamate nick?>
domandò il mio gemello di punto in bianco

<sai già la sua risposta tom.. non mangerà>

gustav aveva assolutamente ragione, era ormai passata circa una settimana dalla morte di bella e dall'improvviso digiuno di nicole..

che le stava succedendo?

perché non voleva mangiare?

cosa la induceva a non farlo?

                                 *

<nickkk!>
urlai avvicinandomi alla rampa di scale a chiocciola.

<non vengo!>
urlò lei.

non potevo sopportare che non toccasse cibo per un'altro giorno,
persi il piatto e mi diressi in camera.

<non fare la testarda, prendi!>
le posai il piatto sulla scrivania di fronte al letto.

<bill..io...>

<non hai fame, vero?>
dissi con rabbia ed agitazione nella voce

<mh mh..>
mormorò solo.

<sei l'unica a farti tutti questi problemi inutili, bella non c'è più, accettalo cazzo!>
le urlai contro.

una piccola espressione di dispiacere si formò sul suo dolce volto

<tu non capisci...>
bisbigliò

<no, infatti, sei tu che non mi lasci capire!>

<bill.. è complicato..>

penso non capisse la gravità della cosa.

<nicole devi prendere coscienza che lei non tornerà da te per convincerti a continuare la tua vita!>
non la lasciai fiatare, subito aggiunsi

<se non mangi sei debole, se ti lasci trasportare dal senso di colpa sei debole, se non tenti sei debole!>

non aprì bocca.

<devi prendere in mano la tua vita, la sua e terminata, è la tua che continua.. ti prego..ora magia>

presi il piatto e lo adagiai sulle sue gambe stese sul letto.

<forza>
la implorai.

prese la forchetta con mano tremolante e, lentamente la portò alla bocca.

<brava nick, ancora!>
lo fece nuovamente

<continua!>

rimasi lì a fissarla.

magiò circa sei forchettate prima di alzarsi dal letto e scappare in bagno;

presi il piatto per portarlo giù pensando non avesse più fame,
appena tornato non la vidi in stanza.

entrai in bagno..

la vidi lì,

seduta a terra ai piedi del gabinetto nel tentativo di vomitare quello che aveva ingerito.

<merda nicole!>
sobbalzò all'udire della mia voce

<ti fai del male da sola, lo capisci?>
mi guardava con le lacrime agli occhi.

sforzati finché riesci- Bill kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora