19.segreti dietro una porta

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*pov:nicole*

erano passati altri tre giorni.
ormai ero diventata cosciente del fatto che bella fosse ora solo uno dei miei più bei ricordi d'una vita.

andai un po' sul divano con tom a guardare la televisione finché poi non si unirono anche gli altri.

mi misi sul petto di bill abbracciandolo,
quanto lo amavo..

passò vario tempo e puntualmente tom prese il telefono e vide un messaggio,
subito spense la televisione, nessuno capì il perché

<tom, perché hai spento?>
chiese georg con una faccia insolita

<nulla, mi è arrivato un messaggio per tutti voi>
ricambiò lui

<ovvero?>
chiese bill
non rispose, finché tutti insieme lo chiamammo.

<toom!>

<si.. scusate, sta sera ci hanno invitato ad una festa, chi si unisce?>
tutti dissero di si, tranne io

<no, io no, non ci vengo, resto qua a casa>

<come mai nicole?>
chiese con voce insospettita gustav

<si infatti perché, siamo invitati ad una festa e tu rinunci?>
ribatté subito elisa

<vabbè ok, hai tempo fino a sta sera per decidere>
rispose in mio soccorso tom.

andammo tutti nelle nostre camere, era da giorni che mi persisteva il dubbio di quella porta,

volevo aprirla..

dovevo aprirla!

                                  *

le ore passarono, finché non arrivò la sera.
bill venne in camera nostra dopo essere stato in giro

<nick io vado in doccia, dopo torno qua>
si tolse i vestiti per poi fiondarsi in doccia, si doveva preparare per la serata.

sentivo dei rumori dal bagno, allora decisi di andare a controllare.

mi fiondai da lui e lo vidi cantare, devo ammettere che era molto bravo;

dopo un po' uscì e tornò in camera per cambiarsi, si mise la biancheria intima, e si sedette un attimo sul letto

<come mi vesto sta sera secondo te?>
non smettevo di osservarlo

<nicole?che stai guardando?>
notò il mio sguardo perso nell'osservare ogni piccolo particolare del suo corpo,

presi a fissarlo negli occhi.

<sto guardando te bill, sei dannatamente bello>

si sdraiò sul letto con me e senza dire neache una parola mi accarezzò, era così piacevole il suo tocco, mi faceva andare fuori di testa.

gli accarezzai il petto fino a quando i nostri sguardi non si incrociano, eravamo distanti ma vicini,

mi mise una mano sulla spalla.

<vieni, sdraiati su di me>
mi sdraiai, appoggiai il il braccio intorno al suo collo, ci guardammo ancora un attimo.

vedevo lui che si avvicinava a me con le labbra, mi sfiorò l'orecchio e mormorò ad esso

<ti amo>

non feci in tempo a ricambiare il suo ti amo che mi baciò.

ogni volta che ci baciavamo perdevo il controllo; chiusi gli occhi e continuammo per tantissimo tempo, finché non si staccò da me

sforzati finché riesci- Bill kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora