Clown

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Non sapeva spiegarsi il perché, ma da sempre aveva paura dei clown. Non erano tanto il nasone rosso o le scarpe grandi, oppure l'eccessivo trucco in faccia...era piuttosto l'aura che emanavano a farlo rabbrividire. Lo inquietava come sorridevano ma senza essere davvero felici, piuttosto sforzandosi di mostrare un'allegria che in realtà non faceva parte di loro. Gli ricordavano un po' quelle persone che ti salutano sorridendo ma in realtà dentro di te stanno pensando "muori". Ecco, per lui i clown corrispondevano a pazzi con istinti omicidi che si nascondevano dietro a risate finte. Forse aveva visto troppi film.
Quel giorno Sato aveva insistito per andare al circo, a lei piacevano i circensi e gli spettacoli con gli animali.
E le piacevano i clown.
La guardò mentre batteva le mani all'ennesima battuta stupida che quel ricciolone dal naso rosso a patata aveva appena fatto, mentre dava forma a non si capiva che cosa con un palloncino. Cosa ci trovasse di divertente per lui era un vero mistero. Avrebbe volentieri abbandonato la struttura, lasciando il pagliaccio lì da solo insieme alla sua pazzia, ma non voleva confessare a Sato una cosa tanto stupida. Di certo lo avrebbe preso in giro per l'eternità.

- Non ti piace?- lo colse alla sprovvista lei.

- Eh?-

- Sei distratto e non ridi...forse il circo non ti piace?-

- No no, non è questo! È che...- si fermò, timoroso di dire la verità.

- Che cosa?-

Sospirò, rassegnandosi al fatto che davanti a quella donna non riusciva proprio a mentire.

- Ho paura dei clown- ammise infine.

- Sul serio?- si stupì lei - Perché?-

- Non lo so, mi fanno paura e basta. Invece che istigarmi alle risate, mi danno un senso di inquietudine- spiegò.

Sato si prese qualche secondo per riflette su quelle parole, non lo giudicò e non rise di lui. Era già qualcosa.

È normale - rispose - In fondo i clown sono tristi-

- Tristi?-

- Si dice che una volta levato il trucco i clown non siano altro che persone infelici. Indossano una maschera e dei sorrisi per nascondere il loro reale stato d'animo. Più che paura, direi che fanno pena-

Si sorprese di non aver mai visto le cose da quella prospettiva, il lato della medaglia che non aveva mai avuto il coraggio di girare. Alla fine dello spettacolo i clown non erano altro che persone come lui, come tanti, con la differenza che avevano messo da parte la loro tristezza per cinque minuti, allo scopo di regalare un po' di felicità a qualcun altro.
Ringraziò in silenzio la sua compagna per avergliaperto gli occhi: da quel giorno avrebbe avuto meno paura dei pagliacci. 

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