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•Chiedo scusa a TheVampsChiara, le ho detto che avrei pubblicato presto e invece è passato un sacco di tempo.. >.<
E chiedo scusa anche a tutte le altre che leggono, perché ci metto sempre un sacco ad aggiornare c.c

••

||Tristan||

La prima cosa che ho fatto dopo essere tornato a casa è stata fiondarmi da James e annegarlo di baci. Mi è mancato tantissimo, e in più non mi sembra che stia molto bene.
Dall'ultima conversazione che abbiamo avuto sembrava stesse male di testa, credevo avesse preso una botta o simili, e invece.. Invece sta benissimo.
È solo molto più attento a come si comporta, mi tratta in modo assolutamente tenero, fin troppo per il suo solito carattere.

Rimango seduto sul letto e aspetto che torni dalla cucina, ha detto che voleva portarmi la colazione a letto. Inizio a guardarmi in giro, camera sua è quasi vuota in confronto a quella che ha nel covo. Ci sono ancora alcuni scatoloni sulla scrivania e altri vicino al letto. Ha appena cambiato casa, vero, ma comunque non ha tanti oggetti.

Arriva in stanza reggendo con due mani il vassoio con sopra due tazzine, la teiera, due piatti con dentro waffles e brioche.
"James.." faccio per alzarmi e aiutarlo ma mi blocca facendo un cenno con la testa.
"Faccio io, posso riuscirci" quasi inciampa sul suo skateboard mentre parla, mi metto a ridere.
Riesce ad arrivare fino al letto senza rovesciare nulla ed a sedercisi sopra, mi guarda sorridendo fiero di se stesso.
"Visto? So essere dolce e non sporcare in giro"
"Ma bravo bimbo" gli metto un po' di Nutella presa da una brioche sul naso.
"Hey. Gnn" fa finta di essere arrabbiato, così mi butto addosso a lui facendolo sdraiare e gli accarezzo i capelli, dopo poco mi stringe a se mettendomi le mani sui fianchi.
"Jamie.. Io non.. Non posso mangiare tutta sta roba a colazione. C'è non.. No."
"Non fare storie. Devi mangiare"
"Va bene ma non posso tutto, è troppo. Un po'?"
"Si, va bene, un po'" sorride mentre si siede, prende un waffle e cerca di metterselo in bocca senza far cadere la marmellata che ci ha messo sopra.
"Ma cos.. Hai messo il latte nella teiera!?" scoppio a ridere girandomi verso di lui. Ha marmellata alla pesca ovunque sulla faccia. Lascio cadere la tazzina ancora vuota sul letto per mettermi le mani sulla bocca.
"Che c'è Pinky?"
"La mar-marmellata - rido - scommetto che non ne hai in bocca vero?"
"Mh.. - si lecca le labbra - Potresti dirmelo tu.." mi rivolge uno sguardo strano, sorridendo in modo malizioso.
"Oh Jamie!" mi metto le mani sugli occhi ridendo.
"Che c'è tesoro?" si sporge in avanti.
Non riesco a rimanere fermo e annullo la distanza tra noi due baciandolo, sporcandomi le mani e le guance di marmellata.
"Mh si, ne hai di più sulla faccia" rido togliendogliene un po' con un tovagliolo.
"Eeh succede" sorride.
Io ridacchio e metto giù il tovagliolo, leccandogli via dal viso la marmellata rimanente. Lui rimane fermo lasciandosi fare, mettendo le mani sui miei fianchi.

Per tutta la mattina, finché siamo insieme, ridiamo e ci prendiamo in giro, anche a colazione finita mentre lo aiuto a sistemare le sue cose nella stanza. Riesce persino ad escogitare dei modi per baciarmi, facendo battutine e bloccandomi contro il muro ogni cinque minuti.

Dopo pranzo esco da casa sua per andare al bar e incontrare Levi. Quel ragazzo è un tesoro, dopo il nostro primo incontro ci siamo trovati per caso in biblioteca e ci siamo scambiati il numero di telefono, in modo da poterci rivedere.

Sta con un ragazzo più grande, di nome Drew, che ha un bambino che si chiama Jack. Assomiglia molto a Brad, se non fosse per gli occhi chiari, quei denti da vampiro tanto carini e l'altezza.

Arrivo alle quattro lì dove lavora, come al solito sono in ritardo quindi lo trovo già fuori. Mi vede da lontano e mi fa cenno con la mano salutandomi.
"Hey Tris.. Trovato traffico?" ridacchia.
"Non esattamente.. Ero dal mio ragazzo. Ci ho messo un po' per salutarlo ecco" rido insieme a lui.

Entriamo in una panetteria, ordiniamo un caffè e delle brioche da portare via. Mangiamo mentre camminiamo per il centro, mi trovo davvero bene in sua compagnia, siamo simili e ci intendiamo.

"Lev, sei nato qui a Londra?"
"No, sono americano in realtà. Ma mi sono dovuto trasferire qui.. Tu sei inglese?"
"Si, del tutto. Anche se ho vissuto per un po' in America per via del lavoro dei miei. Non ti è dispiaciuto andartene?"
"Si beh.. Avevo i miei amici li, la mia scuola, la mia vita. Ma ora sono qui, e sono ripartito da zero appena arrivato. In effetti ho solo te come amico. E poi c'è Drew.. Che.. Beh.. Non è esattamente un amico. E la nostra storia.. È davvero strana ecco." mentre parliamo arriviamo in un parco, ci sediamo su una panchina uno di fianco all'altro.
"Come vi siete incontrati? Ora sono curioso" mi metto a gambe incrociate girato verso di lui, mentre sorseggio di tanto in tanto il caffè.
"Sembra un'intervista questa - ride - bene, signor Evans, vuole sapere come ci siamo conosciuti io e la mia anima gemella?" mi strappa una risatina, annuisco come risposta.
"Bene, ci siamo incontrati appena sono arrivato qui. Io vivo in affitto, non ho abbastanza soldi per comprarmi una casa. Ho trovato questo appartamento classico, di tre stanze in una villetta a schiera vicino ai quartieri industriali, e me ne sono innamorato a prima vista. Così ho contattato il proprietario.. Ed era lui. Le prime due settimane sono state normali, avevamo un rapporto da vicini più che da affittuario e cliente, perché abita nella porta affianco, poi però.. Un giorno suo figlio è entrato in casa mia mentre portavo dentro la spesa, ovviamente me ne sono accorto, ma al posto di cacciarlo mi sono messo a giocare con lui. Da di li ha iniziato ad entrare in casa mia più volte che può. È un bambino adorabile, non da mai fastidio ed è educato, quindi non ho problemi se si ferma in salotto mentre cucino o se mi sta tra i piedi mentre pulisco. In pratica ho iniziato a fare da secondo padre al piccolo Jack, e Drew se ne è accorto, così abbiamo iniziato ad uscire insieme portando il bimbo al parco o sul London Eye, o alle giostre, per esempio. Una sera poi.." si ferma e sorride spostando in giù la faccia.
"Una sera?" butto il bicchiere nel cestino dietro di me.
"Una sera siamo usciti senza Jack che era dalla madre, solo noi due. E credo che lì sia scattata la scintilla. Siamo andati prima al ristorante e poi quando siamo tornati a casa beh.. - si ferma e arrossisce - puoi immaginare ecco" ridiamo insieme.
"Tu con il tuo ragazzo invece?"
"Uhm.. Beh.. È stato strano. All'inizio lui era il bullo e io la vittima, poi piano piano tutto si è evoluto e lui mi ha.. In pratica salvato la vita. Da lì, ho iniziato ad interessarmi a lui, insomma mi voleva morto eppure quando stavo per rischiare di rimanerci secco davvero mi ha salvato.. Non mi è sembrato normale come comportamento. Così piano piano ho realizzato che in realtà non mi voleva morto, non l'aveva mai voluto. Voleva semplicemente me, ma non sapeva come fare ad avermi. E ci siamo messi insieme - sorrido - so che non si capisce molto ma è complicato da spiegare ecco" lui annuisce.
"Io in realtà ho capito. Solo ecco.. Trovo un po' strana la sua 'conversione' dall'odio all'amore"
"Beh vero.. Ma non mi sono mai fatto troppi problemi. Spero non mi stia mentendo, ma non saprei sinceramente.."
Levi mi abbraccia forte e mi rassicura, mi lascio stringere appoggiando la testa sulla sua spalla. Sono preso dai dubbi in questo momento, spero davvero che Jamie non mi stia mentendo.

•••

|| ? ||

Cammino in giro per le strade di Londra senza una meta. Non posso andare al covo dopo il casino che è successo per colpa mia, ma non posso nemmeno rimanere in casa a fare nulla, mia mamma mi sgriderebbe.
Capito nel quartiere della scuola, vado al parco e trovo il ragazzo della scommessa insieme a un tipo che non è James. Non sento cosa si stanno dicendo, seguo i loro gesti e quando si abbracciano tiro fuori il telefono.
Forse se lo dicessi al capo potrei essere riammesso.
Compongo il numero.
"Pronto?" la voce dall'altro capo del telefono sembra affannata.
"Hem.. James.. Ti stavi allenando?"
"Si esatto, e mi hai interrotto. Cosa vuoi!?" ora è scocciato invece.
"Scusa mi spiace, volevo solo.. Beh.. Riferirti una cosa.."
"Allora muoviti per favore, non voglio perdere tempo. Non dovresti nemmeno più avere il mio numero."
"Si scusa, l'ho tenuto solo in caso di emergenze, e questa mi sembra un'emergenza enorme. Sono al parco, quello vicino scuola, ed in pratica c'è qui Tristan."
"Oddio che emergenza" il sarcasmo è palpabile.
"Beh non è da solo.
"Ah si?" la sua voce sembra incerta per un momento.
"Si. È con un ragazzo, con i ricci. Non è Brad però"
"E che.. Che cosa stanno facendo?"
"Beh.. Si sono abbracciati prima e.."
"E cos'altro?"
"E.. Si.. Si sono appena baciati."
"C-cos.. N-no. Tris non.. Lui non lo farebbe mai.." gli trema la voce, non ci faccio molto caso.
"Invece si, lo sto guardando ora. Te lo giuro. Lo sta facendo. È davanti ai miei occhi."
C'è un buco di silenzio, sento solo il suo respiro, non proprio calmo.
"Okay senti.. V-vieni al covo. Ne parliamo qui"
"Sono riammesso?"
"Si certo. Muoviti."
Mentre chiudo la chiamata credo di aver sentito un si ghiozzo provenire dall'altra parte della cornetta, ma non mi faccio domande e vado alla metropolitana più vicina per andare al covo.

The neighbour | tradleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora