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Dopo una santificazione (della quale ringrazio l'autrice 😊), un po' di "sei una stronza non puoi finire i capitoli così" (ciau Giuly *saluta con la manina*), trentordici ore di "ce la puoi fare principessa" (sera amore) e due barattoli di Nutella, ecco il nuovo capitolo.
Premetto che fa pena, e mi pare sia corto (colpa mia, ho dovuto aiutare il mio migliore amico a rifinire i dettagli del suo cosplay quindi ho scritto tutto oggi pomeriggio) ma rimedierò.
Oh si.
Entro venerdì sera posto un nuovo capitolo. *porge il mignolino*✨
•••••••••••••••
Cerco aria, non so come farla arrivare più velocemente ai polmoni.
Non dovevo dire di si.
Ma James è James. Non posso dirgli di no, anche se non fossimo in questa condizione non ce la farei.
"Sai come si fa vero?" sussurra al mio orecchio, con voce leggermente roca, mentre fa pressione con il suo bacino al mio.
"Beh si, si. - metto le braccia attorno al suo collo, le mani sulla parte alta della schiena e cerco di staccare i fianchi dai suoi tentando di rimanere calmo.- ovvio che lo so, lo si impara appena si capisce di essere gay, insomma.."
"Sh no -ride mettendo il dito sulle mie labbra- non intendo questo"
"Cosa allora?" sfrego le labbra sul dito in modo eccessivo, vedendolo sorridere mordendosi il labbro
"Beh.. Faccio parte di una compagnia, lo sai, e la nostra compagnia è quella dalla quale tutti stanno alla larga.. Hai capito cosa intendo?"
"Aspetta cosa? Siete voi quelli del.. Gioco?"
"Si, siamo noi Pinky"
Apro le labbra ma non riesco a parlare, quindi le richiudo. Non ci credo.
"Io non.. Non me la aspettavo. Parlano tutti del Gioco in modo orribile, dicono che è doloroso, che le persone che ci giocano finiscono solo per farsi male, vengono isolate e non vengono... Non possono essere.. Non succede mai che vengano.."
"Amate Tris? - annuisco lievemente, lui sorride- non funziona così con me. Possono farlo gli altri in questo modo, ma io non ho mai partecipato direttamente, e siccome sei la prima persona che porto con me sono obbligato ad andarci piano. È più una questione di etica. Nel gruppo ci sono piani superiori e inferiori, ai superiori ci sono quelli che usano le ragazze e i ragazzi come giocattoli per puro piacere, io sono nei piani più bassi, con altre due persone. Non è difficile capire chi sono, a dire la verità. Quindi io.. Insomma.. Non.. Non so spiegare ecco. È la prima volta che mi succede, so di appartenere al Gioco, so di doverlo fare per forza, ma è anche la prima volta che mi innamoro. Non hai idea di cosa provi per te Tristan, non ne hai idea. Ogni volta che mi stai vicino provo la voglia di stringerti e coccolarti, di baciarti e scompigliarti i capelli. Mi addormento pensando al tuo sorriso, dormo sognando tutto quello che potremmo fare insieme e mi sveglio pronto per vederti e sentire di nuovo le tue labbra attaccate alle mie. Quindi.. Quindi io sono fermamente convinto di riuscire a cominciare il Gioco amandoti. Sarai amato Tris. Più di quanto ti sei mai aspettato"
"James io non.. Non sono sicuro. Ho sentito solo il peggio e ho paura"
"Non devi avere paura, non devi averne. Ti fidi di me?"
"Si Jamie"
"Allora credimi, ti amerò. Vuoi partecipare al Gioco? Sarai sempre insieme a me, non ti lascerò mai da solo con gli altri, non lascerò che ti facciano del male in nessun modo. Vuoi?"
"Davvero non mi lascerai solo?"
"Si Tris, davvero. Lo giuro."
"Allora va bene.. Partecipo. Ma mi tiro fuori se non va così. Sappilo."
"Va bene. Non ti tratterrò, la decisione è tua."
"Mi spieghi come funziona ora?"
"Adesso no, è tardi. Domani si però" annuisco andandomi a sedere sul letto e aspettando che si sia spogliato, per poi sdraiarmi di fianco a lui.
••••
Ormai è l'alba, non ho dormito molto. Sono nel letto, sveglio, rannicchiato di fianco a James, a guardare il suo torace alzarsi e abbassarsi ritmicamente. Ho la testa sulla sua spalla e lui mi circonda la schiena con un braccio. Avvicino la mano alla pelle del torace, delineando i muscoli con un dito, sorrido per il lieve suono pronunciato a labbra chiuse.
"Mi sapeva molto di gemito questo, Jamie" sussurro con le labbra sul suo collo, abbastanza vicino da essere sicuro di essere sentito. Appoggio tutta la mano, più convinto, e rimango in ascolto del gemito leggero che gli esce dalle labbra socchiuse. Mi mordo il labbro spostando la mano in giù, verso l'addome, continuando a contornare i muscoli premendo piano con i polpastrelli. James sorride, girandosi verso di me, ormai quasi sveglio, stringendomi di più e spostandosi sul fianco.
Abbasso un altro po' la mano, tracciando la "v" con un dito, rimanendo il più lieve possibile, per non fargli il solletico ma lasciargli una sensazione di piacere quasi impercettibile. Sono concentrato a guardare cosa sto facendo, e non noto che ormai il castano è sveglio e mi sta guardando sorridendo.
"Che bel risveglio. Non sai le regole del Gioco ma sembra che tu agisca come se partecipassi da sempre"
Arrossisco e lascio cadere la mano sul lenzuolo.
"Non ti ho detto di smettere, anzi mi piaceva. Continua"
Mi prende con due dita il mento, tirandomi verso di lui per baciarmi, ed io ricambiando riappoggio la mano la parte bassa dell'addome, riprendendo a contornare qualsiasi linea trovi, troppo occupato a baciarlo ed a pensare a quanto vicina la mia mano si trovi al suo amico piuttosto che a cosa sto toccando.
Dopo poco, davvero poco, non so come, ma mi ritrovo ad essere sotto di lui, che mi continua a baciare così gli accarezzo la schiena, dalle spalle fino al bordo dei boxer, toccandolo piano per sentirlo rabbrividire.
Appena passa a baciarmi il collo chiudo gli occhi, riesco solo a sentire le sue labbra lasciare scie umidicce sulla pelle. Mi mordo il labbro, e noto solo ora un particolare.
Non sento solo le sue labbra.
Sento anche altro.
Apro gli occhi e mi muovo come se avessi appena toccato qualcosa di bollente, così James mi lascia libero dalle sue labbra.
"Che succede Pinky?"
"Nulla."
"Sei arrossito, che succede?"
"Non fare quella faccia Jamie."
"Quale? Questa?"
"Sembra che tu mi stia sfottendo."
"Ma non lo sto facendo" slaccia il primo bottone della maglia del pigiama.
"E allora cosa stai facendo? Intendo, ora cosa stai facendo?"
"Nulla di che" apre anche il secondo ed il terzo.
"Nulla di.. Di che?"
"Esatto" anche quelli rimanenti sono aperti, lasciandomi a torso nudo.
"James io non.. Non voglio.. Non ora.. Dobbiamo andare a scuola.."
"Hey tranquillo. Io ti sto solo spogliando innocentemente per andare a fare la doccia"
"Io non voglio fare la doccia con te." sussurro con voce abbastanza ferma.
"Come?"
"Non voglio fare la doccia con te." ripeto con la voce più alta e guardandolo in viso.
"Pinky, tesoro, ti dico la prima regola del Gioco: mai dare contro al tuo daddy. Mai."
Tremo lievemente. Se fa la doccia con me mi scoprirà. Le vedrà tutte. Non ho il fondotinta sopra. Si vedono. Non deve vederle. Ma come faccio?
"Cosa c'è che ti spaventa tanto? Non ho doppi fini lo credimi. Voglio solo fare la doccia con te, non voglio fare altro nella doccia con te"
"James.."
"Si?"
"James io.." mia mamma chiama da sotto, urlando di scendere.
"Uhm. La faccio io e poi la fai tu va bene? Ma la prossima volta insieme, e non accetto scuse."
Mi lascia un bacio leggero sulle labbra, per poi recuperare i suoi vestiti e andare in bagno a lavarsi.
Mi siedo prendendo un grande respiro. Per ora non le ha viste, ma devo tenere il fondotinta a portata di mano per qualsiasi evenienza in futuro.
Chiudo la maglia del pigiama e controllo allo specchio se ci sono segni del passaggio di Jamie da qualche parte, ma per fortuna non ce ne sono, e poi scendo in cucina.
"Giorno ma'"
"Buongiorno figliolo"
"Mamma dovresti preparare anche per James, è di sopra a lavarsi ma poi scende a fare colazione. Vuole anche lui sono il caffè"
"Uuh la prima persona che rimane in casa anche di notte e che hai portato tu.. Che è successo?"
"Nulla nulla. Siamo stati in centro, abbiamo mangiato all'HardRock e abbiamo comprato li una maglietta. Poi siamo tornati qui e siccome non c'eri è rimasto a dormire" mi siedo alla penisola, su uno sgabello.
"Ma allora devo stare fuori di casa più spesso. E.. Come è andata?" dice mentre prepara la caffettiera.
"Come è andata cosa?"
"Come cosa? Oh tesoro. Avete passato la notte insieme, come è andata?"
"MAMMA. Non mi paiono cose da chiedere."
"Ti sei fatto male? O si è fatto male lui?" ridacchia divertita.
"Mamma per favore. No. Non è successo nulla, abbiamo dormito e basta."
"Se lo dici tu, va bene" sbuffa, e capisco che probabilmente tornerà sull'argomento appena ne avrà l'occasione. Non le è mai interessato nulla della mia vita, perché mai iniziare adesso?
James scende le scale mentre si infila la maglietta, mi giro verso di lui sorridendo. Con i capelli spettinati è un cucciolo.
"Jamie mettiti qui" gli indico il posto di fianco a me e lui arriva subito.
"Buongiorno amico di Tristan" dichiara solennemente, con un accenno di risata nella voce.
"Buongiorno mamma di Tristan" risponde lui stando al gioco.
Mamma mette il caffè in tavola, tre tazzine, dei biscotti e la Nutella. Io recupero una cucchiaino e metto un po della crema su un biscotto per poi mangiarlo, e la stessa cosa fa mia mamma, solo che lei aggiunge un biscotto sopra la crema in modo da formare una specie di panino. James invece si limita a prenderne uno e metterlo nella tazza di caffè.
"Minimal eh?"
"Come?"
"Intendo, un biscotto dentro una tazza di caffè, più semplice di così"
"Mamma!" la riprendo.
"Si beh, signora, mi piace il minimal" risponde lui sorridendomi.
"Vado a farmi la doccia, mamma non trattarlo male e non essere invadente. Ti prego." scivolo giù dallo sgabello e mi dirigo verso le scale.
"Ma Tris.. Non hai finito"
Non lo ascolto e corro verso camera mia, faccio in tempo a sentire mia mamma dire 'come sempre' in risposta a James, per poi infilarmi nel bagno.
•••
"TRISTAN FARAI TARDI DI NUOVO! MUOVI IL CULO E VAI A SCUOLA!"
"Che finezza mamma. Comunque eccomi qui. Ho finito." compaio all'inizio della rampa di scale.
"Oh credevo ci avresti messo ancora molto"
"No non ci metto più molto da un mese ormai." scendo e appena le arrivo davanti mi abbraccia e mi da un bacio sulla fronte.
"Lo so, e sono orgogliosa di te. Ma ora, prendi tutto e muoviti. Devi andare a scuola."
"Si si mamma si. James vieni a prendere lo zaino"
"Arrivo" si alza dal divano e mi segue di nuovo al piano superiore.
Prendiamo gli zaini.
"Jamie?"
"Si?"
"Ti ha chiesto qualcosa di imbarazzante?"
"Mh no, solo se ti ho lasciato qualche segno addosso" si avvicina alla porta e appoggia una mano al bordo del legno.
"Oh Dio. Lo sapevo che avrebbe chiesto una cosa del genere. Lo sapevo. Scusa James"
"Ma figurati -sorride- comunque le ho detto la verità. Ossia di no, per ora"
"Come?" sgrano gli occhi lievemente mentre lui chiude la porta.
"Ho detto per ora no"
"Jamie in farlo. Non mh.."
Mi spinge contro la porta baciandomi, dopo un attimo di incertezza nel quale mi ridisegna il contorno della bocca con la lingua, lo lascio passare tra le mie labbra. Infila le dita tra i miei capelli tirandoli un po quando gliela mordo per sbaglio, poi scende verso il collo dandomi dei piccoli baci e mordendomi sul lato della mandibola.
"Tristan fai tardi!" mia mamma da sotto chiama, cerco di staccare James, ma non ne vuole sapere, allora provo a staccarlo da me, ma mi prende i polsi e me li ferma sopra la testa.
"Non andremo da nessuna parte finché non avrò lasciato un segno sul tuo collo bianco e morbido"
"James ti prego. No. Non voglio"
"Non vuoi o hai paura?"
"Io non vogl.. Ho paura"
"Tranquillo, non farà male. Chiudi gli occhi e stai tranquillo"
Faccio come ha detto, e quasi nell'immediato mi rilasso, abbandonandomi del tutto contro la porta e lasciando che l'unico sostegno delle mie mani siano le sue, apro le labbra spostando la testa più di lato, lasciandogli più spazio per lasciare dei segni. La sensazione è davvero piacevole, la pelle tira lievemente, ma non da fastidio. Mugolo lievemente, sorride e succhia più forte, aumentando l'intensità poco per volta.
"James.. Per favore.. Basta.. Ti prego James.."
Ignora la mia richiesta nell'immediato, e si stacca solo dopo qualche minuto.
"Regola numero due: non dirmi cosa devo fare. Mai." mormora.
"V.. Va bene."
Sorride passando l'indice sulla macchia rossiccia.
"Adesso mia mamma si che penserà male."
"Beh, ha tutto il tempo per farlo, andiamo a scuola dai."
Metto in spalla lo zaino e recupero la macchina fotografica, intascando le sigarette, e usciamo di casa di soppiatto, senza farci sentire da mia mamma.
••
"È oggi la mostra vero?"
"Mh si. Preferirei che tu non venissi però" tossicchio.
"E come mai? Io voglio vedere l'arte di questa schifosa scuola. E poi uno della mia compagnia e la mia principessa sono li in mezzo."
"Principessa?" lo guardo male.
"No ok, principe. Va meglio?"
"Direi di si."
"Perché non vuoi che venga alla mostra?"
"Io.. James. Io non voglio che tu faccia a botte con Brad."
"Perché dovrei fare.. Aspetta. Cosa ha fatto?"
"Nulla, ma per evitare equivoci preferirei così."
"Tristan. Una delle regole è dire la verità. Ed è la quinta. Non transigo. Parla." sospiro sotto il suo sguardo vigile.
"Okay, okay, calma. La foto. Sembriamo una coppia, una coppia vera. Ma tipo, c'abbiamo messo un'ora a tentare di farla venire bene, non sembrava reale altrimenti. Abbiamo i visi davvero molto vicini, davvero davvero eh. E sembra che.. Che ci stiamo baciando. Oh ma, non è vero eh. No."
James si ferma, e io due passi più avanti a lui.
"Sicuro di star dicendo la verità?" alza un sopracciglio, ho paura di farlo arrabbiare. Non mi ha detto in cosa consistono le "punizioni" ma so che esistono, e ne ho paura.
"Si.."
"No eh?"
"Si. Cioè no. Insomma ooh. E va bene. Ci siamo baciati. È stata colpa mia. L'ho lasciato fare. Odio friendzonare le persone, ho dovuto farlo. Dovevi vederlo quando gli ho detto che volevo solo te, sembrava un cucciolo bastonato, che volesse mettersi a piangere da un momento all'altro. Non potevo dirgli di no, non sono cattivo Jamie. Ho voluto dargli un ricordo indelebile. Perché so che non lo dimenticherà mai." James sorride, contro ogni mia aspettativa.
"Sai, sapevo di potermi fidare. E sai anche cosa? Sapevo che fossi tenero. Ma non così tanto. In realtà più ti conosco e più mi rendo conto che tutto quello che sapevo su di te è sbagliato o non corrisponde del tutto. Hai un cuore d'oro Tris. E per questa volta eviterò di punirti per non avermi detto subito la verità."
"Grazie" sorrido sollevato, recuperando una sigaretta.
"Non ti vedo fumare spesso, anzi le uniche volte che ti ho visto sono state sul tetto ed ora."
"Già. Beh.. È una cosa che faccio per.. Diciamo allontanare i pensieri."
"Non credo di aver capito"
"Bere, fumare, ascoltare la musica a volume massimo, riaprire vecchie cicatrici, spegnersi sigarette addosso, tagliarsi, drogarsi, sono tutti modi per allontanare il dolore interno, per non sentire i miei pensieri, concentrare la testa su qualcosa che non sia il dolore che provo. 'Siamo tutti dipendenti da qualcosa che ci allontana dal dolore e dalla paura' ed io ho scelto due cose, delle quali mi è rimasto solo il fumare."
"E l'altra quale era?"
"Non è il momento di parlarne. Ti prego. Non voglio parlarne. Rispetta solo questa mia decisione. E quando lo saprai, rispetta anche me, non chiedendomi nulla. Non ti risponderei. E non c'è tortura o punizione che me lo farebbe confessare James. È troppo personale, davvero."
"Va bene Tris, rispetto la tua decisione."
"Grazie" sussurro, prima di entrare nel cortile della scuola di fianco al castano.

The neighbour | tradleyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora