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Tom si avviò verso casa sua. Aveva lo sguardo spento e sconsolato. Con la mente ripercorreva costantemente il sogno che aveva fatto. Si ripeteva che avrebbe voluto vivere in quella realtà per sempre. Magari morire in questa vita e risvegliarsi nell'altra.

Ma non poteva.
Non era possibile.

Sperso nei suoi pensieri non si accorse di essere arrivato davanti alla catapecchia dove avrebbe dovuto recuperare le sue cose per la scuola.

Raccolse tutta la devozione in dio che aveva da bravo ateo (raga è una frase ironica se non lo abbiate capito) e pregò con tutto se stesso che il padre fosse in coma etilico. Per precauzione provò a sbirciare dalla finestrella che affacciava sul salone.

Niente. Non vide niente.

Si fece coraggio e entrò in casa facendo il meno rumore possibile. Ma la fortuna gli voltò le spalle.

Appena mise il primo piede dentro casa la figura massiccia di Jörg gli coprì la visuale su tutta la casa.

''Io non mi sono scordato cosa hai fatto ieri sera brutto strozzetto. Cosa pensi che la passerai liscia eh?!? RISPONDI''

Tom lo fissò negl'occhi senza che un briciolo di paura lo attraversasse. Non voleva più avere paura di lui. Non sarebbe servito a nulla. Tanto vinceva sempre, per quanto di impegnasse a reagire non poteva nulla contro il padre.

''Scusa non mi ricordo''
Sorrise beffardo

''Come ti permetti a mancarmi di rispetto''

L'uomo si avventò sul ragazzo sbattendolo al muro e cingendo il suo collo con entrambe le mani.

Il rasta iniziò a sentire il respiro mancare. Pensava fosse arrivata la sua ora, e quasi ne era felice.

Il padre stingeva sempre di più la presa e lui aveva smesso di reagire. Stava per chiudere gl'occhi quando sentì il suo corpo sbattere contro il pavimento sporco della casa.

Aprì leggermente gl'occhi per scorgere la figura del padre fissarlo da lontano.

''Ritieniti fortunato che non voglio rischiare la galera. Sei risparmiato sta volta''

''Che onore''
Farfugliò con un filo di voce per non farsi sentire.
Raimolò tutte le sue forze e si alzò da terra dirigendosi,poi, nella sua stanza a recuperare le sue cose.

Raccolse la tracolla da terra e girò il materasso per recupero la chitarra. Uscì dalla stanza e si avviò verso il parchetto vicino casa sua. Aveva deciso che per quel giorno avrebbe fatto filone (non so se voi dite così, ma significa balzare scuola).

Una volta arrivato si sedette su una panchina e si godè l'arietta fresca di prima mattina.

Rimase lì per diverse ore finché non decise di suonare un po' giusto per fare qualcosa prima di andare da Meg. Attaccò il cavetto della chitarra all'amplificatore e accordò lo strumento meglio che poteva non sapendo effettivamente come dovevano suonare le corde. Andò a senso.

Cominciò a strimpellare qualcosa dei queen. Non conosceva il titolo della canzone né l'aveva letta sul canzoniere. La aveva sentita alla radio nel bar di Meg un po' di tempo prima e gli era rimasta impressa una parte del ritornello.

Mama uh-uh-uh
I don't wanna die
I sometimes wish I'd never been born
at all

In un certo senso quella parte lo rapprentava.

Improvvisava provando a riprodurre il suono il più simile possibile.
Dopo svariati tentativi falliti sembrò fosse riuscito a trovare le note giuste.

Together▪︎KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora