4. Ossessione, mania, possessione

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Era il mio chiodo fisso, la bombola d'ossigeno che ti aiuta a respirare sott'acqua.


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𝒁𝒂𝒌𝒉𝒂𝒓𝒊𝒂𝒉

Ossessione.

Ogni individuo di mia conoscenza lo classificherebbe come sintomo presente in alcune malattie psichiche, che si manifesta sotto forma di idee, parole, immagini persistenti nella mente del paziente a cui si fa riferimento in quel preciso istante, o a uno generale, se la conversazione è puramente astratta, al di fuori della sua volontà, fortemente e ingenerando sensazione di angoscia e impossibilità di azioni equilibrate.

Il termine deriva dal latino obsessio, che significa occupazione, perché quando i tuoi pensieri d'intrecciano, la tua memoria si sofferma perennemente a ripetere le stesse brevi scene che ormai la tua precaria percezione ha distorto a suo piacimento, in base ai sentimenti che, a ogni reiterazione, si intensificano e mutano devastandoti la psiche e annientando la tua stabilità, quelle sensazioni che ti scuotono il petto ti occupano la mente giorno e notte.

Quando hai una malsana fissa come quella che avevo io, il cuore era come intrappolato perennemente all'interno della gabbia toracica, che non appariva più come un insieme di ossa che serviva a proteggerlo, aveva preso le sembianze di una galera la cui stanza era troppo stretta e l'organo inadatto. La testa era incessantemente pesante, le emicranie si erano intensificate da quando l'avevo vista sui social media per la prima volta e non finivano mai, assomigliavano a quella condanna eterna che mi gravava sulle spalle.

All'interno di ogni individuo vi è un assillo, un tormento, che ha le tinte scure e amare di una maledizione ma sono altrettanto dolci e appaganti; vedere l'oggetto del tuo desiderio apparentemente irraggiungibile è una sensazione viscerale ancora più piacevole di un orgasmo intenso.

Il mio aveva lunghi capelli neri come la pece e grandi occhi scuri da cerbiatta. Era un'orchidea fantasma, un fiore così bello da incantarti l'anima. La sua pelle era diafana come il colore che la caratterizzava e, nonostante la sua abitudine di condividere sui suoi profili online scatti principalmente immortalati quando il suo viso da bambola di porcellana era ottenebrato dall'atmosfera che la circondava, ai miei occhi non assomigliava a niente di diverso da un angelo divino che portava nelle iridi luminose la mia unica speranza di redenzione.

𝐒𝐓𝐀𝐘 𝐖𝐈𝐓𝐇 𝐌𝐄Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora