Epilogo

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Nami era sul ponte della Sunny, con la testa appoggiata a uno dei suoi mandarini. Guardava le nuvole che si stavano addensando nel cielo, oscurando la luna che le illuminava il volto. Sentiva odore di tempesta, a breve sarebbe dovuta rientrare o si sarebbe inzuppata fino al midollo. Quella sera non riusciva a dormire, troppi pensieri le affollavano la testa. Continuava a pensare alle parole che le aveva detto Robin, che Rufy provasse qualcosa per lei senza esserne davvero consapevole, ma non riusciva a crederci fino in fondo. Da una parte voleva farlo con tutta se stessa, ma dall'altra ne era terrorizzata. Rufy le voleva bene, ma in modo diverso da come avrebbe voluto lei. Provava affetto, e un istintivo senso di protezione nei suoi confronti, ma non era la stessa cosa che provava Zoro per Robin. In quelle settimane in cui avevano iniziato la loro relazione Nami aveva avuto la conferma di quello di cui si era accorta già da tempo, ossia che si appartenevano ancor prima di saperlo. Era iniziata con il sesso, ma si vedeva da come si guardavano che si stava trasformando in qualcosa di più profondo, che loro ne fossero consapevoli o meno. Cominciò a sentire le prime gocce di pioggia bagnarle le braccia e il viso, mescolandosi  alle sue lacrime. Ultimamente piangeva spesso, troppo spesso. Sentì dei passi avvicinarsi e si voltò di scatto, asciugandosi in fretta le guance con la mano. Aveva riconosciuto quei passi, ma prima ancora di vederlo sentì il calore di una coperta su di sè.

"Vuoi ammalarti, per caso?" le chiese il ragazzo dal cappello di paglia sedendosi accanto a lei. Nami sorrise stringendosi addosso la coperta che gli aveva portato. "Grazie" gli disse guardandolo con la testa appoggiata sulle braccia. Rufy restò un attimo a guardarla attentamente, poi distolse lo sguardo. La pioggia aumentò d'intensità, ma nessuno dei due aveva intenzione di andarsene da lì. Il silenzio era rotto soltanto dallo scroscìo della pioggia sulle foglie dei mandarini, che gli offrivano un parziale riparo.

"Ultimamente siete tutti strani su questa nave" disse il ragazzo alzando il volto al cielo.

"Che intendi?" chiese Nami curiosa.

"Zoro è stranamente di buon umore, Robin passa molto meno tempo in biblioteca, e tu sei sempre triste" tornò a guardarla e Nami sentì un battito mancarle. "Cosa ti prende, Nami? Vuoi lasciare questa ciurma?"

Di questo si preoccupava, del fatto che lei potesse lasciare la ciurma. Solo questo era importante per il futuro re dei pirati.  Sentì la rabbia montarle dentro.

"Lascia stare non importa" rispose secca lei guardando davanti a sè.

"Importa invece" disse lui alzandosi in piedi. "Ho promesso di non toglierti mai il sorriso, e ultimamente non ti vedo più sorridere. Che diavolo ti prende, me lo spieghi? Cosa ti abbiamo fatto?" il suo tono era arrabbiato, perchè non capiva. Non capiva cosa avesse Nami, e il non capire lo faceva imbestialire, perchè non sapeva come aiutarla, sebbene lo volesse con tutto se stesso.

Anche Nami si alzò in piedi, lasciando cadere la coperta dietro di sé. Un lampo squarciò il cielo, rivelando a Rufy l'espressione più arrabbiata che le avesse mai visto in volto.

"Non tutto riguarda questa ciurma, Rufy. Ci sono cose che tu... " si interruppe, chiudendo gli occhi e sospirando sonoramente "Che tu non capiresti" li riaprì e li puntò nei suoi.

"Spiegamelo allora" gridò lui serrando i pugni. Nami chiuse gli occhi. Non poteva, non poteva assolutamente dirgli la verità. Ma in quel momento le parole di Robin le tornarono alla mente, squarciandole i pensieri come il lampo di poco prima. Forse avrebbe dovuto seguire il suo consiglio, forse avrebbe potuto dirgli tutto, fare un gesto che gli facesse capire una volta per tutte cosa provasse per lui. Forse le cose sarebbero cambiate se lei fosse stata sincera, forse lui l'avrebbe ricambiata. Forse... Aprì gli occhi, lui era ancora lì davanti a lei, con la pioggia che gli scorreva sul corpo e gli abiti ormai fradici, che la guardava in attesa di una risposta. Nami, mossa da una forza che non sapeva nemmeno di avere si avvicinò a lui, gli afferrò il volto con le mani e lo baciò sulle labbra. Rufy rimase talmente spiazzato da quel gesto che non chiuse nemmeno gli occhi, le braccia inermi lungo i fianchi, con le mani strette ancora in pugni. Sentì il cuore accelerare i battiti, e assaporò le labbra della navigatrice, che sapevano di pioggia e lacrime. Nami si allontanò da lui, guardandolo negli occhi per vedere la sua reazione.

"Ti amo, ecco cosa c'è" sussurrò lei abbassando lo sguardo, senza avere più il coraggio di guardarlo. La forza che l'aveva spinta a fare quel gesto folle l'aveva improvvisamente abbandonata, e si sentì più vulnerabile che mai. Era fatta ormai, non si poteva tornare indietro. Forse avrebbe davvero dovuto lasciare la ciurma. Nell'ascoltare quelle parole, Rufy sentì una nuova forza scorrergli nel corpo, gli sembrò di sentire nuovamente dei tamburi, ma si rese conto che era il suo cuore che gli martellava nelle orecchie. Sentì la forza di Nika montare dentro di sè, e a poco a poco il suo corpo si trasformò, gli abiti e i capelli diventarono del colore delle nuvole bianche. Afferrò i polsi di Nami, ancora davanti a lui, che alzò lo sguardo, stupita. La ragazza si sentì sollevare da terra, e mentre Rufy la stringeva a sè tenendola per la vita, raggiunsero in volo le nuvole temporalesche che stavano imperversando nel cielo. Non ebbe nemmeno il tempo di urlare, si avvinghiò con le braccia al collo del ragazzo per paura di cadere, anche se in cuor suo sapeva che lui non l'avrebbe mai lasciata andare. Oltrepassarono la tempesta, e si ritrovarono sospesi in volo davanti alla luna piena, che da quella distanza era enorme. Di fronte a quello spettacolo meraviglioso Nami spalancò la bocca per lo stupore, mentre Rufy non poteva fare a meno di sorridere, tenendola stretta a sé. Il ragazzo la voltò verso di sé e le cinse la vita con entrambe le mani, guardandola negli occhi. Nami rabbrividì e non seppe dire se per gli abiti fradici che le aderivano al corpo o per le emozioni che stava provando in quel momento. Sospesi in aria, si guardarono come non avevano mai fatto prima, consapevoli che qualcosa tra loro era cambiato.

"Rufy, io..." ma non ebbe il tempo di dire nulla, perchè lui le aveva sollevato il mento con due dita e l'aveva baciata, stavolta chiudendo gli occhi. Nami, felice come non ricordava di essere mai stata, lo strinse ancora di più a sè, baciandolo con più passione. Robin aveva ragione. Quel bacio e quella rivelazione, avevano risvegliato nel ragazzo sensazioni che non sapeva nemmeno di provare. Il suo corpo aveva reagito alle sue emozioni, a cui non era mai riuscito a dare un nome, ma che invece adesso erano chiarissime nella sua mente nel suo cuore. Si staccò da Nami quel tanto che bastava per sussurrarle: "Diventerai la mia regina, un giorno"

Sono sempre stata tua - A One Piece storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora