CAPITOLO 38: RICCARDO & FRANCESCA

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Una volta che la dottoressa e le infermiere se ne furono andate, tata Rossella istruì i bimbi di rimettersi in fila per due per rientrare in classe. Fu in quel momento che Riccardo decise di alzare la mano.

La Tata maestra guardò il ragazzo, rivolgendogli un caloroso sorriso.

"Dimmi, piccino."

"Maestra... posso parlarle in privato un attimo?"

L'aliena parve stupirsi alla richiesta, ma poi annuì.

"Ma certo, caro. Usciamo in corridoio un attimo."

Si voltò verso Milena e aggiunse "Tieni d'occhio tu le bimbe per qualche minuto, torniamo subito."

"Certamente, ci penso io." rispose prontamente la maestra terrestre.

"Maestra, dovrebbe venire anche Francesca..."

Quella richiesta da parte di Riccardo gli fece guadagnare delle occhiate perplesse tanto da parte delle maestre quanto dalle sue compagne, Francesca in particolare.

"Uh? I...io?"

Tata Rossella guardò velocemente i due ragazzi, poi annuì.

"E va bene, venite con me."

Si avvicinò a loro e li prese entrambi per mano, per poi uscire dalla stanza lasciando le altre ragazze con Milena.

Francesca era arrossita alla situazione, non capendo cosa stesse esattamente accadendo, ma si lasciò condurre dalla donna senza fare resistenza. Anche Riccardo, il quale non si aspettava che l'aliena lo prendesse per mano, rimase sbigottito per un istante ma anche lui non fece resistenza.

Una volta che furono soli in corridoio, con la porta della sala ricreazione ben chiusa alle loro spalle, Rossella fece ancora qualche passo avanti fino a giungere di fronte alla porta della nursery.

Il suono dei passi riecheggiava nel corridoio vuoto, rimbombando nelle orecchie di Riccardo tanto quanto il solenne avvertimento della sacerdotessa risonava nella sua anima e gravava le sue spalle con una responsabilità che non avrebbe mai voluto.

Giunta alla propria meta, l'aliena lasciò andare le mani dei due e si voltò verso di loro.

"Allora, Riccardino?" domandò "Di cosa volevi parlarmi in privato? E perché volevi anche la tua amichetta?"

Il ragazzo cercò di ignorare il nomignolo e cominciò a parlare "Beh, ecco, vede..."

"Oh, forse ho capito." lo interruppe "Devi confessare qualcosa e vuoi che la tua amichetta ti tenga la manina durante la sculacciata."

Entrambi divennero color pomodoro, e prima che Riccardo potesse dire alcunché Francesca si voltò verso di lui.

"Io... certo, non è un problema..." bofonchiò "Ti tengo volentieri la mano..."

Riccardo emise un fragoroso sospiro, colmo d'imbarazzo.

"No, siete fuori strada." disse, per poi concentrarsi sulla maestra "Vorrei parlarle di quanto accaduto prima."

"Prima quando, trottolino?"

"Prima, con la dottoressa e le infermiere."

"C'è stata la visita, con prelievo del sangue. Cosa c'è di cui parlare?"

Rossella aveva uno sguardo parecchio perplesso che ben presto si tramutò in apprensione. Qualunque fosse la preoccupazione di Riccardo non la stava prendendo sottogamba.

La maestra fece un passo avanti, arrivando esattamente di fronte a Riccardo, e si chinò per avere i suoi occhi all'altezza dei propri. Senza esitare, prese le mani del ragazzo tra le proprie, stringendole in un gesto di sostegno e affetto.

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