𝐈.

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"If you could see my thoughts. You would see your face"
— Ivy, Frank Ocean.

"Bene ragazze, queste sono le chiavi della vostra camera, vi auguro una buonanotte."

Esse, furono le parole della receptionist, prima che Angela le tese un braccio per afferrare le chiavi, osservando il numero della camera dove avrebbe pernottato.
Ancora non credeva ai suoi occhi, si trovava in un hotel, lo stesso dove migliaia di aspiranti artisti, il giorno dopo, avrebbero fatto l'ultimo e decisivo casting insieme alla sottoscritta, per entrare nella scuola più importante d'Italia.

Ebbene, Angela Ciancio stava provando ad entrare ad Amici di Maria De Filippi.
Non le sembrava del tutto reale, fino a mesi prima aveva categoricamente scartato l'idea di trovarsi lì, per tensione, paura, ansia da prestazione.

Prima di arrivare a quella sera, però, aveva già messo piede in quello studio.
Ogni candidato si era presentato giorni prima per affrontare molteplici selezioni. Le scremature erano nette, decisive, severe.
L'emozione scorreva imperterrita tra le vene di Angela. Ogni selezione rappresentava un ostacolo insuperabile, che con sua sorpresa, però, riuscì a scavalcare.
Fece amicizia con individui di ogni genere, in molti vennero scartati, mentre quelli che poteva contare sul palmo di una mano, rimasero.
Non era contenta ma neppure dispiaciuta, in occasioni di quel genere l'affezione al singolo individuo era fatale, per cui bisognava pensare al proprio percorso, fino al raggiungimento dell'obiettivo prefissato.

La persona con la quale aveva condiviso la stanza d'hotel, per quella notte, fu una ragazza di nome Giulia.
Apparteneva alla categoria canto come lei, ebbe persino l'occasione di udire una sua esibizione alle selezioni dei primi giorni, mentre si preparava per la propria entrata in scena, successiva alla ragazza.
Dal canto suo, la ragazza possedeva una voce armoniosa, nonostante entrambe portassero stili simili ma non in grado di combaciare a pieno.

"Lil, Saliamo?"

I propri pensieri vennero interrotti dalla voce della ragazza, che piena di energia, spostò i propri capelli biondi verso un lato, prendendo le valigie di entrambi, incamminandosi lentamente verso l'ascensore vicino la reception.

"Arrivo."

Espresse con assoluta pigrizia nella propria voce, facendo sì che risaltasse l'accento campano.
Entrambe le ragazze appartenevano alla stessa Regione, solo in città differenti.
Giulia fu una delle prime ragazze con le quali Angela legò. Era estroversa, era luce, in parte il suo contrario.
La bionda si era rapidamente legata a lei, e ciò non le dispiaceva, in quanto credesse che fosse una persona estremamente talentuosa e carismatica.

I propri passi felpati raggiunsero Giulia, che aveva già premuto il pulsante di richiamo appartenente all'ascensore della struttura, osservando le porte in attesa che si aprissero nel minor tempo possibile.

"Aspettatemi, posso entrare con voi??"

Le due ragazze si girarono nel medesimo istante, in direzione della voce proveniente da dietro rispetto a loro.
Angela scorse una ragazza bionda, o meglio, per metà, adornata da una felpa che le copriva gran parte del corpo, abbinata con jeans del medesimo colore, neri.
Man mano che di avvicinava, i propri occhi studiarono meglio il suo aspetto esteriore, soffermandosi sul suo viso.
Quest'ultimo possedeva un'espressione colma di affanno, stanchezza.
Gli occhi erano glaciali, di un azzurro particolare, non troppo invasivo, ma in grado di catturare l'individuo dinanzi a sè.
Sotto le palpebre inferiori erano posizionati dei punti luce, illuminando l'intero viso.
La particolarità del suo aspetto si racchiudeva nei suoi capelli, orizzontalmente divisi in biondi e neri.

"Certo! Credo di averti vista in giro, io sono Giulia, piacere di conoscerti."

La ragazza di fianco a sè tese la mano in avanti, attendendo che l'altra la stringesse, ciò che non tardò a fare, compiendo il gesto in maniera goffa e colma di imbarazzo palpabile.

"Sono Valentina, in arte Mew, piacere."

I suoi occhi si spostarono lentamente dalla bionda alla riccia dagli occhi azzurri, formando un sorriso sincero.

"Io sono Lil-"

Non fece in tempo a completare la frase che le porte dell'ascensore si aprirono, producendo un suono breve e fastidioso alle orecchie di Angela.
Senza dir più una parola, le ragazze si affrettarono ad entrare con i propri bagagli all'interno dell'ascensore, salendo ai corrispettivi piani.

"Tu che piano sei, Mew?"

Chiese la bionda una volta premuto il 5º piano, dove sia lei che Angela avrebbero concluso il loro percorso.

"Il piano sopra al vostro, il 6º"

"Ohw, va bene, allora le nostre strade si dividono! Spero ci incontreremo domani Mew."

Disse infine Giulia, mentre le porte dell'ascensore si aprirono mostrando l'immenso corridoio del piano.
Angela per tutto il loro tragitto non fiatò, si limitò nell'osservare i propri piedi, imbarazzata dal silenzio, udendo il semplice suono dell'ascensore muoversi tra i piani.
Quando sentì nuovamente il suono di apertura, uscì dal suo tunnell di pensieri, annuendo alle parole delle ragazze e osservando per l'ultima volta colei che si presentò come Mew, sorridendole lievemente.
Lo stesso gesto fu ricambiato istantaneamente, solo in maniera più energica.
Per un istante, Angela pensò che la ragazza avesse un sorriso dolce, estremamente caloroso.
Le mise buon umore con un semplice gesto, qualcosa che raramente alla mora accadeva, soprattutto senza alcuna conoscenza.

"Ci vediamo ragazze."

Furono le ultime parole espresse da Mew prima che le due lasciassero l'ascensore e facesse ripartire quest'ultimo.
Giulia si incamminò subito verso il corridoio, mentre Angela, rimase ferma osservando le ante chiudersi del tutto, portando via la figura di quella ragazza,
la stessa che aveva attirato la propria attenzione.

The Night We Met.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora