𝐈𝐈𝐈.

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"Calliope mia bella Musa, rendimi la voce tua"

Le prime luci dell'alba irruppero nelle camere d'hotel dove giacevano i ragazzi, illuminando svariati angoli di quelle mura.
Uno spiraglio di luce finì sul viso di Angela, che infastidita dal risveglio brusco, si girò, dandogli le spalle per poter continuare a dormire beatamente.
Il suo momento di tranquillità fu dissolto come una bolla di sapone a causa del successivo suono appartenente alla sveglia di Giulia, un incubo ad occhi aperti.
Quel suono stridulo fece saltar giù dal letto la riccia, che già presa piuttosto male, guardò l'oriario segnato sullo schermo del proprio cellulare.

Che giornata di merda.

Furono le uniche parole che Angela si ripetè internamente prima di andare in bagno, sistemandosi per essere presentabile, qualcosa che per quel giorno, le sembrò impossibile.
Si guardò rapidamente allo specchio, accorgendosi che forse non fosse stata una buona idea farlo:
I propri capelli era crespi, arruffati, trasandati.
Il viso era pallido, con occhiaie promettenti e labbra colme di screpolature evidenti, delle quali alcune convertitosi a ferite.
Era un disastro. Come sarebbe riuscita a presentarsi dinanzi a centinaia di gente, in diretta tv, in quel modo?
Un suono ovattato interruppe i propri pensieri tempestivi, quest'ultimo proveniva dall'esterno del bagno, per cui volle supporre che Giulia si fosse finalmente svegliata dopo la cantilena sccociante di una sveglia posta al massimo del suo volume.
A causa di quella distrazione, Angela scacciò i pensieri negativi presenti dapprima nella propria mente, concentrandosi sul prepararsi nel minor tempo possibile, in grado di portare il proprio culo al di fuori di quella struttura.
Non ci mise molto tempo nel farsi una doccia, fare una skin care di routine e darsi una sistemata generale.
Spense il cervello concentrandosi semplicemente sulle proprie azioni, ovattando ogni genere di stimolo esterno pronto a distrarla in un battito di ciglia.

Quando giunse al termine, senza occupare tempo ulteriore in quel bagno striminzito e soffocante, uscì, trovando dinanzi alla propria figura, quella della bionda, che ancora assonnata, faceva esercizio fisico.

Ma esattamente, con quale voglia?

Espresse tra 'sè e sè', forse un po' troppo ad alta voce per farsi sentire, osservando Giulia fermare i propri movimenti, emettendo una lieve risata, girandosi frontalmente alla ragazza mora.

"Sei tu la scansa fatiche Angè, dovresti provarci anche tu, la carica di energia prima di un esibizione è importante, tu sembra che stai andando in carcere maronn mij."

Il modo con il quale la bionda espresse quelle frasi, fece sorridere istantaneamente Angela, che scrollò le spalle, mentre sistemava la propria camicia azzurrina al di sopra di un paio di jeans piuttosto semplici.
Si trattava di un outfit sobrio, il tutto e il niente.
Come persona non aveva mai osato sui vestiti, optando sulla scelta più basic, al di fuori di occasioni di estrema rilevanza.
I propri capelli, piuttosto voluminosi, ricadevano sulle spalle, privi di un sostegno, semplicemente lasciati sciolti, in grado di coprire parte del proprio viso stanco, ancora privo di vitalità terrena.

"Ah, mi son dimenticata, ci verranno a prendere tra 10 o 15 minuti."

Come?

Angela sperò di non aver sentito bene, alzando un sopracciglio alle parole espresse dalla ragazza, che in fretta e furia, prendeva i propri effetti personali per entrare in bagno.

"Chi viene a prenderci?"

La bionda alle parole dell'altra si fermò sull'uscio della porta, girando il volto ed incontrando il suo sguardo.

The Night We Met.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora