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Per creare la giusta atmosfera, vi consiglio di ascoltare Luminary (Joel Sunny) durante la lettura💭

TW: riferimenti a diversi tipi di violenza che potrebbero urtare la sensibilità di qualcuno 🩹❤

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•Il Serpente di Smeraldo•

«Skjaldmær: donna guerriera.»

Si dice che fossero ispirate alle Valchirie di Odino,

che combattessero al fianco degli uomini nelle battaglie,

ma non si ha la certezza che siano esistite per davvero.

Tranne una.





«Dovremmo essere già pronti a quest'ora.» Il sospiro lussurioso nella mia voce tradì tutte le mie buone intenzioni. Strinsi le dita intorno alle lenzuola, la spina dorsale inarcata come una fisarmonica stregata, note e melodie rimpiazzate da suoni osceni e dissacranti.

«Davvero?» Il suo fiato caldo sulla carne pulsante mi trasmise un brivido potente tra i muscoli del ventre. «Scommetto che abbiamo ancora qualche minuto.»

«E io scommetto che ci metteremo nei guai con gli altri.» Kiran sollevò lo sguardo nel mio, le iridi verdastre splendenti di desiderio e adorazione, mentre riportava la sua bocca tra le mie cosce. Sentivo il cuore battere in ogni angolo del mio corpo.

«Vorrà dire che troveremo una scusa ragionevole. Adesso smettila di interrompermi, o nessuno dei due uscirà più da questa stanza.»

Una fossetta gli bucò la guancia. Oh, Dio.

Mi si disintegrò il respiro a guardare le sue labbra avvolgermi con ingordigia, l'involontario oscillare dei miei fianchi contro di esse, i suoi occhi che mi sfidavano a cedere, mentre mi spingeva oltre il limite con stoccate calde e profonde della sua lingua. Eppure, non mi lasciava mai cadere. Mi teneva sospesa sul baratro, aggrappata alla sua presa crudele, mi tendeva e mi sfiniva, mi riempiva fino a squarciarmi, ma non mi permetteva di implodere.

Kiran era un incendio che mi divampava dentro. Insieme, eravamo fuoco trattenuto in un'ampolla di vetro ignifugo.

Afferrai un cuscino e me lo premetti sul volto, per attutire il suono disdicevole della mia voce. Kiran si mosse prima che potessi rendermene conto. Mi sovrastò come un'onda, i raggi del sole che gli indoravano il profilo delle spalle allenate e splendevano tra i capelli biondi, e infilò una mano sotto la mia maglietta. Strinse un seno nel palmo, gustandosi la reazione del mio corpo come se potesse cibarsene, mentre l'altra sollevava la mia gamba e se l'avvolgeva intorno a un fianco.

«Quale scusa vorresti trovare per questo?» Ansimai, sentendolo premere tra le mie cosce.

«La mia fata ha avuto un incubo» si spinse in avanti, riempiendomi con un unico affondo, e il mio respiro incespicò. «Mi sono solo assicurato di tranquillizzarla al suo risveglio.»

-

Diverso tempo e una doccia più tardi, io e Kiran raggiungemmo Elis e Freydis al piano di sotto. Li trovammo in cucina, pronti per partire, e io constatai che la loro bellezza aveva appena raggiunto il livello successivo.

Non sapevo se i Guerrieri del Ragnarok avessero delle divise, o un outfit particolare che desse loro autorità, ma ero sicura del fatto che Elis, con i pantaloni cargo e la maglietta neri, e Freydis, con i jeans e la giacca di pelle, avessero già tutta l'autorità del mondo. Adesso che avevo visto quanta sicurezza trasmettessero i miei amici, avrei impiegato tutte e tredici le ore di viaggio che ci aspettavano per convincermi di apparire altrettanto sicura, nonostante indossassi dei normali jeans e un paio di stivali.

𝐃𝐚𝐥𝐥'𝐚𝐥𝐭𝐫𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐦𝐚𝐫𝐞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora