Tra tutte le bellezze della terra e oltre, l'Olimpo era ineguagliabile a qualsiasi altra bellezza creata dall'uomo o da Gea.
L'imponente montagna superava di gran lunga le nuvole più alte, ospitando sulla sua sommità quella che può essere definita la casa degli dèi.
Tutt'intorno ad essa, come stelle attorno alla luna, le case e i templi delle divinità minori costellavano i piedi del tempio degli Olimpi, dove c'erano i loro luoghi comuni, le loro stanze e la sala grande dove si tenevano le riunioni delle dodici divinità principali.
Al suo ingresso, Artemide trovò intenta a osservare il focolare sua zia Estia.
Estia era sorella di suo padre, Zeus, la primogenita di Crono e Rea; era una dea vergine ma era sempre stata la madre di tutti.
Aveva un animo pacato, i capelli rossi illuminati dalle fiamme che sembravano fare parte di esse.
Quando si accorse del suo arrivo, Estia accolse sua nipote con un caloroso abbraccio di benvenuto, accompagnato da quel suo ampio e altrettanto caloroso sorriso.
- Artemide! Nipote mia che gioia rivederti! Ho sentito che tuo padre ha richiamato gli altri dèi per un'emergenza, in questi giorni sia lui che Era e Atena sembrano molto preoccupati e non si sono confidati neanche con me -
L'atrio era grande e il focolare era dentro una coppa gigantesca di bronzo celeste. Il fuoco degli dèi. Il fuoco eterno.
I bordi della coppa fungevano da divanetti e chi aveva bisogno di conforto si sedeva a parlare con Estia, che era sempre lì con il suo ampio sorriso.
- Ne sono al corrente zia, me l'ha detto anche Apollo. Ho paura che stia accadendo qualcosa di importante, sono molto preoccupata... -
- Oh non temere tesoro, vedrai che si sistemerà tutto -
Ma neanche lei ci credeva più di tanto. Sapevano entrambe che se Zeus in persona era preoccupato voleva dire che era davvero una situazione grave.
- Ti riferirò io dopo ciò che sta accadendo, ora vado a sistemare le mie cose -
Salutò la zia e si incamminò verso il corridoio sinistro, quello che dava sulle camere delle dee femminili. Quello destro era per gli dèi maschili.
Estia era l'unica sorella di Zeus a non far più parte dei dodici Olimpi.
Quando arrivò Dioniso, pretese il suo posto sull'Olimpo, e per evitare inutili guerre Estia si sacrificò per lui e gli cedette il suo posto.
Ad Ares dispiacque molto quando tutti tornarono in pace. Gli sarebbe tanto piaciuta una battaglia interna.
Il corridoio delle donne era decorato con affreschi di ninfe, danzatrici e decorazioni floreali.
Su ogni porta c'era il simbolo per ciascuna dea: Demetra una spiga di grano, Atena una civetta, su quella di Era un pavone e via così.Quando passò davanti alla camera di Afrodite sentì dei gemiti di piacere provenire dall'interno.
Non era una novità che avesse degli amanti, ma insieme ai versi della voce soffice e sempre perfetta della dea, si distinguevano le incitazioni poco eleganti dell'inconfondibile voce virile e rude di Ares.
Neanche questa era una novità.
Tutti erano al corrente della relazione tra i due, persino il marito di Afrodite, Efesto, che aveva cercato più volte di farsi valere, con scarsi risultati.
Proseguì per il corridoio ignorando i due amanti.
Lei e Afrodite erano l'opposto, infatti non erano mai andate molto d'accordo.
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La Mortale E La Luna
RomanceArtemide è la dea della luna e della caccia. Ma da quando Orione, il gigante nato per distruggerla, entra nella sua vita immortale tutto cambia. Nonostante abbia tutto a disposizione, l'infelicità che prova la porta a fare una scommessa con Afrodite...