Mi ubriaco per la prima volta

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"Le regole sono semplici:
1) Sopravvivi. Se muori vai direttamente da Ade.
2) Rispetta i tuoi voti. Nonostante il corpo non sia il tuo non vuol dire che ne puoi fare ciò che vuoi, non perdere la verginità e evita di innamorarti di uomini mortali e immortali.
3) Non rivelare a nessuno che sei una dea, altrimenti il gioco finisce.

Bene, che le Moire ti proteggano mia cara. Il gioco ha inizio."

Mi svegliai di soprassalto con le parole di Afrodite che mi riecheggiavano nella testa.

Quella gallina aveva barato. Non mi aveva detto che ci sarebbero state delle condizioni a riguardo. Tipico di Afrodite.

Mi misi seduta, ammirando il paesaggio intorno a me.

Non sapevo dove mi trovavo precisamente ma ero sicura fosse la Grecia.

Ero in un bosco. Un bosco di maestose querce.

La cosa mi rinquorò. Insomma ero mortale, sperduta e indolenzita, almeno mi trovavo in un luogo familiare, se non fosse stato per quel cinghiale...

Sentii un fruscio di foglie, mi voltai lentamente e la bestia non si accorse di me.

Stavo per andare ad accarezzarla, come facevo di solito, poi mi ricordai che non ero più la dea dei boschi e della caccia, che il cinghiale non era il mio animale sacro e che probabilmente mi avrebbe attaccata vedendomi solo come una mortale.

Indietreggiai, spaventata da quel pensiero.

E feci la cosa più stupida e banale che potessi fare. Calpestai un rametto. Il cinghiale si voltò nella mia direzione, infuriato. Caricò verso di me a tutta velocità.

Non mi ero resa conto del pericolo che stavo correndo, fortunatamente all'ultimo rotolai di lato, presi un bastone e lo usai a mo' di lancia.

Avrei preferito di gran lunga un arco. Mi sarei accontentata anche di un coltello da caccia, ma quello era a mia disposizione e quello mi dovevo fare bastare.

Il cinghiale caricò di nuovo verso di me. Gli lanciai la mia arma primordiale addosso. Inutile dirvi che fu uno sbaglio. Il cinghiale si infuriò ancora di più, continuando la sua corsa.

Iniziai a correre anch'io, non avevo altre opzioni. Dopo poco avevo già il fiatone e mi guardai intorno cercando un'altra soluzione, anche perché il cinghiale era molto più veloce e solo pochi metri ci separavano.

Mentre correvo disperatamente vidi un ramo abbastanza basso e riuscii a salirci sopra con una agilità inaspettata, riuscendo a salire sui rami più alti.

Ovviamente il cinghiale non sarebbe mai riuscito a raggiungermi e opo qualche minuto di grugniti, mi lasciò perdere e tornò sulla sua strada.

Cavolo, l'avevo scampata per poco.

Ma il pericolo era dietro di me.
Letteralmente.

Dopo essermi ripresa un attimo mi accorsi di uno strano ronzio.

Appeso al ramo sulla quale ero c'era un nido di vespe. Grazie Tyche vedo che oggi mi sei di grande aiuto.

Scesi lentamente dal ramo. Purtroppo questo si piegò facendo muovere le foglie alla sua estremità, che a loro volta toccarono il vespaio, facendolo tremare. Fantastico.

Con un balzo scesi dall'albero e iniziai a correre. Ero senza sandali e cercai di non pensare a tutti i rametti che mi pungevano la pianta del piede.

Non so come ma riuscii a seminarle, uscendo dal bosco per poi ritrovarmi in un campo di grano.

La Mortale E La LunaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora