CAPITOLO 18

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                                                                            BRANCO VUOL DIRE FAMIGLIA

Connor sembrò essersi completamente perso, quella era la torre più intricata di tutte, anche di più dell'intero castello. Al suo interno c'erano continue rampe di scale, molteplici porte ignote e fitti corridoi che sembravano non finire mai. «𝘝𝘪𝘦𝘯𝘪 𝘊𝘰𝘯𝘯𝘰𝘳, 𝘴𝘣𝘳𝘪𝘨𝘢𝘵𝘪, 𝘴𝘦 𝘷𝘶𝘰𝘪 𝘳𝘪𝘷𝘦𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘪 𝘵𝘶𝘰𝘪 𝘢𝘮𝘪𝘤𝘪.» echeggiava sottile la voce di Trickster all'interno della torre: l'ansia aumentava velocemente mentre il fiato si accorciava sempre di più, a Connor cominciava a girare la testa e i corridoi sembrarono in continua rotazione.

Prima che il panico avesse completamente la meglio, Connor si fermò inchiodando improvvisamente, i respiri divennero più lunghi e profondi e i corridoi smisero definitivamente di muoversi. Il giovane Lupo notò che l'intera torre era quasi sprovvista di torce, forse era stata anche la poca luminosità a confondergli il percorso, "Serve un po'...di 𝙻𝚞𝚌𝚎!» pensò il ragazzo tra sé, e con un ultimo respiro profondo, e ampliando altamente i sensi con lo spazio circostante, l'occhio bianco di Connor si illuminò e tutto si fece più nitido, il lungo e fitto corridoio si distinse ai suoi piedi, e avanzando lentamente gli apparve una lunga scia bianca di fumo che, molto probabilmente, gli avrebbe indicato la strada verso la salvezza da quel dannato labirinto.

Corse più veloce che poteva e tutto si stabilizzò, niente più si muoveva e il cuore pompava coraggio incessantemente, «𝘛𝘪 𝘴𝘵𝘢𝘪 𝘢𝘷𝘷𝘪𝘤𝘪𝘯𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘳𝘢𝘨𝘢𝘻𝘻𝘰...» echeggiò nuovamente la voce del Maestro Oscuro facendosi sempre più vicina. Connor si ritrovò in un lungo corridoio scuro, e riuscì a intravedere in lontananza la scia di fumo che finiva ai piedi di un grosso portone di legno; così, aumentando la velocità sempre di più, il giovane Alpha spalancò completamente la porta ed uscì finalmente dal malefico labirinto.

Si trovò completamente in cima alla torre, davanti a sé c'era quello che sembrava un vero e proprio campo da combattimento: c'era un grosso cerchio pieno di terreno e di alcune rocce dello stesso castello sparse, c'erano anche quattro torce infuocate e dodici alti pali di legno che circondavano il campo.

Con stupore, il giovane Lupo avanzò il passo lentamente: soltanto dopo essersi avvicinato al bordo del campo, si accorse che il cerchio era completamente circondato da teste di morti, che formavano una scia inquietante di vecchi teschi ingialliti. Deglutì quello che doveva essere un conato di vomito, e li scavalcò, piazzandosi completamente al centro del cerchio.

Difronte a sé, come se il fuoco delle torce lo volesse mostrare soltanto in quel momento, un fascio di luce cadde su quello che doveva essere un trono completamente composto da pietre simili a quelle del castello, inalzato da una decina di gradini, e sopra ognuno di essi, in ambo i lati, c'erano altri teschi; all'alto schienale di pietra vi era appeso un grosso teschio d'uccello. Più che un campo di battaglia sembrava un luogo dove sacrificare vite umane.

 Più che un campo di battaglia sembrava un luogo dove sacrificare vite umane

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Body Spirits (La rinascita del Lupo)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora